3.

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«tutto bene?»

Manuel era seduto su una sedia al tavolo fuori quando sua madre arrivò e si posizionò vicino a lui, Simone era in camera loro per fare la videochiamata con la psicologa e, come promesso, erano usciti tutti fuori per farlo stare più tranquillo.
Annuí a quella domanda ma non emise nessun suono e dalla sua espressione non sembrava proprio che andasse tutto bene.

«sicuro? C'hai na faccia»
«si má, sto bene stai tranquilla»
«lo sai che mi puoi dire tutto si?»

Manuel annuì di nuovo rigirandosi il telefono spento tra le mani.

«so preoccupato»
«Manu devi stare tranquillo, noi qua stiamo sicuri e quando usciamo stiamo sempre attenti»
«non per quello má, so preoccupato pe Simone»

Alzò lo sguardo su di lei incontrando la sua espressione interrogativa e pensò che forse non era una buona idea perlare di lui con sua madre, però con chi altri avrebbe potuto farlo? Soprattutto in quel momento che si ritrovavano chiusi in casa senza poter vedere altre persone.

«ha fatto qualcosa?»
«no, non ha fatto niente, però ogni volta che lo guardo c'ho paura che se spezzi, me sembra la cosa più fragile de sto mondo»

Anita alzò una mano portandola tra i capelli del figlio, non lo aveva mai visto così premuroso verso una persona che non fosse lei e le si stringeva il cuore a vedere un ragazzone come lui così concentrato sul bene di un'altra persona. Tuttavia era ben consapevole del rapporto tra quei due e il fatto che le sue attenzioni fossero rivolte a Simone non la sorprendeva affatto.

«ci sta lavorando, lo sai»
«si lo so, però vorrei poter fare qualcosa di più»
«stargli vicino ed essergli amico è l'unica cosa che puoi fare»

Essergli amico, gli venne quasi da ridere a sentire quelle parole, era normale sentire la pelle bruciare ogni volta che un tuo amico ti toccava? O avere la tachicardia ogni volta che posava lo sguardo su di te? Manuel alla conclusione che non fosse normale ci era arrivato da solo, ma proprio non riusciva a dargli un senso che non contemplasse qualcosa di diverso nei suoi sentimenti.

«secondo te lui è contento di avermi vicino?»
«questa è una domanda stupida Manuel, la risposta la sai già»

Vero, la risposta la sapeva già. Loro gravitavano uno intorno all'altro, era impossibile che si stancassero della presenza dell'altro, ma Manuel aveva il terrore che da un momento all'altro Simone realizzasse tutto il male che gli aveva fatto e decidesse di chiudere tutti i rapporti, al solo pensiero sentí una morsa alla bocca dello stomaco farsi più forte e gli venne la nausea.

«c'è qualcos'altro che mi vuoi dire?»
«ho paura che non capisca quanto ce tengo a lui»
«puoi sempre dirglielo»

Anita si alzò lasciando un bacio tra i ricci del figlio e Manuel tornò ad essere solo, seduto su una sedia, mentre aspettava che Simone tornasse da lui. Non faceva altro dalla notte in ospedale, aspettava che Simone tornasse al suo fianco per far sì che fosse tutto al proprio posto e che lui potesse respirare normalmente. La verità era che nonostante cercasse di ignorare i suoi sentimenti non smettevano un attimo di tormentarlo e alla fine il suo cervello era riuscito a fargli ammettere che Simone per lui non era mai stato un semplice amico e, probabilmente, non lo sarebbe stato mai.
C'era un problema però, non voleva scombinare per nulla al mondo le sue idee in quel momento, soprattutto perché per Simone sarebbe stato un cambiamento troppo grande in un periodo delicato, era arrivato tardi e doveva accettarlo.
Nel pieno di quei pensieri il telefono prese a vibrargli tra le mani e si affrettò a tirarlo su notando la videochiamata in arrivo da Chicca, mise su il sorriso che gli venne più semplice fare ed accettò la chiamata.

«ao allora? Come va sta quarantena?»
«ciao pure a te Chí, va tutto bene per ora»
«Simone ndo sta? L'hai ammazzato?»
«ao ammazza quanto sei simpatica, sta al bagno»

Il più piccolo aveva deciso di tenere per se la terapia che faceva, quindi a saperlo erano solo le persone più vicine a lui e Manuel non aveva alcun diritto di non rispettare questa decisione, anche se a suo parere non c'era nulla di male. Parlò per un po' con Chicca per passare il tempo, alla fine il loro era diventato un rapporto di amicizia ed entrambi si trovavano molto più a loro agio così.

«ma sei sicuro de non avello ammazzato Má? Non sta da un po' troppo al bagno?»
«che ne so, se sarà fermato a fa qualcosa»
«eccome sto qua, sto qua»

Simone spuntò alle sue spalle e poggiò una mano sulla sua schiena mentre con l'altra salutava Chicca, Manuel sentì la pelle bruciare nel punto esatto in cui il loro corpi erano a contatto, i due ragazzi dissero qualcosa ma il il suo corpo era troppo concentrato sulla mano del ragazzo per poter seguire il loro discorso. Come se non bastasse mentre Simone rideva per qualcosa detto della ragazza, fece scivolare la mano poggiandola poco sotto la sua ascella e Manuel resistette alla tentazione di girarsi ad osservare quel viso che, per entrare nell'inquadratura, era decisamente troppo vicino al suo.

«possiamo fa una videochiamata con tutta la classe un giorno»

I due ragazzi annuirono e dopo aver parlato un altro paio di minuti chiusero la chiamata.
Simone prese posto sulla sedia occupata prima da Anita e prese a giocherellare con il laccio della felpa sotto lo sguardo attento di Manuel.

«tutto bene?»

Annuì alzando lo sguardo su di lui solo per qualche secondo, dopo quelle sedute non era proprio il massimo della loquacità, Manuel lo sapeva, ma c'era delle volte in cui qualcosa lo tormentava particolarmente e quella era una di quelle volte.

«ti devo dì una cosa»

Ecco appunto.

«eh»
«io te lo dico però se non vuoi non fa niente, cioè è na cosa che è uscita così, sta a te decidere se ti va bene o m-»
«a Simò che c'è?»

Il più piccolo lasciò perdere il laccio della felpa ed alzò finalmente lo sguardo su Manuel che si sentì finalmente al suo posto.

«la psicologa vorrebbe parlare con te»
«eh?»
«sei la persona con cui sto più a contatto vuole... Vuole sapere come mi vedi tu»

L'ultima frase la sussurrò distogliendo di nuovo lo sguardo, Manuel aprì le labbra leggermente sorpreso, cosa avrebbe dovuto dirle?

«però se non vuoi non fa niente»
«certo che voglio»

Se serve a tenerti con me, certo che voglio.

Level of Concern | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora