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Junhyung

Entro nell'aula a testa bassa, come sempre, e noto con dispiacere che il posto solitamente occupato dal sottoscritto è già stato preso da un ragazzo che frequenta questo corso da un paio d'anni come me. Effettivamente penso di essere entrato all'università proprio lo stesso giorno di Yongsoo, così si chiama il ragazzo. Anche se ha un anno in meno di me, siamo entrati all'università insieme, e tra noi è nata subito una grande amicizia. Ho sempre potuto contare su di lui, e lui potrà sempre contare su di me in caso ne avesse bisogno. È ľunico che è a conoscenza degli atti di bullismo che continuo a ricevere da due anni e, nonostante lui vorrebbe farmene parlare con qualcuno, io non ne voglio proprio sapere. Anche se so che, di fatto, sarebbe la cosa più giusta da fare, io sono convinto che ciò andrebbe solamentea peggiorare la mia situazione attuale.
Inoltre, è l'unico che sa della mia cotta stratosferica per Sana. Mi ha spesso detto di provare a buttarmi perchè secondo lui anche lei prova qualcosa per me. Dice che si vede da come mi guarda durante le lezioni.. ma non lo ho mai ascoltato. Sono troppo timido anche solo per pensare di farlo.

Essendo, dunque, che il mio solito computer mi è stato, sfortunatamente, "rubato" dal mio migliore amico, cerco di trovare un altro posto libero nella grande sala con, possibilmente, uno di quegli aggeggi funzionante. Già.. questa università, pur essendo una delle migliori della città, non tiene molto conto del materiale, soprattutto per quanto riguarda certe facoltà.. ad esempio la mia, quella di. Che ironia della sorte: una facoltà piena di ricconi che possiede solo computer delľanteguerra.

Non appena chiudo la porta della classe, cercando di non farmi notare troppo, faccio, involontariamente, rimbombare il suono stridente dei cardini della porta in tutta la stanza ancora spoglia di studenti e studentesse; quei pochi che sono già entrati si girano tutti verso di me. Anche Yongsoo alza la testa dal computer e mi vede rimanere impalato davanti alla porta, terrorizzato dai troppi sguardi.

Ciò che mi fa tranquillizzare, dopo tutto quello che è successo questa mattina, seppur di un minimo, è il grande e caldo sorriso che Yongsoo rivolge nella mia direzione mentre fa cenno di avvicinarmi a lui.
Solitamente usiamo computer differenti (di modo da essere più concentrati sul nostro lavoro), ma ogni tanto mi invita a condividere il posto con lui, giusto per fare due chiacchiere insieme e distrarci un po' dalle lunghe lezioni.
Questa volta tentando di non far sentire troppo i miei passi nel silenzio totale della stanza, mi avvio verso il mio migliore amico con passo felpato come se fossi un Leopardo delle Nevi.

Perchè proprio un Leopardo delle Nevi, mi chiederete.. beh perchè è ľesatto opposto rispetto a me.
Mia nonna mi ha sempre detto che quando era piccola viveva in alta montagna e ne vedeva passare uno ogni notte sotto la sua finestra. Lo ha osservato tanto.. quasi tutte le notti. Ed è da questi episodi che è nata la sua passione per gli animali di montagna. È così che è diventata una grande studiosa in quel settore.
E, fin da quando ero piccolo, mi ha sempre ripetuto che io assomigliavo a un Leopardo delle Nevi, ma che ancora non lo avevo capito. Secondo lei ero: Coraggioso, perchè sarei riuscito a scalare ogni montagna se solo lo avessi voluto, ma allo stesso tempo Silenzioso e Invisibile per riuscire a superare ogni ostacolo che mi si parava davanti.

Mi dispiace informarvi che non è così, ma penso che, a questo punto, lo abbiate notato già anche da soli..

Tornando a ciò che stavo facendo.. sono, finalmente, arrivato al mio posto, dopo aver percorso la lunga sala dell'università. Mi sono seduto accanto a Yongsoo che, molto probabilmente, ha subito notato quanto io fossi assorto nei miei pensieri e finalmente, per la prima volta da questa mattina, sono riuscito a rilassarmi un attimo. Il ragazzo affianco non si è scomodato a salutarmi; avrà sicuramente sentito gli ingranaggi della mia mente sferragliare. Ormai mi conosce talmente bene che sa cosa mi dà fastidio e cosa no. Interrompere i miei pensieri è una delle cose che non riesco proprio a sopportare, detesto chiunque (e qualsiasi cosa) mi impedisca di pensare, mi impedisca di perdermi nei meandri della mia mente.

Torno alla realtà dopo quelli che sono sembrati innumerevoli minuti, regalo qualche segno di vita al mio migliore amico e, ancora una volta, mi vedo rivolgere un grande sorriso. Sorriso che, però, scompare quasi subito.
Passa solo qualche secondo prima che lui, come ogni giorno, prende delicatamente il mio mento, con le sue dita affusolate, e mi controlla il collo per vedere se ho qualche livido o graffio in più rispetto a ieri. Questa mattina sono riuscito a coprire quei pochi segni che avevo, vecchi di qualche giorno, con il correttore di mia madre, ma, come al solito, lui riesce sempre a trovarne qualcuno che non sono riuscito a nascondere o che ho coperto male ed è, di conseguenza, rimasto in trasparenza.
<E questo? È per caso nuovo?> mi chiede con una voce che sta nel mezzo tra ľarrabbiato e il preoccupato.
Quante volte ho sentito questa frase negli ultimi anni.. non saprei quantificarlo con un numero conosciuto.
<No. È sempre lo stesso che avevo anche ieri.. non preoccuparti.> gli rispondo io, cercando di far finire lì quella conversazione, ormai avuta già troppe volte (quasi ogni giorno).
<Ne sei sicuro? Non mi sembrava ne avessi uno qui ieri..>
<Probabilmente, ieri, ero riuscito a coprirlo meglio.>
<Junhyung dovresti-> lo interrompo prima che possa finire la frase, posandogli due dita sulle labbra.
<So già cosa ne pensi. E tu sai come la vedo io.. meglio lasciar stare. Non mi hai fatto cambiare idea in questi due anni e, di certo, non ci riuscirai adesso..> gli dico secco tentando ancora una volta di far finire lì quella conversazione. Non lo faccio perchè non mi piaccia parlare con lui, ma semplicemente perchè non ho voglia di tornare su questo argomento ogni fottuto giorno.
<Va bene..> mi risponde, poco dopo, con una faccia rassegnata.

Ed è proprio in quel momento che sento la porta aprirsi di nuovo.
Ed è proprio in quel momento che nell'aula entra la ragazza che mi ha rubato il cuore.

La guardo solo per qualche secondo, giusto per non sembrare un maniaco o, peggio ancora, per non sembrare un pazzo omicida che osserva la sua preda. La guardo giusto quel poco che serve per mandare il mio cuore di nuovo su di giri e per far diventare la mia faccia rossa come un pomodoro fin troppo maturo.
Ed è a questo punto che sento un leggero schignazzo arrivare dal posto situato al mio fianco.
<Ti piace davvero tanto, eh?> mi chiede Yongsoo, tornando immediatamente serio.
<Sì. Davvero tanto.> gli rispondo poco prima che inizi la lezione, osservando la sua espressione a me indecifrabile.

> gli rispondo poco prima che inizi la lezione, osservando la sua espressione a me indecifrabile

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