《Angel》

04

Sana

Sveglia alle sei come ogni mattina.
Nonostante molti possano pensare che io viva in città, dato che la mia famiglia è abbastanza altolocata, in realtà non è affatto così. La mia casa, infatti, è situata abbastanza lontano rispetto al centro e all'università che frequento, e sono sempre una delle prime persone che sale sull'autobus di linea preso dalla maggior parte degli studenti per arrivare a scuola.
Sembra strano vero? Una ragazza ricca che prende ľautobus di linea come "una comune mortale" quando abbiamo un autista che può portarmi dovunque io voglia e in qualsiasi momento.

Beh io non sono proprio quel tipo di persona.

I miei genitori potranno anche essere dei ricchi viziati a cui non va mai bene nulla, ma io non sono come loro, per niente. E sono certa che mai lo diventerò.
Penso di aver preso il mio carattere dalla balia che mi ha cresciuta fino al mio decimo anno di vita. Era una donna così dolce e amorevole, era gentile con tutti.. ci sono rimasta malissimo quando ho scoperto che i miei ľavevano licenziata perchè sembrava che mi stesse "influenzando" troppo con le sue storielle fantasiose invece di insegnarmi come stare al mondo.
Meno male che i miei genitori sono spesso fuori per viaggi di lavoro, altrimenti non riuscirei mai a stare in questa casa con loro a giudicare ogni minima cosa che faccio. Ogni volta mi sento come se avessi il loro fiato sul collo.

Subito dopo aver zittito la sveglia, mi alzo ancora assonnata strofinandomi gli occhi impastati di sonno, e mi dirigo verso il bagno, dove cerco di prepararmi nel minor tempo possibile di modo da non perdere ľautobus (rischio che corro praticamente ogni mattina).
Entrata nella stanza, apro il rubinetto dell'acqua calda dell'enorme vasca che riempie metà dello spazio disponibile, tappo lo scarico per farla riempire e metto qualche sale da bagno per creare un po' di schiuma colorata e profumata.
Mentre aspetto che l'acqua arrivi vicino al bordo, mi tolgo il pigiama e gli indumenti intimi, e cerco di avvicinarmi ľaccappatoio, togliendolo dall'attaccapanni situato dietro alla porta e ponendolo sopra un mobiletto vicino alla vasca. Non appena vedo che la vasca è quasi piena fermo ľacqua e mi immergo in quello che sembra un caldo abbraccio.

Amo i momenti come questi, dove posso rimanere da sola con me stessa e sentirmi al sicuro tra le calde braccia dell'acqua limpida. Peccato che tutto questo duri sempre troppo poco.. nemmeno passata una decina di minuti da quando sono dentro, sento bussare leggermente alla porta e la domestica mi avvisa, con una voce flebile, che se non mi sbrigo arriverò tardi a lezione. Esco, quindi, dalla vasca e metto ľaccappatoio, mi avvicino allo specchio e mi spalmo un po' di crema idratante sul viso, dandomi successivamente un po' di fondotinta e una leggera spolverata di blash e ombretto color carne.
Entro in camera mia e mi preparo in fretta e furia, mettendomi i vestiti già scelti la sera prima, ed esco di casa quasi correndo.

Fortunatamente questa mattina non ho perso ľautobus.
Dopo essere salita ancora col fiatone e aver risposto al gentile saluto del conducende, mi siedo su uno dei tanti posti liberi e, subito, metto le mie cuffiette nere alle orecchie, giusto per staccarmi un po' da questo mondo che corre sempre troppo velocemente, senza lasciarmi nemmeno un minuto per respirare o riprendere fiato.

Può sembrare strano, ma non mi sono mai sentita integrata nell'ambiente in cui sono nata e cresciuta. Tutti vorrebbero nascere in una famiglia altolocata, con tanti soldi, con una limousine, con dei maggiordomi e delle domestiche che fanno tutto al posto tuo, con la casa sempre libera e una villa fuori città dove poter fare le feste con gli amici. Beh sì. Tutti lo desiderano finché non lo hanno.. finché non hanno tutto questo. Possedere queste "comodità" è solo avere peso sulle spalle. Avere soldi, essere ricchi.. non è così bello come potrebbe sembrare. È come vivere in una gabbia dorata. E io questo non lo ho mai sopportato.