I giorni passavano e io mi sentivo ancora più vuota, non avevo nessuno, nella mia vita ormai era presente solo lo studio, i libri e i miei genitori che mi obbligavano a farlo e distruggevano i miei sogni. Quanto avrei voluto dirglielo ai miei come stavo male che avrei voluto avere una vita normale come tutti i ragazzi della mia età, ma capii che solo se ci avessi provato sarebbe stato inutile.
La notte invece di dormire mi chiudevo nella mia camera, piangevo facendo cautela a non fare rumore perché sapevo che se i miei genitori mi avessero sentito non avrebbero cessato le mie lacrime, bensí le avrebbero moltiplicate. Non sapevo come andare avanti, mangiavo sempre di meno e sentivo un dolore al petto come se il cuore non ce la facesse piu a sopportare tutto quello.Avevo urgentemente bisogno di un amico, ma sapevo che era impossibile. A scuola stavo seduta da sola in disparte nel banco, non parlavo, tutti mi deridevano chiamandomi asociale, mi guardavano come non si guarda una persona, e nemmeno come si guarda un animale, semplicemente per loro non ero nulla, un essere -se così potevo definirmi- inutile, insignificante.
Loro non sapevano in realtà come stavo davvero, dietro a ogni silenzio cosa si celava, dietro a quella corazza c'era una ragazzina che aveva solo bisogno d'amore, quello che non aveva mai avuto.
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Una vita mai vissuta.
General FictionEra una sera d'inverno, le foglie ormai sugli alberi non c'erano più e le strade erano sommerse dalla neve, e io ero seduta sulla mia solita sedia di legno vicino alla finestra e da lí osservavo il mondo circostante. Il mondo in quell'istante mi sem...