Capitolo 4.

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Di una cosa ero contenta però della mia vita, mia nonna. Aveva 68 anni, capelli castani fin sopra la spalla, occhi verdi, labbra di un rosa intenso, e un sorriso da far perdere il fiato.
Lei si che mi capiva, mi diceva sempre di non mollare mai. Quando i miei genitori non c'erano per lavoro veniva a casa e mi portava in una scuola di danza a osservare quelle ragazze. Era bellissimo ma allo stesso tempo triste vedere quelle ragazze divertirsi, poter fare quello che volevano e invece io potevo solo stare a guardare.
Lei mi portava in posti comuni che agli altri potevano sembrare inutile ma per me erano speciali perché mia nonna li rendeva così.
Un giorno andammo in un giardino, era chiamato il parco dei fiori. All'ingresso c'era un enorme quercia e di questa la nonna mi fece notare ogni particolare della corteccia, delle foglie, poi andando più avanti c'era un prato pieno di fiori di ogni tipo, lei conosceva ogni specie di pianta, era una cosa magnifica come guardava la natura, come ne descriveva i minimi dettagli e come le si illuminavano gli occhi.

È vero, non avevo nessuno, ma lei mi bastava. Lei era l'unica  che mi guardava come se avessi qualcosa di speciale.
Lei per me non era una semplice nonna, ma una mamma.
Passavamo tanto tempo insieme, a ridere, scherzare, camminare e esplorare tanti posti e tutte quelle meraviglie che il mondo preservava.

Una mattina mentre mamma aspettava mia nonna per andare a lavoro ebbe una telefonata, era l'ospedale, mia nonna aveva avuto un incidente e era ferita gravemente. Andammo subito in ospedale, io volevo vederla ma i dottori mi vietarono di entrare siccome ero solo una ragazzina. Sentii mia madre parlare con il dottore.
《Signora, vostra madre ha soli pochi istanti di vita》.
A quelle parole mi venne un colpo al cuore, decisi di entrare di nascosto.
Entrando vidi lei, mia nonna, distesa dolorante su un lettino, aveva gli occhi chiusi e la sua pelle non era più  rosea come una volta, ma era pallida. Mi avvicinai ancora di più al letto, le presi la mano, era fredda, gelida. La accarezzai, e iniziai silenziosamente a piangere. Ad un certo punto aprì gli occhi, mi guardó e mi disse 《piccola, non piangere. Sei una ragazzina fantastica, e in questi anni sei stata una nipote perfetta. Sappi che non c'è mai stato nessuno che mi abbia resa fiera come mi hai resa fiera tu. Ora,piccola, esci e non aver timore di quello che accadrá perchè io ti staró sempre accanto》.
Rimasi senza parole. Riuscii a dire solo "ti voglio bene nonna".
Quando uscii da quella stanza sapevo che ormai sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avrei vista.
E solo dio sa quanto faceva male, sentivo il cuore battere forte come se volesse sgaiattolare fuori da me, non resisteva più. Nella mia mente ripetevo le  parole che mi aveva detto "Non piangere, resisti" ma non ci riuscivo, era più forte di me.
Come potevo, io, una ragazzina così piccola sopportare tutto questo? ..

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