II

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Non è un gioiellino la mia casa? Le colonne sono antiche, risalgono al 1600.

All'ingresso c'è un grande quadro raffigurante mia madre

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All'ingresso c'è un grande quadro raffigurante mia madre. Com'era bella! Purtroppo non mi ricordo molto di lei, morì durante un intervento chirurgico quando ero solo una bambina. Ma mi piace pensare che mi protegge sempre!

-Ciao mamma, tua figlia ha preso ottimo in inglese, niente male eh?

Il mio momento preferito della giornata è il pomeriggio, dopo una sana passeggiata in giro per i negozi chiaramente. Anche se sono a casa, non rinuncio mai a qualcosa di carino da mettere, lo trovo un modo per non perdere di vista la mia passione: la moda.

Mi piaceva tanto andare a fare shopping, leggere riviste e giornali su di essa e me la cavavo abbastanza bene con i disegni di modellini.

Inoltre la mia camera era molto spaziosa e avevo messo un manichino per poter realizzare vestiti fatti a mano. Mi sentivo una stilista!

-Mmhh che mortorio la musica da ventiseienni!

Da quando era arrivato a casa, Keishin si era già appropriato dello stereo. Insomma va bene tutto, ma almeno un po' di musica meno deprimente ci vuole! Come posso concentrarmi sui miei lavori, con una musica così.

Lasciai tutto ed uscì dalla stanza. Salotto libero! Ingresso libero! Allora deve stare sicuramente in cucina!

-Si deprimono e basta quelli della tua età o c'è anche qualcuno che si ammazza?

Gli chiesi non appena misi piede in cucina. Era davanti al frigo, con una sigaretta in bocca e il contenitore di formaggi tra le mani.

-Dipende, a volte succhiamo il sangue alle liceali!

Ah ah divertente! Ma poi....come diavolo è vestito!

-Senti la camicia di flanella ti serve per sopportare il freddo del tuo negozio, o solo per tenerti caldo davanti al frigorifero aperto?

Finalmente richiuse quel dannato frigorifero. Dato che il contenitore di salumi era sul bancone, anche io decisi di farmi uno spuntino.

Keishin mi solletico la pancia -O mio Dio che ciccia, stiamo ingrassando eh!- disse con il boccone pieno.

-Oh ma sentilo, tu stai diventando puro spirito?- risi ironica, sistemando il mio panino.

-Sono passato in ufficio da papà oggi

-Non è tuo padre. Perché non vai ad angosciare la tua nuova famiglia?-diedi un morso vorace al panino, come se fosse una preda da attaccare.

-Mia madre ha sposato un'altro uomo, ma non è detto che debba fermi lui da padre.

-Non vorrei darti un dolore, ma temo proprio di sì. Hai intenzione di stabilirti qui per molto?

Presi la sua sigaretta e la spensi nel posacenere, scatenando una reazione molto divertente. Era notevolmente infastidito.

Ci spostammo nel soggiorno, dove la nostra discussione continuò. Era abitudine ormai, parlare in quel modo.

-Certo è naturale!

-Non avevo dubbi

Ci sedemmo sul divano e prima che lo facesse lui, mi appropiai del telecomando. Fino a prova contraria potevo utilizzare la scusa del "casa mia decido io".

-Ho trovato una casa molto carina vicino alla tua scuola

-Non dovevi andare a Tokyo? Le ragazze lì fanno dei numeri a letto.

La sua risata ironica venne interrotta dalla sigla del mio cartone preferito.

-AHAHA molto divertente- si appropiò del telecomando e cambiò canale per vedere il telegiornale.

ALLORA NON HA CAPITO NULLA!!

-Ei!Sei appena arrivato e già fai il padrone con il telecomando?

-Senti in alcune parti dell'universo forse non nei negozi di abbigliamento che frequenti tu, è considerato civile informarsi su quello che accade nel mondo.

Sbuffai, ma quanto poteva essere pesante quando faceva il saputello. -Grazie Keishin le tue parole sono sempre di grande insegnamento per me. Oltre a fare il coach, sei già docente in noia e teologia?

Mi canzonò ripetendo la stessa frase che aveva detto. Dalla tasca cacciò il pacco di sigarette, ma perchè stava sempre a fumare?

-Avanti venite a cena!- ci chiamò mio padre dalla sala da pranzo.

Con mio padre rigorosamente a capo tavola, il mio posto era accanto a lui. Dato che mi occupavo dell'alimentazione di mio padre, avevo espressamente chiesto alla cameriera di seguire la dieta che il medico gli aveva consigliato di seguire.

-Keishin diventi sempre più grande. Come sta tuo nonno?

-Bene, grazie. Adesso sta allenando dei bambini, per fortuna si è ripreso da quando è uscito dall'ospedale.

-Bene, ho saputo che stai allenando la sua squadra, la Karasuno. Ma tu, hai un po' deciso di iniziare a prendere architettura aziendale?

Architettura? Lui? Ma insomma gestisce un negozietto di alimentari, a malapena si alza da tavola per sparecchiare dopo cena e dovrebbe studiare architettura? Keishin è persino più pigro di Tsukishima.

-Emh si, ma dato che sto allenando la squadra di mio nonno, sto pensando di più a loro in questo momento.

-Va bene, ma non sottovalutare questa scelta. Non vorrai mica passare tutta la vita a gestire un negozio? Hai una grande opportunità e un cervello invidiabile, sarebbe uno spreco non usarlo.

Se lo dici tu papà...

-Sarà comunque così indipendentemente dagli studi- feci spallucce, continuando a mangiare la mia insalata.

-Keishin almeno sa cosa vuole fare. Potrà essere un coach e prenderà una laurea. Vorrei che anche tu avessi un obbiettivo.

Si la sentivo.....la sentivo benissimo. La risata malefica di Keishin Ukai, che mi guardava con un espressione di sfida.

-Io c'è l'ho un obbiettivo.-gesticolai con il pezzo di carota in mano.

-Oh è vero, fare shopping.

Ecco la sua dannata battuta! Maledetto Keishin!

Fu la conversazione più lunga che ebbi con mio padre, dato che subito dopo ricevette una telefonata dopo l'altra. Quindi era il omento perfetto per parlare con Keishin -Sei un ruffiano!

-E tu sei una furbettina presuntuosa e superficiale. Cosa ti fa pensare di poter avere un obbiettivo nella vita. Come pensi di convincere i professori con il tuo modo di fare?

-L'esperienza, il fatto che sono sempre riuscita a convincerli.

Ed era proprio così. Con le mie parole ero in grado di convincere chiunque, persino i professori con i voti! E durante i consigli studenteschi mi impegnavo molto per la campagna degli aiuti umanitari.

Ma c'era un solo professore con cui non riuscivo proprio ad andare bene, ed era anche il vicepreside. Con lui facevo sociologia, ma non riuscivo a prendere buoni voti, nonostante mi impegnassi tanto.

L'ultima volta disse che le mie argomentazioni nei dibattiti erano senza fondamento, disordinate e non convincenti. Possibile?

Mi sentivo impotente e stavo perdendo il controllo della situazione, cosa che mi manda in bestia. Dovevo subito trovare un posto dove riodinare le idee e recuperare le forze.

La ragazza di Myagi 𓇽  Ukai x reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora