L'Empereur

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Bonsoire excellence, je suis tres hereux de les presenter Eugene de latin.
Il est mon meilleur analyste"
"Enchante, je suis honorè Baron Haussman"
Dico al barone dopo i salamelecchi di De Lesseps.
Sono qui da dieci minuti e già vorrei andarmene.
Eppure ci sono persone che pagherebbero per essere presentati al prefetto della Senna, colui che a Parigi è secondo solo all'imperatore, il barone mio omonimo,
Georges Eugène Haussmann.
Non mi sembra un uomo così spaventoso di persona; ha gli occhi scuri e piccoli.
Il viso pallido è circondato da una barba nera che si estende dalle basette al sotto gola, lasciando sguarnito il mento, le gote e la bocca.
Porta un tre pezzi a cui è legato un orologio da taschino al gilet.
Lui mi guarda, mi sorride e mi risponde "enchante"
Ricambio con un sorriso e lascio de Lesseps da solo col barone.
Cammino nella sala da ballo , è ampia e sobria, grandi colonne classiche spuntano qua e la dal pavimento di marmo.
Nell'angolo a sinistra del salotto una miriade di sedie vuote attende l'arrivo dei musicisti, mentre a destra una serie di nature morte colora la bianca parete.
In meno di qualche minuto tutte le sedie prima vuote sono riempite da una piccola orchestra.
Dovrò ballare, non lo sopporto, conosco a mala pena qualche Valzer di Strauss, e poco altro.
Mi defilo rapidamente, posizionandomi vicino all'uscita dalla sala.
L'orchestra comincia suonando un valzer, uno di quelli che amano tanto i militari a Vienna.
Tutti ballano creando coppie casuali, persino il mio amico Jerome.
Una ragazza dai capelli rossi mi fissa da quando sono entrato, probabilmente si aspetta che la inviti a ballare.
In occasioni normali lo avrei fatto subito appena cominciato il valzer, ora non posso, sono qui per controllare che l'ammiraglio e il mio amico facciano quello per cui siamo venuti.
Tutto d'un tratto i musicisti smettono di suonare il valzer che avevano cominciato.
Il direttore d'orchestra si aggiusta la pochette e agita di nuovo la bacchetta come prima.
Un tema noto comincia a riempire l'aria di note.
Lo riconosco, stanno suonando partiant pour la Syrie, la melodia che di solito preannuncia l'entrata di qualche membro della famiglia imperiale.
Il valletto di Haussmann si precipita verso l'entrata.
Prende il bastone da cerimonia lo batte a terra tre volte e urla:
"Ses majestes impériales Charles Louis Napoleon Bonaparte et Eugenia de Montijo Bonaparte.
Appena entrano l'imperatore e l'imperatrice tutti gli invitati si inchinano all'istante.
Sono esterrefatto, non avrei mai pensato di stare nella stessa stanza dell'imperatore.
Porta un uniforme nera elegantissima con le spalline e i bottoni dorati, una grande fascia vermiglia si avvolge sulla spalla destra arrivando fino al costato sinistro.
Ha gli occhi splendenti, di un grigio scuro a metà tra il cielo di Parigi e il mare in tempesta.
L'imperatrice porta invece un lungo vestito bianco, è agghindata da ori e gioielli su ogni parte del corpo.
Insieme incutono al contempo rispetto e tenerezza, nonostante lui la tradisca regolarmente con la nipote di quel Cavour che tante morti ha causato qui in francia.
Tutta la Francia che conta è in questa sala, il duca di Persigny, Haussman, de lesseps, il prefetto d'algeria e soprattutto l'imperatore e l'imperatrice.
La musica si ferma, Haussman corre precipitoso dall'imperatore, lo segue a ruota Persigny e monsieur Creussot, colui che arma la flotta francese.
De lesseps invece cammina verso di me, e in modo calmo mi appoggia la mano destra sulla spalla sinistra e dice a bassa voce:
Aspetta un paio di Valzer prima di parlare con Kolmogov e il tuo amico, intanto seguimi, ti presento all"imperatore.
Cammino dietro de Lesseps, sono in ansia, nonostante non stimi così tanto il nostro attuale imperatore, resta comunque il capo di stato della Francia e, forse dopo la regina Vittoria, l'uomo più potente del mondo.
"Bonsoire De lesseps, come va col canale?"
"buona sera maestà, i lavori procedono spediti, se continueranno così, saranno ultimati per il sessantacinque"
"Ci conto. De lesseps chi è quel giovane dietro di lei?"
"È Eugene de latin, il mio miglior analista maestà, volevo giustoappunto presentarglielo"
Chino il capo davanti all'imperatore e dico "é un onore conoscerla maestà"
Lui mi squadra da sopra a sotto, e poi sorridendo mi dice:
"È un piacere conoscere il miglior analista dell'uomo che dopo mio zio e il barone , stimo di più"
"Questo impero ha bisogno di giovani motivati, ragazzi pronti a dare il tutto per tutto per la causa comune, confido che le sue analisi ci faranno guadagnare qualche franco in più del previsto"
"Troppo gentile sire"
"Basta parlare di lavoro, Eugene, parleremo del nuovo boulevard dopo aver ballato qualche Valzer, quanto a lei De lesseps, pensi solo a divertirsi questa sera "
"Grazie mille maestà"
Haussman fa segno ai musicisti di riprendere il valzer, mentre mi incammino verso un luogo adatto ad osservare la serata, De lesseps mi sussurra
"Se te ne stai li appartato darai nell'occhio, vai a chiedere di ballare a qualcuna delle ragazze li in fondo "
"Ma io non so ballare "
"Guarda Haussman e copia i suoi movimenti io vado a parlare con Persigny"
Mi dirigo verso la ragazza dai capelli rossi che prima mi stava squadrando.
"Mademoiselle, mi consente l'onore di un valzer ?"
"Volentieri, signore"
La prendo per mano e la porto in una parte della sala da cui riesco a vedere il barone.
Comincio a ballare, immagino di risultare particolarmente goffo, a metà del valzer confesso alla mia compagna che non sono per nulla capace.
Lei ride vistosamente ma trattenendo il suono, dovevo sembrarle particolarmente buffo in quella situazione.
Finalmente finisce il valzer.
Come vi chiamate signore?
"Eugene de latin mademoiselle, voi?"
"Adrienne Espinasse"
La saluto e mi congedo cortesemente, chiederò poi di lei qualcosa a De lesseps, tanto conosce tutti.
Mi incammino verso Kolmogov, sta parlando con qualche suo amico, un militare probabilmente visto che porta l'uniforme.
Kolmogov mi saluta cordialmente, mentre riceve un biglietto di carta dal militare con cui stava parlando prima.
"Buonasera ammiraglio, le ricordo che siamo venuti qui per la faccenda che conoscete"
"Finito questo valzer ci spostiamo nella sala affianco dove Haussman ha già predisposto i tavoli per il ventuno"
Appena finisce il valzer chiamo Jerome e gli faccio segno di seguirmi.
Ci accomodiamo su un tavolo laterale, ho già predisposto il mazzo in maniera tale che Kolmogov perda qualunque cosa faccia.
"Un milione di franchi e carta"
Jerome gira una carta è una donna di quadri.
"Mi fermo"
A questo punto Jerome gira la sua carta, è un asso di fiori, ne gira un altra, è un re di picche, 21 ha vinto.
Kolmogov sbatte il pugno sul tavolo, due signori con i capelli bianchi smettono di giocare a scacchi e cominciano a guardare la partita.
Per non destare sospetti subbentro io all'ammiraglio e vinco qualche centinaio di franchi dopo una decina di mani.
Salvati dal sospetto ci alziamo e andiamo da Lesseps fingendo entusiasmo.
De lesseps guarda Jerome e gli consiglia di investire la cifra guadagnata al gioco comprando un milione di franchi delle sue azioni.
Jerome accetta e se ne va via dalla sala soddisfatto, non ha destato sospetti e in più ha guadagnato diecimila franchi.
Non avendo altro da fare esploro la sala predisposta per il gioco.
Una trentina di tavoli sono messi in maniera tale da permettere a tutti gli invitati di giocare contemporaneamente.
Ad uno dei tavoli è seduto il militare che aveva dato a Kolmorov il biglietto.
Sta leggendo un libro, ha messo una copertina in cartone che non permette di vederne il titolo.
Mi avvicino al suo tavolo e mi siedo davanti a lui facendo finta di scrivere un biglietto.
Lui mi fissa si alza e cambia tavolo.
Il comportamento è sospetto, devo scoprire che libro sta leggendo.
Aspetto qualche minuto e appena si siede di nuovo, mi avvicino al suo tavolo facendo finta di uscire.
mentre cammino verso l'uscita lo urto intenzionalmente facendo cadere il libro.
Mentre si piega per raccoglierlo mi dice "bastardo lo ha fatto apposta"
"Mi scusi signore sono desolato, non volevo urtarla"
Sembra calmarsi, raccoglie il libro e torna a leggerlo.
Mentre il libro era a terra sono riuscito a leggere con la coda dell'occhio solo
"III Elevation".
Non so cosa sia, forse è il nome di un capitolo o di una poesia, domani lo cercherò in biblioteca dopo il lavoro.
Trascorro il resto della festa annoiandomi a morte, non conosco nessuno e mademoiselle d'Espinasse pare essersi dileguata.
Torno nella sala da ballo, e saluto de Lesseps, poi mi avvio verso l'uscita.
"De latin, mi consenta di accompagnarla a casa" mi giro rapidamente e sorridendo dico "non si preoccupi ammiraglio, prenderò una carrozza."
"Dove abita ?"
"Rue de Richelieu ammiraglio"
"Allora venga con me e non si preoccupi, tanto devo passarci per forza in quella zona, salga sulla mia carrozza"
Salgo sulla carrozza di Kolmogov che prima di salire fa segno al cocchiere di partire dicendo :
"rue de Richelieu ragazzo"
"Non potevo che offrirle un passaggio dopo quello che ha fatto per me De latin "
"È il mio lavoro signore"
"E lei lo fa splendidamente, se sapesse il russo la farei amministratore delle mie terre in Carelia"
"troppo gentile signore"
"Ammiraglio, mi consente una domanda?"
"dica pure caro"
"Qual'é il suo scrittore francese preferito?"
"Moliere ragazzo, lui si che era un grande poeta, non come quel baudelaire che parla degli ubriaconi di questa metropoli"
"Sono d'accordo signore"
"Come mai questa domanda ?"
"Stamane stavo discutendo con un mio amico su che scrittore francese è stato più influente all'estero, quindi ho pensato di chiedere a lei un suo parere per l'appunto da straniero.
"Capisco, in Russia direi sicuramente monsieur Moliere e monsieur Pascal, mio caro "
"La ringrazio ammiraglio di avermi dato la sua opinione"
"Di nulla, Qual'é invece il suo scrittore preferito giovanotto?"
"Chateaubriand ammiraglio, per quanto riguarda la prosa invece Voltaire"
"Voltaire è lo scrittore preferito di mia figlia, andreste d'accordo secondo me, aspetta ti faccio vedere una sua fotografia"
Kolmogorov Caccia la mano dentro il taschino della giacca e tira fuori il suo orologio, preme un bottone sopra il quadrante e mi fa vedere una piccola foto in bianco e nero della figlia.
La foto è sgranata, non si vede quasi nulla, per cortesia dico "è molto graziosa ammiraglio"
Lui orgoglioso mi prende l'orologio e lo rimette dentro il taschino poi mi dice
"Verrà a trovarmi a Parigi tra qualche giorno, se vorrai te la presenteró molto volentieri"
"Sono onorato signore"
Noto che all'ammiraglio è caduto un foglietto per terra, non se ne è ancora accorto, forse è collegato al biglietto che dava a quel militare così sospetto.
Prendo il quadernino che tengo di solito nella giacca.
Lo faccio cadere abbastanza vicino al biglietto.
Raccolgo il biglietto e il quadernino e dico:
"Signore se permette vorrei appuntarmi un promemoria "
"Sicuro, faccia con comodo", mi risponde l'ammiraglio guardando fuori dalla finestrella della carrozza.
Prendo la matita e ricopio rapidamente il contenuto del bigliettino stando attento che Kolmogov continui a guardare fuori dalla finestrella della carrozza
"SFJHWLIHFYUTSNXRGMGZUWS
III UEEE"
Faccio cadere il biglietto e rimetto il quadernino in tasca.
Il cocchiere ferma la carrozza e in pochi minuti sono davanti lo specchio a sistemarmi la barba.
Sono le sette e mezza, la borsa aprirà tra un ora e sono già vestito, ho tutto il tempo di leggere il giornale.
Manifestazioni in Toscana ed Emilia a favore dell'annessione al regno di Sardegna.
Che genio quel Cavour, è riuscito con l'argomento più antico del mondo a scambiare dei pezzi di sabbia per la provincia più ricca dell'impero degli Asburgo.
Adesso sta unendo l'Italia a forza di plebisciti, avessimo lui anziché Bonaparte avremmo già dominato l'India e l'intera Africa.
Poso il giornale sul tavolo, attacco l'orologio sul taschino sinistro ed esco di casa.
Sono venti minuti in anticipo, posso solo girare intorno al tempio del dio Franco per passare il tempo.
Metto le mani in tasca, sento un oggetto rettangolare, sarà il portasigari, lo tiro fuori.
È il mio quadernino, so cosa farò per i prossimi venti minuti.
Apro la pagina al codice che mi ero appuntato ieri sera.
Sembra la solita cifratura di Vigenere, se trovassi la chiave potrei scoprire cosa c'è scritto.
Non ci sono indizi purtroppo, quelle tre I attaccate sembrano sospette.
Con Vigenere è molto improbabile ottenere tre lettere identiche cifrando tre lettere diverse, forse sarà un tre scritto con i numeri romani.
Qualcuno mi tocca la spalla sinistra.
Bonjour Eugene, come stai ?
Mi giro di scatto, è Jerome non avevo riconosciuto la voce.
"Ciao Jerome tutto bene".
Gli rispondo squadrandolo da sopra a sotto.
Porta degli stivali da caccia, ma questo è il problema meno serio.
Ha ancora lo smoking di ieri sera, la puzza di bordeaux si sente a distanza di qualche metro.
Non può entrare in borsa così, desterà infiniti sospetti e mi farà licenziare da De lesseps.
Lui mi fisso con quegli occhi piccoli e verdi e senza che io dicessi nulla mi chiede:
"Perché mi fissi come se avessi visto un fantasma Eugene, c'è qualche problema ?"
"Da dove comincio Jerome? Porti lo smoking che ti ho prestato ieri sera, puzzi di vino da far schifo e per di più hai gli stivali da caccia.
Dove credi che siamo? Se Io mi presentassi così in municipio cosa faresti ?"
Lui mi guarda sorride e mi dice:
"Tranquillo Eugene, devo solo comprare delle azioni, non devo trovare lavoro al servizio di Haussmann"
"zitto, dovrei avere un completo da Margot, io lo vado a prendere, tu intanto entra nel caffè qui davanti e datti una sciacquata per dio"
Che deficente, fortunatamente qui vicino c'è la brasserie di mia sorella Margot.
Torno indietro ed attraverso velocemente rue de files Saint Thomas.
Sono davanti al locale.
Monsieur De latin, che bella sorpresa!
Bonjour Martin, ou est mademoiselle De latin?
"Non è ancora arrivata, le serviva qualcosa?"
"Il mio completo di riserva, Jerome ha combinato un casino, a pranzo passo e ve lo racconto."
"Vado subito a prenderlo"
Pochi istanti dopo Martin si presenta col completo che cercavo, che efficienza, se non lo avesse assunto mia sorella come cameriere lo avrei assunto io come segretario.
"Grazie Martin, a dopo salutami il colonnello"
"Certo signore"
Esco dalla brasserie e raggiungo il caffè dove avevo mandato Jerome.
Eccolo li, il farabutto sta mangiando delle fette di pane imburrate.
Basta mangiare, vatti a cambiare alla svelta disgraziato.
Gli dico allungandogli il completo.
"Dove mi cambio genio?"
"Conosco il proprietario, chiedi di poter entrare in cucina per cambiarti"
"Ma non puoi chiederglielo tu?"
"Sei inutile, non ho altre parole per descriverti"
Spiego la situazione al proprietario che scoppia a ridere e da a Jerome le chiavi per entrare in cucina.
Dopo pochi minuti lo vedo che esce con indosso il mio completo.
Gli sta largo, anzi larghissimo, la camicia esce di molto fuori dal gilet che gli arriva quasi all'altezza dell'inguine.
"Meglio di prima, adesso muoviti che siamo in ritardo"
In pochi minuti siamo alla solita sala.
Monsieur De Lesseps, le ho portato l'investitore.
"Monsieur Jerome, non dovrà fare altro che firmare questi documenti"
De lesseps apre una borsa in cuoio e tira fuori una pila di fogli di carta, prende i primi due della pila e rimette gli altri dentro la borsa. Poi si incammina verso i tavoli per la contabilità e fa firmare a Jerome i documenti.
"Tutto fatto, adesso può andare, passi a rue de Turbigò e consegni alla mia segretaria i fogli che ha cercato, tu De latin vai ad avvertire il contabile che sono state comprate un milione di franchi di azioni della nostra compagnia, questa è la ricevuta"
Mi avvicino al ragazzo rossiccio che aggiorna le quote azionarie dell'indice in cui siamo inseriti.
Appena legge la cifra sbianca e chiama Monsieur De Neville, colui che a seconda della domanda calcola la variazione di prezzo delle azioni della società.
Monsieur Neville si avvina, porta l'abito scuro, i favoriti bianchi si congiungono ai baffi formando uno strano manubrio durante il sorriso.
Mi guarda, mi sorride e mi stringe la mano, poi corre subito ai tavolini e scarabocchia qualche calcolo.
Pochi minuti dopo il ragazzo rossiccio scrive la nuova valutazione della compagnia sulla bacheca infondo alla sala.
"390 CUCS +3% " .
Sono sbalordito, in poco meno di qualche minuto la compagnia è cresciuta del 3%.
Esco dalla borsa e raggiungo rue de Turbigò, cioè il posto dove lavoro a meno di trattative in borsa.
"Bonjour De latin"
"Bonjour Margharet"
Saluto la mia segretaria, è irlandese ma ormai è francese in tutto e per tutto.
È molto giovane, l'ho assunta appena sono diventato analiste major, riesce a capire di cosa ho bisogno soltanto guardandomi con quei grandi occhioni azzurri.
"Mezz'ora fa è passata una ragazza che diceva di conoscerla signore"
"È una cliente o la moglie di qualche azionista?"
"No, si è presentata come una sua amica mi pare che si chiamasse Adrienne Espasse, espirasse, non ho capito molto bene il cognome signore"
"Espinasse ?"
"Si esatto, Espinasse, diceva di essere una sua amica, le ha lasciato l'indirizzo"
Non ci credo, davvero si è ricordata di me e mi ha cercato dopo quei pochi passi goffi di valzer che ho ballato?
Prendo l'indirizzo, lo piego e lo metto insieme alle banconote nel portafoglio.
Poi mi siedo alla mia scrivania e apro il registro della compagnia.
Con il colpo di oggi, abbiamo raggiunto il valore nominale di quasi ottanta milioni di franchi, se continuiamo così De lesseps sarà proprietario della compagnia commerciale più ricca di Francia.
Il mediterraneo è un mare d'oro, e chi ne controlla gli stretti controlla il commercio con l'oriente e con l'Africa nera.
È ora di pranzo, ho passato la mattinata a fare l'analisi tecnica della colt, nella mia relazione settimanale consiglierò fortemente a De lesseps di aprire una posizione lunga sulla società.
Devo andare a pranzo da mia sorella, esco dal mio ufficio e prendo una carrozza.
Mi avvio rapidamente verso il locale di Margot, apro la porta e saluto de Martin

Eugene De latin e il giglio neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora