Il Lusso dell'Angelo

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Il cadavere era disteso supino al centro del letto, con le braccia spalancate e la bocca che scopriva di poco l'arcata dentaria superiore. La pelle era attaccata alle ossa, sembrava uno straccio che era stato strizzato fino a sfibrarlo. Nel corpo non c'era una goccia di liquido neppure incidendo l'addome, la cui sagoma si presentava incavata sotto la gabbia toracica.

Gayle emise un basso fischio, tra un flash e l'altro della scientifica già al lavoro. Le mani affondate nelle tasche del blazer e la testa piegata a sinistra per guardare la vittima da diverse prospettive.

«Sì, dovrei proprio farlo vedere a mia madre quando se ne esce con l'ennesima dieta fatata.»

«Tu scherzi, ma questo è il terzo.»

«Avevo gridato "al serial killer" già al secondo.»

«Tu sai sempre tutto.»

Gayle guardò Tony che prendeva appunti. «Oh, senti. Un morto aspirato con la cannuccia e la bandiera della vittoria al vento non è roba da tutti i giorni» disse, indicando l'evidente erezione che svettava tra le gambe del cadavere. «Al secondo avevamo già saltato la fase della coincidenza per direttissima.» Gli occhi le caddero sul pene del morto e inclinò ancora il capo, questa volta a destra. «Almeno anche questo se l'è goduta.»

«Non è detto.» Il dottor Morrison arrivò in tutta fretta, masticando una raffica di sbuffi.

Gayle lo apostrofò con un ironico: «Siamo in ritardo?»

«Con il traffico che c'è, vorrei vedere. Dove diavolo siamo? A Los Angeles?» Il medico legale lasciò cadere la valigetta a terra con uno schianto. «Abbiamo la magia, ma non sappiamo snellire il traffico. Cos'è, l'ironia della vita?» Sbuffò un'ultima volta e poi, ancora a braccia conserte, agitò l'indice indicando l'erezione. «Se anche questo caso è uguale agli altri, il priapismo è post mortem

«Ma a tutti?» Tony allungò il collo, superando la fisicità alta e squadrata di Gayle, che restava piantata tra loro. «Ne ho visti di cadaveri a cazzo dritto e per lo più penzolavano da una trave.»

«Non ne dubito, ma se conosci il modo giusto per provocare un'erezione terminale, non hai bisogno di impiccarli.»

«Sta dicendo... che lo scopo è farglielo rizzare?» Gayle sgranò gli occhi; Morrison si limitò a un'alzata di spalle. «È una nuova forma di Arte Contemporanea brutta?»

«Te lo saprò dire dopo l'autopsia.» Il medico si chinò e frugò nella valigetta. «Se l'esito sarà positivo, il Lusso dell'Angelo avrà mietuto una terza vittima.»

«Il Lusso di chi?»

Antonio la pungolò con il gomito. «I media lo hanno già battezzato...»

«Perfetto. E io quando l'avrei saputo?»

«Quando ti deciderai a guardare i telegiornali e a leggere le testate online.»

«Preferisco le serie tv sugli zombie e i meme sui Corgi. Oh, guardate! Ne ho trovato giusto uno che...»

«No!» fu la risposta corale.

«Beh, ma come siete aridi.» Gayle fece sparire il cellulare nella tasca del blazer, arricciando le labbra e spostando il peso sull'altro piede.

«Sto aspettando l'ultima conferma da un collega dell'obitorio magico, ma sembra si tratti di un incantesimo di Livello-A» riprese il dottor Morrison.

Antonio agitò una mano. «In televisione lo danno già per certo.»

«In televisione ci daranno anche il nome dell'assassino? Così ci portiamo avanti col lavoro e stasera torniamo tutti a casa a un orario decente.» Gayle camminò attorno al letto e si guardò in giro. La stanza non era in disordine, porte e finestre non erano state forzate né conservavano tracce magiche, tutto faceva supporre che lo scopo di rapina fosse da escludere. Ma se si trovavano davvero davanti a un serial killer, sembrava strano che quest'ultimo non si fosse preso un souvenir della vittima: anche sulle scene dei crimini precedenti pareva non mancare nulla. «E Van Hoer quand'è che dirà anche a noi come affrontare la faccenda?»

«Indici una conferenza stampa, vedrai come accorrerà» sogghignò Antonio.

«Direi che qualcosa si sta già muovendo» disse il medico legale mentre si avvicinava al cadavere.

«Del tipo? Nudamano.» Gayle disegnò un circoletto nell'aria con l'indice e il medio della mano destra. Il palmo della sinistra fu attraversato da una lieve luccicanza che poi lo rivestì per intero e le permise di aprire il primo tiretto del mobile senza bisogno di guanti. Dall'interno non spuntò altro che della semplice biancheria, anche piuttosto ordinata.

«Ma come, non lo sapete? Van Hoer ha contattato il Dipartimento di Negromanzia. Ve ne mandano una.»

«Cosa?» Gayle si girò di scatto. «No, ma che palle! Quelli puzzano di morte, portano rogna! Ma no! Ma che... ma... Ah! E quindi mi toccherà stare dietro a una che si gingilla con topi morti, gatti morti, cani morti, cose morte; vestita da becchina dalla testa ai piedi, velette nemmeno fossimo alla fiera del gotico e "Nooo! Ho avuto una tremenda visione: non trovavo una camicia nera di sangallo da abbinare alla gonna plissé porpora. Ah. Moriremo tutti!". Mi stai dicendo questo?»

Alvarado rise in maniera sfacciata, mentre i ragazzi della scientifica cercavano di mantenere un contegno, toccando distrattamente la prima cosa di legno o ferro capitasse loro a tiro: prendere in giro un negromante finiva sempre per ritorcersi contro. Almeno così dicevano.

«Ma senti da che strega viene la predica, Stoner.»

«Oh, andiamo, doc! Trovamene qualcuno che non abbia la simpatia di un palo avvolto da cartavetrata nel culo. Dai, ti sfido.»

«Panizzo di Detroit.»

«Sembrava uscito da uno spettacolo di quel falso di Criss Angel.»

«Van Herbert della pasticceria all'angolo con la Quinta e la Hill.»

«Ha sempre l'umore talmente nero che fa neri anche i dolci. Macaron Carbon Sadness ti dice niente?»

«E Stratford, allora? Non veste di nero!»

«Solo perché è un poliziotto ed è obbligato a indossare la divisa, ma si tinge i capelli.»

«Però chef Ratowskij è simpatico, dai» intervenne Tony. «Le sue ricette sono il top, lo segue anche mia nonna!»

«Ma se ogni volta che cucina un pollo, un coniglio o quel che, è ha quel sorrisetto sadico mentre li affetta che sembra dire: "Oh, sei morto. Adesso sfiletterò la tua carne e poi la tua anima".»

«Che esagerata.»

«Che dirti, sono una strega semplice. Amo la pizza, il baseball e le serie tv sugli zombie.»

«E i meme sui Corgi...»

«E i meme sui Corgi. Vivi.» Gayle portò le mani ai fianchi e sbuffò. «Quindi abbiamo finito, qui?»

«Voi sì» rispose Morrison, «ti farò avere maggiori notizie dopo l'autopsia. A una rapida occhiata, direi che l'ha soffocato prima di fare tutto il resto; come le altre vittime. Per quanto riguarda l'ora del decesso, posso solo ipotizzare che sia avvenuto in nottata, ma potrei sbagliarmi. Guardate come diavolo è ridotto! Temperatura e rigor non servono a niente; come si aspettano che possa lavorare così?»

A conti fatti, per Gayle c'era ben poco da ridere: avevano tre morti, una negromante a cui presto avrebbe dovuto fare da balia e un serial killer che se ne andava in giro drizzando cazzi e risucchiando la gente.

Se queste erano le premesse, si prospettava proprio un'altra bellissima giornata a Starlen City.

Il Lusso dell'Angelo: Figli di Giuda #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora