Il Lusso dell'Angelo: Figli di Giuda #1

Il primo girone infernale della vita

Doveva essersi bevuta il cervello.

Ospitare in casa una negromante, per non sapeva neppure lei quanto, doveva essere solo frutto di un principio di demenza senile precoce. Senza contare che non aveva mai fatto mistero di non sopportare l'intera categoria. Neppure con il suo barista preferito, che era un negromante.

Si dice che le brutte esperienze ti restino dentro più di quelle belle e che l'adolescenza sia il primo vero girone infernale della vita. Messe insieme le cose, Gayle otteneva solo due parole: bulla negromante, quella che le aveva reso la scuola l'incubo quotidiano durante medie e liceo.

Le prese in giro, il corpo che cambiava, i primi incantesimi rudimentali fatti contro le regole.

Anche lei ne aveva sperimentati da sola nella sua stanza, ben nascosta nei boschi attorno a Starlen o nell'ospedale abbandonato. A quindici, sedici anni era impossibile tenersi sotto controllo quando prendevi coscienza di poter far volare gli oggetti, piegare il ferro senza toccarlo, creare la luce nel palmo della mano, trasformarla in fuoco. Vedere i fantasmi.

Una volta Gayle se n'era ritrovata uno aggressivo sulla sua strada e, anche se nessuno aveva trovato la prova che fosse stata Leslie Desoto a richiamarlo, Gayle ne era quasi certa, glielo aveva letto in faccia: nell'indifferenza del sorrisino appena accennato su labbra colorate di scuro e nella risatina di quel "Che scherzo divertente!" esclamato alle amiche.

I fantasmi non potevano essere evocati, ma richiamati per pochissimi minuti e portati nel mondo dei vivi. Nel gergo, i maghi dicevano "prenderli al lazo", perché era proprio così che funzionava: si creava un cappio all'estremità di una specie di corda o catena magica, che veniva lanciata e afferrava il fantasma di turno per strattonarlo fuori dalla sua realtà ultraterrena in modo che scorrazzasse come un folle in quella dei vivi. Non erano in grado di recare danno alle persone se non a livello psicologico. Tranne quando si forzava l'entrata di un fantasma nel corpo di un essere umano. Era così che si passava alla possessione, incantesimo di Livello-β, di una categoria superiore rispetto a quello di Livello-A e decisamente più pericoloso.

Leslie le aveva fatto trovare un fantasma sulla strada in un giorno di pioggia torrenziale, mentre cercava di tornare a casa non troppo fradicia. Era già la più alta della classe, maschi compresi; fisico squadrato e sproporzionato: braccia troppo lunghe, spalle troppo larghe. "Sembri un armadio con i capelli" era quanto di più carino le avessero mai detto.

Quindi, mentre camminava veloce e curva, sotto un ombrellino che la copriva a malapena, aveva visto spuntare uno spettro dagli occhi rossi. Consistenza semitrasparente e colori sbiaditi come panni cotti dal sole e tendenti al biancastro più o meno sporco. Il sorriso laido, il respiro infoiato e lei all'ultimo anno delle medie. Il lazo che il fantasma aveva al collo era sottile, ma il suo occhio da strega aveva iniziato a vedere i particolari che ai dismagici sfuggivano. Le era andato addosso a tutta velocità, distendendo le braccia tentacolari, e prima che avesse potuto difendersi le era entrato dentro.

Era stata l'esperienza più brutta della sua vita.

Aveva cominciato a capire già da tempo come funzionava l'attrazione sessuale, quali fossero i suoi desideri, ma ancora non sembrava pronta per accettare che gli uomini non facessero parte di questa categoria, se non come elementi di fratellanza. Quel fantasma le aveva fatto esplodere la repulsione definitiva. Aveva sentito i desideri di un maniaco sessuale elevati alla potenza del solo spirito e liberi dai confini della limitazione fisica. Quel maniaco aveva toccato il suo, di spirito, ed era stato al pari di una molestia. Se non si era trasformato in stupro vero e proprio era stato solo perché la fortuna aveva voluto che una coppia di poliziotti passasse in quel momento, con la loro volante. Lo stregone l'aveva salvata e spezzato il lazo; il fantasma era fuggito in un latrato insoddisfatto, mentre lei era stata portata in ospedale.