"Girasoli"

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Ispirazione: Canzone + Dipinto
"Girasoli", Emanuele Aloia + Van Gogh

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Sapete, la vita a volte è davvero strana.

Però figuriamoci, chi sono io per definire cosa è strano e cosa è normale?

Normale poi... È una parola di cui prima credevo di conoscerne il senso, ora non più.

Molto spesso mi è capitato di fermarmi e non sapere più neanche chi fossi io.

Ero una ragazza "normale" a detta dei miei genitori, quando al liceo i professori non facevano altro che complimentarsi con loro per quanto fossi brava.

Ero una ragazza "normale" a detta della società, quando nei pomeriggi dopo lo studio, da brava adolescente, dovevo impegnarmi in corsi extra, seminari o fare necessariamente sport perché: "beh, lo fanno tutti!"

Ero una ragazza "normale" a detta del mondo, quando uscivo con gli amici e cominciai a partecipare a delle feste, mi sembrava l'unico modo per evadere da quella gabbia d'oro.

È vero, devo ammettere che uscire da quella casa era pura gioia per me.

Non vedevo l'ora di farlo perché non mi sentivo mai al mio posto, non mi sentivo mai compresa, non mi sentivo mai amata, non mi sentivo mai accettata.

Non mi sentivo nel mondo giusto e mi ritrovavo sempre a dubitare del mio sogno: quello di voler diventare una scrittrice.

Non mi sentivo me, e Toga Himiko a quanto pare fece un grande errore, una enorme nota rossa sbucò sul suo libretto dei voti perfetto:
Si innamorò.

Buffo vero? Alcuni dicono che l'amore porta con sé anche dolore.

Eppure sapete quale fu la causa di quel dolore?

La causa fu che non ero "normale", perché?

Perché mi innamorai di una donna.

No, non è sempre come vogliono inculcarvi, l'amore non è mai solo rose e fiori, l'amore spesso è spine e coltelli, che ti lacerano lentamente.

Mi credereste se vi dicessi che l'epilogo fu molto semplice, quanto distruttivo?

Bene, ripassiamo insieme allora.

Punto 1)
Decisi di prendere il coraggio a due mani e parlarne ai miei quello stesso pomeriggio in cui, al mattino, baciai la ragazza di cui mi ero innamorata.

Punto 2)
Durante l'ora del tè, da buona e "normale" ragazza di casa, servì ai miei la merenda e li lasciai accomodare in soggiorno per parlargli.
Ero nervosa certo, ma ehi, davvero quella rivelazione poteva essere peggio di dirgli che la loro perfetta figlia, aveva preso un 3 in matematica?

Punto 3)
Iniziai a raccontare ai miei che mi ero innamorata, stavo conoscendo qualcuno ormai da mesi e che finalmente quel mattino, avevo baciato quella persona.
I miei sembravano felici, assurdo, anch'io potevo avere qualcuno che mi amasse quindi?

Punto 4)
Un nome, bastò solo il nome di quella ragazza che viveva a due isolati da noi.
Un nome, e la tazzina del tè nelle mani di mia madre si frantumò al suolo.
Un nome, e mio padre si alzò furioso dal divano, urlandomi contro.

No, non sia mai che il buon nome della famiglia fosse macchiato da questo peccato, non sia mai che l'amore macchiasse la normalità.

Aspettate il punto 5 vero?

Rinnegata, abbandonata, denigrata, cancellata...

Sì, fui buttata fuori di casa dai miei stessi genitori per colpa dell'amore, un amore secondo alcuni malato, un amore innaturale.

Omnia vincit Amor ~ Raccolta OneShot Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora