6.

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Quando mi avvicino al lavandino non trovo Alice, bensì Luigi (tra l'altro già all'opera).

<<Lu', ma non era il turno mio e di Alice di lavare i piatti oggi?>> mi metto di fianco a lui iniziando comunque a fare ciò che devo.

<<Si, ma mi ha chiesto di fare a cambio, probabilmente aveva da fare>> mi sembra un po' strano vista la vergogna di Alice anche di chiedere di passarle l'acqua a tavola, ma faccio finta di niente.

Mentre laviamo le maniche della felpa continuano a scendere e a rischiare di bagnarsi, quindi mi asciugo per un secondo le mani e la tolgo. La poggio sullo sgabello restando col top che avevo sotto, il quale mi scopre la pancia.

<<Caldo? Troppo lavoro?>> mi prende in giro il moro ed io gli do un colpetto al fianco con l'anca avendo le mani impegnate.

<<Sono tecniche di sabotaggio queste? Credi che nessuno si sia accorto che qui sto facendo tutto io?>> continua a scherzare ed io rido.

<<Ma la smetti>> stavolta gli do una gomitata.

<<Guarda che ti denuncio, mi stai mettendo le mani addosso>> ride anche lui e mi fa un occhiolino, cosa che mi fa comprendere che sta continuando a scherzare.

<<Fino a prova contraria non mi sembra di aver utilizzato le mani, quindi la tua deposizione di fatto non sarebbe per nulla veritiera>> gli do filo da torcere.

<<Ma nessuno lo saprebbe>> passa dietro di me per allungarsi a prendere lo svelto dal mio lato. Sussurra la frase tra il mio orecchio e l'incavo del mio collo, mentre siamo completamente appiccicati.

Non essendo abituata a situazioni del genere, con un ragazzo per giunta, sento il battito del cuore accelerare un bel po' sentendo un calore verso il basso a me sconosciuto, ma cerco di non dare a vedere nulla di tutto ciò.

<<Ci sono le telecamere>> controbatto con voce un po' più flebile rispetto a prima, mentre lui ritorna al suo posto.

<<Questa volta mi hai incastrato, 1-0 per te. Te la do vinta>> sorridiamo entrambi continuando a lavare questi piatti che sembrano non finire.

In questi giorni io e Luigi ci stiamo molto avvicinando. Lui sta davvero cercando di farmi ambientare il meglio possibile ed è una cosa che davvero apprezzo. Il primo giorno in cui sono entrata mi sono aperta molto con lui, proprio perché avevo bisogno che qualcuno comprendesse la mia personalità e capisse come prendermi e come comportarsi con me in determinate situazioni. Lui è totalmente il mio opposto e questa cosa mi intriga molto, perché potrebbe davvero farmi acquisire qualità che forse non ho ancora del tutto sviluppato, come la socialità e l'auto ironia.

<<A che pensi?>> a risvegliarmi dai miei pensieri non è solo la sua voce, ma anche la sua mano fredda e bagnata che si posa sulla parte scoperta della parte bassa della schiena.

Praticamente salto.

<<Ma sei impazzito?!>>.

<<Sembravi in un altro mondo, dovevo darti una scossa per risvegliarti>> con ancora il freddo sulla schiena faccio finta di nulla e poi, dopo qualche secondo, mi prendo la mia rivincita.

<<Vuoi la guerra?>> risponde lui dopo che l'ho schizzato praticamente in faccia e su metà Busto.

Ci guardiamo entrambi negli occhi: io totalmente preoccupata ed ignara delle sue intenzioni, lui con grande sete di vendetta.

Lascio stare i piatti ed inizio a correre in gradinata, ma è inutile dire che non riesco per nulla a sfuggirgli.

<<No no no no no no no no no no>> urlo praticamente ad oltranza cosciente del fatto che perderò.

Non appena mi raggiunge, per di più sotto gli occhi di Albe e Serena, mi carica sulla sua spalla come fossi un sacco di patate e poggia di nuovo la sua mano (tutt'altro che asciutta) sulla parte bassa della mia schiena.

<<Luigi mettimi giù! Luigi! Non farmi urlare che stanno dormendo!>> mi dimeno con risultati che davvero farebbero pietà a chiunque.

<<Chiedimi scusa per ciò che hai fatto>> risponde lui fermandosi al centro della sala della gradinata, mentre la coppietta se la ride dal gradino più alto.

<<Guarda che io non ti ho fatto proprio niente. Ad ogni azione corrisponde una reazione, dovresti essere tu a chiedermi scusa>> affermo io.

<<Per me possiamo restare così fino a quando non fai ciò che ti ho detto>> si impone.

<<Mi arriva il sangue al cervello poi>> cerco di dissuaderlo.

<<Motivo in più per farti sbrigare. Su, forza. Ammetti le tue colpe>> non demorde tenendo ancora la sua mano fredda ed i suoi anelli a contatto con la mia pelle.

<<Non vorrei intromettermi nelle vostre faccende personali, ma quella poveretta tra un po' muore>> dice serena ridendo leggermente.

<<Grazie dell'aiuto>> le rispondo, ma Luigi non sembra intenzionato a cedere.

<<Lu', per favore, mi lasci andare?>> gli chiedo dolcemente allacciando le mie braccia suo busto, continuando ad avere la faccia rivolta alla sua schiena.

<<Sto aspettando che tu faccia ciò che ti ho chiesto>> mi toccherà cedere prima di ritrovarmi col sangue alla testa.

<<Si, ok scusa, ora mettimi giù>> fa come gli dico e non appena poggio i piedi a terra mi gira leggermente la testa.

<<Sei un'idiota>> commento, mentre lui sorride soddisfatto per la sua vittoria.

<<1-1 Vittoria, 1-1>>.

<<Chi diavolo ha lasciato l'acqua del rubinetto aperta?!>> sentiamo urlare Alex dalla cucina ed entrambi sbarriamo gli occhi.

<<Fossi in voi scapperei lontano, molto lontano>> commenta Alberto, ma in realtà io ed il cantante difronte a me subito andiamo da Alex, con espressioni alquanto colpevoli.

<<Perché la cosa non mi stupisce?>> commenta Rina non appena ritorniamo vicino al lavandino.

<<Scusa papà, è stata una dimenticanza>> scherza luigi, beccandosi una cinquina dall'amico.

<<Prima ti fai cambiare i turni e poi perdi tempo. Non farmi cambiare idea>> continua il cantante di "Sogni al cielo".

Vedo Luigi chiudere gli occhi e capisco che in realtà Alice non gli ha chiesto proprio niente. Quando Alex si rende conto della figuraccia fatta fare al compagno si dilegua con una stupida scusa banale e ci lascia di nuovo soli.

<<Addirittura farsi cambiare i turni per stare con me. Stai toccando il fondo strangis, cosa ti succede?>> lo prendo in giro asciugandomi le mani e poi successivamente asciugando le stoviglie lavate in precedenza.

<<Mi è solo più comodo questo giorno, tutto qui>>.

<<Certo, come no>> la cosa non mi dispiace in realtà...affatto.

<<Non mi credi?>> mi guarda fisso negli occhi ed io non ho intenzione di abbassare lo sguardo.

<<Neanche un po'>>.

Come nelle canzoni -Luigi StrangisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora