27. CRONOMORFI

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«Ottimo, è un piacere conoscerti. Ti portiamo al sicuro.»

Il ragazzo non sembrava essere d'accordo, tant'è che l'oscurità danzò attorno a lui con rapidità, come se volesse proteggerlo. Ada intervenne prontamente e cercò subito di diramarla, ma questa si dissipò da sola dopo pochi istanti.

"Un figlio di Rutia?" domandò a sé stessa.

Darryl strinse più forte lo Stirpemista e cercò di tirarlo su.

«Sei tu il ragazzo che stavamo cercando?»

Senza aprire bocca, Shirei si limitò ad annuire e si lasciò mettere in piedi. Solo allora Ada poté guardarlo appieno. Era alto, molto alto, e il suo corpo sembrava magro, più da un tipo con la predilezione per l'agilità piuttosto che per la forza. I capelli neri gli cascavano sul volto, ma lasciavano intravedere di poco le sue iridi. Quando i loro sguardi si incrociarono, il primo istinto di Ada fu quello di sobbalzare e chiudere le palpebre.

Viola.

Perfetti, rotondi e luminosi occhi viola.

Solo un dio della quarta generazione aveva quella tonalità tanto peculiare.

"Cragar!" gridò Ada nella sua mente.

Anche gli altri membri del gruppo sembrarono arrivare alla stessa conclusione e, per tale motivo, si fermarono per un istante. Darryl fu l'unico dei quattro a rimanere piuttosto impassibile, quasi come se non ne fosse sorpreso. Spostò il braccio di Shirei attorno alle sue spalle e lo aiutò a fare qualche passo, che in un altro momento sarebbe stata una scena molto divertente. Shirei era più alto del figlio di Corgi di almeno dieci centimetri, quindi quest'ultimo non stava dando chissà quale soccorso.

Elaine avanzò verso i due e si accovacciò leggermente sulle ginocchia per poterlo guardare in volto. «Sono una curatrice, se mi dici i tuoi sintomi posso provare a guarirti.»

La figlia di Mardi sorrise dolcemente allo Stirpemista che, tuttavia, la lasciò senza alcuna risposta.

«Ada,» Darryl fece cenno alla ragazza di avvicinarsi, piegando indice e medio, «puoi dare un'occhiata nel Inframondo?»

La Stirpemista annuì e chiuse gli occhi. Con la mente, viaggiò attraverso il proprio corpo fino a raggiungere il suo petto, dove il cuore batteva con forza. Esattamente lì vicino vide splendere la propria particella divina e l'attivò. Avvertì il mana racchiuso all'interno ruotare vorticosamente e diffondersi nel suo corpo fino a raggiungere i suoi bulbi oculari.

Quando la Stirpemista riaprì gli occhi, il mondo attorno a lei era cambiato.

Le sensazioni affioravano come un uragano impetuoso, sbattendola in tutte le direzioni. Era come essere inghiottita da un vortice senza fine, dove il verde, il bianco e il nero si fondevano in una danza caotica di colori indistinti. Nel mare di quella dimensione distorta, Ada scorse vagamente lo spettro di Shirei, ma la sua forma era alterata, quasi irreale. Era del tutto naturale, il ragazzo si trovava ancora nel mondo mortale, dunque non avrebbe potuto vederlo se non attraverso le particelle di etere che delineavano la sua figura in negativo. Risultava avvolto da una nebbia verde, mentre cinque fiamme spettrali ruotavano sulla sua testa, una più vicina delle altre. Accanto a lui, una massa oscura fluttuava nell'aria, rivelando una spada che emanava un'aura sinistra. Ada lottava per orientarsi, per trovare un punto fermo in quell'oceano tumultuoso di magia e caos. Ma, nonostante gli sforzi, tutto ciò che riusciva a percepire era il frastuono dell'etere che la circondava e la presenza inquietante di Shirei, nascosto dietro il velo oscuro dell'Inframondo.

«Cosa vedi?» chiese Havel con tono impaziente.

La figlia di Rutia guardò Shirei e cercò di descrivere ciò che stava accadendo. Lo Stirpemista era avvolto da una miriade di particelle luminose di colore verde, l'etere appunto.

Maschere Immortali: L'Alba della VeritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora