Arrivata nel bosco sentii dei passi, mi girai e incontrai quei bellissimi occhi verdi, purtroppo spenti per colpa mia. "Hey Gil... Mi dispiace" "Si tranquilla, tanto hai ragione non c'è niente tra noi" Gilbert sorrise. Io invece non sorrisi, quella frase mi ha distrutta dentro. "Beh io dovrei andare a casa, è tardi" dissi sforzando un sorriso. "Ci si vede!" disse Gilbert. Tornai a casa scalciando i ciottoli e tenendo la testa bassa. Entrai in casa, pranzai con mia madre e andai in camera mia. Dopo un pò Gilbert bussò alla mia porta, non riuscivo a sostenere quel sorriso. "Ciao Sarah, andiamo?" "Certo" risposi con un sorriso accennato. Non abbiamo mai avuto problemi a parlare ma c'era un clima di imbarazzo. Gilbert aveva lo sguardo basso, sembrava stia pensando a qualcosa, io guardavo avanti e camminavo a testa alta. "Ascolta, devo parlarti" disse, "dimmi tutto" risposi. "Beh penso tu ti sia accorta che ogni giorno dopo scuola vado verso casa con passo svelto. È perché mio padre sta molto male e ha bisogno del mio aiuto" poverino, non mi capacitavo del fatto che al momento stesse con me "Mi dispiace tantissimo, non dovresti stare qui con me, vuoi che andiamo a casa tua e ti aiuto?" "No no, in realtà ho bisogno di andarmene di lì perché ogni giorno peggiora e sto male perché mi ricorda la morte di mia madre" di istinto lo abbracciai. Lo sentii singhiozzare, mi bagnò la spalla ma non importava. A considerare come mi stringeva aveva proprio bisogno di un abbraccio. Dopo un pò si allontanò e sentii un vuoto dentro di me. Mise le mani sui miei fianchi e mi guardò intensamente prima di avvicinare il suo volto al mio e darmi un bacio desiderato da parte di entrambi. "Ma tu hai detto-" "dimenticalo" mi interruppe. A questo punto sorrisi e mi diede un altro bacio. Dopo questo momento che sembrava esser stato un sogno mi accompagnò a casa, cenai e andai a letto con un sorriso sulle labbra. Ancora sorridente, il giorno dopo mi svegliai, feci colazione e andai a scuola. Gilbert era già lì, gli porsi un sorriso da lontano ma si girò dall'altra parte, non ci potevo credere. Passò la lezione e Gilbert non mi rivolse neanche uno sguardo, infuriata fuori da scuola gli chiesi cosa fosse successo. Mi prese per il braccio e mi portò lontano dai nostri amici, dove non ci avrebbero potuti sentire. "Quindi?" dissi con le sopracciglia corrucciate. "Senti penso sia meglio dimenticare quell-" Sentendo quelle parole corsi via piangendo. Mi faceva soffrire troppo e giurai a me stessa che non gli avrei rivolto mai più la parola.
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That smile|| Gilbert Blythe
FanfictionQuesta storia è tratta dai libri di Lucy Maud Montgomery su Anna. La protagonista non è la ragazza dai capelli rossi ma Sheela Morgan, una ragazzina appena trasferita dall'Italia che si scontrerà con un ragazzo che le cambierà la vita: Gilbert Blyth...