Capitolo 2-Primi Dubbi.

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Naomi pov's

Finalmente arriviamo a casa mia. Non vivo in un mega vallone, ma in una casa popolare, un condominio di circa quattro piani, da quattro appartamenti l'uno. Io vivo al primo piano, nella seconda porta verso destra. 

Iniziamo a salire le scale, e una volta piazzate davanti alla porta d'ingresso, estraggo dalla tasca le chiavi di casa, dalle quali penzola un unicorno rosa e lilla decisamente paffuto, e, con qualche difficoltà, riusciamo ad entrare nel mio appartamento. Come detto in precedenza, non è nulla di enorme o di eccezionale, anzi, è una casa piccola e modesta, ma molto, molto, molto accogliente. Ha una cucina unita a un piccolo soggiorno, un bagno e tre camere; una è la mia stanza da letto, l'altra è un piccolo ripostiglio colmo di cianfrusaglie varie, e la terza la utilizzo per diverse cose: è fornita di qualche tappetino per fare palestra, una scrivania con un pc portatile rigorosamente rosa e una fotografia di mia madre poggiati sopra, insieme a qualche foglio messo alla rinfusa sul piano del mobile, un tappeto con due pouf davvero soffici, e una grande libreria ereditata dal vecchio padrone di casa, pieno di libri interessanti, che, ovviamente, non leggerò mai.

<<MIO DIO CHE MALE AI PIEDI!>> Esclama Chiara, dandomi uno spintone e facendosi strada verso la mia cameretta.

Sospiro rassegnata (è una cosa che fa sempre), e la seguo, senza rimproverarla, entrando in camera mia insieme a lei. Anche questo non è un ambiente particolarmente grande, ma mi fa sentire a casa; ha un grande letto pieno di cuscini e pupazzi al lato della stanza, le pareti bianche e un po' rovinate sono tappezzate di foto di Paulo Dybala, il mio calciatore preferito, e di Dylan O'Bryan, il mio idolo; vicino al letto si trova un comodino con un'abat jour messa comodamente sopra, in caso di qualsiasi necessità, mantenendo comunque spazio per una bottiglietta d'acqua, da bere nel caso mi venisse sete durante la notte. Ho un armadio al centro della stanza, non molto grande, ma provvisto di un bello specchio, e sotto di esso si trova un grande tappeto color giallo pastello, che copre quasi interamente la superficie della stanza. Per finire, sulla parete opposta al letto, c'è un grande televisore che guardo per la gran parte della giornata, tranne quando c'è la mia migliore amica,o quando mi trovo, ahimè, obbligata a studiare; del resto, questo è l'ultimo anno, non posso permettermi di non studiare o di fare un centinaio di assenze!

La mia amica castana si toglie le scarpe e le ripone ordinatamente vicino all'armadio, e si siede sul letto, prendendo il telefono tra le mani. Faccio lo stesso.

<<Ehi.- Le dico, cercando di spiare cosa facendo con tanto interesse sul suo cellulare.- Ti stai sentendo con qualche bel moretto della zona? Eheh.>> Le dico ridendo, conoscendo perfettamente quale sarebbe stata la sua reazione.

<<Sì perché io mi scrivo abitualmente con ragazzi a caso come fai tu, eh? Non andrò a cercare nessuno, non ne ho bisogno, per il momento, mi limiterò ad aspettare. La persona giusta,arriverà quando sarà il momento.>> Mi dice, spiegandomi per l'ennesima volta la stessa cosa.

<<Sìsì, ho capito! E comunque, non mi scrivo con persone a caso!!>> Rispondo alla castana, che nel frattempo non distoglie lo sguardo da quel stupido gioco che si è installata sul telefono, e la cosa mi urta parecchio.

Le prendo il telefono dalle mani e mi alzo, mettendomi a correre per la stanza, venendo inseguita da Chiara.

<<RIDAMELLO, STRONZA!>>

<<Ehi, siamo volgari? AO!>>

Mi raggiunge, purtroppo è più veloce di me, ma nel farlo mette male il piede e mi fa scivolare a terra, sopra il suo zaino, che aveva lasciato in mezzo alla stanza, come al suo solito. Là a terra, da quella visuale, vedo uno strano pezzo di carta bianca e colorata fuoriuscire dalla sacca della mia amica, simile a un volantino, perciò, allungo la mano e lo afferro, mettendomi seduta e iniziando a leggere avidamente l'intero contenuto.

<<MIO DIO! CON QUESTO POTREMMO FARE FORTUNA!!>>

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Chiara pov's

<<MIO DIO! CON QUESTO POTREMMO FARE FORTUNA!!>>

Accidenti.

Cazzo,cazzo,cazzo,cazzo,cazzo,cazzo,cazzo,cazzo!

Lei, Naomi, era l'ultima persona che sarebbe dovuta venire a conoscenza di quel maledetto foglietto. Non perché non mi fidi di lei, ma purtroppo è molto tarda a capire certe cose ed è ingenua, ho paura che possa illudersi che sia una buona idea partecipare a quell'esperimento.

Maledizione, perché non ho subito buttato via quel diamine di volantino? Ma soprattutto, perché c'è l'ho come pensiero fisso? Perché piano piano la voglia di provarci si fa sempre più alta?

Mio Dio, Chiara, Ragiona!


a te, di duecento anni fa.// !!contenuto esplicito!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora