prologue

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Il conscio di Mattia si ritrovava spesso a distaccarsi dalla realtà, non era un distacco volontario, semplicemente si lasciava trasportare dai pensieri finendo in un mondo parallelo contornato solo dalle cose che amava, lui amava tutto in realtà. Forse lo faceva per fuggire dalla cattiveria delle persone o ancora più contorto per nascondere tutto ciò che fosse rovinato, tutta via gli piaceva pensare che la vita fosse colma di occasioni e bellezze irreversibili, bellezze che andavano osservate con cura catturando ogni piccolo dettaglio per renderlo il loro punto di forza. Anche le cose ritenute insignificanti, per lui erano importanti poiché tutto meritava di essere apprezzato in ogni suo contesto.

Spesso osservava i muri delle strade, logorati dall'umidità o dall'impreciso tempo trascorso eppure lui trovava ogni impercettibile pezzettino di cemento interessante poiché fossero ricoperti di frasi o disegni mal ridotti, battute squallide e avvolte delle vere e proprie opere d'arte ma soprattutto amava osservare i muri tappezzati da quei piccoli poemi che gli adolescenti scrivevano nell'angolo buio credendo che nessuno fosse così attento da leggerli eppure lui lo faceva perché amava sapere che la felicità esistesse ancora nei piccoli gesti che diventavano subito dopo delle grandi dimostrazioni d'amore. Arrivava persino a chiedersi se quelle persone fossero ancora innamorate del destinatario della dedica e spesso il pensiero ricadeva su se stesso, si chiedeva se avrebbe mai trovato qualcuno che lo amasse così tanto a tal punto da dedicargli frasi di canzoni o di poeti dimenticati sulle strade magiche di Roma.

Sfogliava i libri dei suoi autori preferiti fino a farli rovinare perché si perdeva involontariamente tra le parole e i concetti d'amore ancora non provati da lui in prima persona, amava concentrarsi tra le righe dei romanzi di filosofia poiché in qualche modo si perdeva nel cercare il significato dei principi di cui i poeti fondavano il proprio concetto di amore e lo faceva uscire fuori di testa il fatto che nonostante ne esistessero a bizzeffe, nessuno fosse abbastanza.

Guardava il cielo coperto dalle nuvole grigie, sporcate dalla fitta pioggia e ogni volta si ritrovava a sorgere qualche stella luminosa tra il freddo che emanava l'acqua chiedendosi se mai avrebbe trovato una persona con una costellazione all'interno delle orbite perché si, Mattia aveva una voglia matta di innamorarsi, nella sua vita si era concentrato sempre e solo sulla danza tralasciando spesso il lato amoroso ma d'altronde il suo cervello aveva racchiuso da qualche anno a quella parte un concetto altamente sbagliato ma altrettanto giusto nella sua testa;
Credeva di non essere all'altezza di una relazione e pensava che mai nessuno avrebbe avuto il coraggio di innamorarsi di lui. La verità era che Mattia amava tutto ma non amava se stesso e ormai era convinto che non avrebbe mai trovato la persona con una luce diversa negli occhi.

Quella persona.

Quella persona che lo avrebbe aiutato ad amare prima se stesso e poi tutto ciò che lo circondasse.

"Alza di più la gamba Mattia, mi stai ascoltando?"

Il biondo scosse la testa mettendo a fuoco la vista per poi individuare chi lo stesso rimproverando.

oh, Madame Marie.

Così voleva essere chiamata.

"Non appoggiare il piede, non si può nemmeno guardare"

Cercò di compiere il millesimo giro della giornata senza appoggiare il piede ma gli veniva difficile se la donna gli urlava contro senza nemmeno lasciarlo respirare e soprattutto non contribuiva a far passare il suo mal di testa mattutino.

"Sedere in dentro! non stiamo facendo latino"

Mattia voleva piangere.

Non voleva veramente farlo ma le lacrime solitamente tendevano ad uscire limpide e fugaci, non riusciva a trattenersi e spesso si ritrovava con le guance contornate di rosso facendolo sembrare un tenero bambino.

La cura nei dettagli - Matian/ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora