La serata alla fine si dimostrò una tortura.
Un fottuto loop inquietante composto da Mattia che cercava il suo sguardo e Christian che guardava altrove per quanto si sentisse spaventato.
Odiava sentirsi vulnerabile difronte alle persone e puntualmente quella testa riccia bionda lo rendeva esposto a qualsiasi fonte richiedesse sensibilità e non sapeva nemmeno spiegarsi il perché.
Non c'era una spiegazione logica eppure lui non ne voleva sapere di lasciar scorrere. Una persona qualunque sarebbe andata avanti, forse non ci avrebbe nemmeno dato importanza, invece lui non riusciva a togliersi dalla testa quella sensazione di fragilità; quel tremolio nelle mani che sentiva solo qualche minuto prima di uno spettacolo o una gara. Ed era quello forse il problema; un ragazzo qualunque conosciuto da poche settimane lo faceva sentire forte ma allo stesso tempo imponente proprio come accadeva nel ballo.
Avevano passato il resto delle ore seduti a conversare, ridevano tutti, si divertivano ed avevano in poco tempo instaurato un rapporto leggermente più forte e resistente rispetto a prima, tanto da organizzare seduta stante una nuova uscita. Tutti si stavano impegnando per rendere quella serata piacevole, tutti tranne quei due che non avevano fatto altro che cercarsi ed allontanarsi con gli occhi.
Alla fine Christian si era arreso comunicando che fosse stanco e che l'indomani al contrario degli altri lui si sarebbe allenato lo stesso poiché non voleva avere nessun giorno di riposo ma tutto fu inutile siccome il volto di Carola si illuminò in poco tempo rispondendo che anche il suo migliore amico la domenica mattina si allenasse, proponendogli di farlo insieme.
Christian quindi non aveva chiuso occhio a quel pensiero.
Non che prima dormisse tanto, tendeva a rimanere con gli occhi spalancati fino alle quattro del mattino e poi finalmente si addormentava con un mal di testa lancinante. Si svegliava sempre più stanco di prima, quindi certe volte per sopravvivere alle lezioni di classico rimaneva tutta la notte in piedi. Non aveva senso ma in qualche modo si sentiva più sveglio se perdeva quel briciolo di lucidità che gli provocava una dormita di tre ore. Forse era l'adrenalina della notte passata ma quando ballava la stanchezza andava piano a scemarsi ritrovandosi le ore dopo sui banchi di scuola con la testa pulsante e l'animo leggero.
Ed era quello l'importante; sentire di stare bene nonostante la stanchezza.
Così si era ritrovato alle otto di mattina in sala prove con due occhiaie da spavento che lo rendevano ancora più bello e affascinante agli occhi di chiunque lo guardasse.
Christian era estremamente bello senza nemmeno impegnarsi.
I capelli arruffati, le labbra gonfie per tutti i morsi che si dava per smorzare l'ansia, i vestiti più grandi di lui ed infine quegli occhi che parlavano da soli.
Non si stava muovendo.
Era rimasto nel bel mezzo della stanza seduto, a guardare il suo riflesso allo specchio aspettando che la porta si spalancasse da un momento all'altro.
Non si erano dati appuntamento. La sera prima Christian non aveva risposto quando Carola gli aveva proposto di allenarsi insieme a Mattia che nel frattempo non aveva aperto bocca guardando la sua amica con occhi infuocati, quindi non era sicuro che si presentasse ma infondo ci sperava, sperava di poter ballare con lui.
E proprio mentre stava perdendo le speranze; la porta d'ingresso fu aperta mostrando il dolce viso da bambino assonnato che assumeva il più piccolo la mattina presto.
Christian non disse nulla.
Rimase in silenzio ad aspettare che si cambiasse negli spogliatoi e poi quando fu pronto, mise la musica adatta per ogni tipo di stile così da creare una situazione equa e confortante per entrambi.
Era rimasto a guardarlo di nascosto.
Ballavano in sincronia, lontani l'uno dall'altro, con uno stile che non c'entrava nulla rispetto a quello appropriato eppure sembravano perfetti visti dall'esterno.
Non si parlarono per il resto della mattinata, continuando ad allenarsi senza mai fiatare e sinceramente a Mattia andava bene così. Era sempre stato abituato a fare pause che duravano ore solitamente per chiacchierare e scambiare qualche opinione con i compagni ma quella realtà puntata ai suoi occhi non era male.
Ballare insieme ad una persona che non dimostrava simpatia nei propri confronti non era facile ma Mattia stava bene in quella situazione.
Infondo fu piacevole scoprire che il silenzio non era così terribile come pensava.
Mattia però non voleva lasciarlo andare, non voleva che uscisse senza nemmeno rivolgergli la parola, per questo si sentì in dovere di provocarlo, di stimolare qualcosa in lui che ancora non aveva capito ma che aveva voglia di scovare in fondo pur di sapere cosa passasse per la testa di quell'animo così duro e scontroso.
"Potresti anche salutarmi qualche volta comunque" azzardò passandosi innumerevoli volte le mani tra i capelli sudati.
Christian si voltò andando a spegnere la musica una volta terminata la coreografia da lui stesso preparata per poi sedersi a terra per far riposare i muscoli indolenziti.
"È necessario?"
"È educazione" rispose assottigliando leggermente gli occhi e arrossendo poco dopo. Non sapeva il motivo per cui lo stesse sfidando, forse non gli andava a genio che lo scartasse in quel modo.
"Le parole sono effimere ed inconcludenti, ci sentiamo obbligati a dover rispondere ad ogni gesto e comando delle persone quando in realtà si potrebbe semplicemente fare un sorriso di circostanza"
Eppure con lui parlava, certo, lo faceva poco ma avevano tenuto testa ad una conversazione più di una volta e per Christian voleva dire molto forse troppo. Era abituato a sviare i discorsi, a contorcerli e girarli verso gli altri pur di non esporsi, ma con lui no, con lui non sentiva questo dovere.
Questo bisogno di nascondersi con lui non lo sentiva.
"Se non ti piace parlare perché lo stai facendo con me?" il moro alzò le spalle restando fedele allo sguardo vuoto e impassibile di cui si faceva carico.
"Credo che con alcune persone le parole vengano da sé, senza sentirsi in dovere di sostenere una conversazione" il battito cardiaco del biondo si fece sempre più frenetico e pesante, non era abituato alla sincerità di Christian, si era sempre comportato in modo fugace scappando addirittura quando la situazione diventata troppo grande per lui.
"Ti faccio venir voglia di parlare?"
"Fai troppe domande, nemmeno quelle mi piacciono"
"C'è qualcosa che ti piace?"
"Si, ma non ti dirò cosa"
"Perché?"
"Questa è un'altra domanda" concluse alzandosi dal freddo pavimento lasciando il biondo da solo rannicchiato su se stesso. Aveva la testa in subbuglio e non sapeva cosa pensare, di una cosa era certo, Christian lo faceva impazzire.
Aveva qualcosa dentro di lui che lo affascinava, forse era il suo modo di comportarsi che lo portava ad osservare ogni suo minimo comportamento per capire perché odiasse così tanto il mondo e tutto ciò che lo circondava oppure era il contrasto ad ammaliarlo.
La diversità che li separava era fin troppo evidente tanto da essere nascosta.
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La cura nei dettagli - Matian/Zenzonelli
FanfictionPensavano di essere diversi ma non sapevano che l'evidente contrasto li accumunava. L'amore per i dettagli e l'attenzione che gli porgevano. Mattia era solito amare ed apprezzare tutto ciò che gli venisse posto davanti, era quel tipo di persona che...