three

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"Dovresti smetterla con queste cazzate Chri, ti assicuro che nessuno ti odia"

Dario era esasperato.

Voleva uscire e divertirsi soprattutto considerando il fatto che fosse da poco terminata la sessione di allenamento più dura ed intensa dell'anno e che quindi si meritassero entrambi del riposo misto ovviamente al divertimento serale; ma il suo amico quella sera non era molto collaborativo, non lo era mai stato in realtà ma ultimamente si era messo in testa che chiunque in quella scuola lo odiasse e quindi uscire il sabato sera non era tra i suoi hobby preferiti.

Lo soffocava il solo pensiero.

Preferiva rimanere nella sua stanza a scaricare i pensieri, magari ascoltare un po' di musica con il battito cardiaco rallentato, allenarsi fino allo sfinimento per poi finalmente ritenersi soddisfatto, disegnare tra i quaderni pieni di scritte inutili e ripetitive sulle varie tematiche di storia del programma di quinta, ed infine, ad una certa ora sgattaiolare con lo skate piuttosto rovinato tra le strade di Roma illuminate solamente dalla luna calante e qualche lampione distanti venti metri l'uno dall'altro.

Nessuno lo odiava comunque, era solo una sua impressione poiché era difficile che qualcuno si avvicinasse a lui per sostenere una conversazione o anche solo per tollerare uno scambio di battute. Non aveva mai messo in discussione però che forse era per colpa della sua espressione spesso vuota e dei suoi comportamenti al quanto bruschi con il genere umano. Nonostante ciò non gli piaceva essere visto in quel modo ma d'altro canto non voleva avere rapporti stretti con le persone escluso Dario e ultimamente, escluso il biondino che riteneva particolarmente fastidioso ed invadente ma che per qualche strana ragione si ritrovava tra i piedi in continuazione.

"Se solo ti soffermassi qualche secondo capiresti che tutti qui dentro hanno paura di me"

Dario sbuffò sbattendo la testa contro la scrivania di tanto in tanto per alleviare il nervoso. Sapeva che il suo amico non fosse visto come la persona più socievole della terra ma nessuno nella scuola provava dei sentimenti marci verso di lui, anzi, qualunque studente tendeva ad ammirarlo vista la sua fermezza e la sua costanza con la danza.

"Christian, non hai mai fatto avvicinare nessuno!"

"Perché non voglio che mi si avvicinino!"

"E allora qual è il problema?" veramente, non riusciva a capirlo.

Christian gettò indietro il capo tirandosi i capelli corvini e ricci tra le dita, era un gesto particolare che aveva assunto quando voleva calmarsi, non funzionava ma la sua testa lo aveva convinto del contrario.

Non gli importava del giudizio degli altri, odiava solo che si parlasse di lui quando il suo obiettivo nella vita era sempre stato quello di nascondersi il più possibile proprio per evitare certe situazioni. Odiava ancor di più che pensassero che fosse una persona spregevole e unicamente nota come 'l'inavvicinabile' quando realmente non sapeva nemmeno lui che dentro di se viaggiasse completamente un altro mondo, diverso da quello che si era creato esternamente; un mondo che avrebbe voluto che qualcuno conoscesse ma nessuno si era mai posto il dubbio che ci fossero altri colori nel suo animo oltre il bianco e il nero.

Alla fine si era arreso e aveva creato il suo pensiero su quei due miseri colori dove aveva posto la sua più totale fiducia.

Ma d'altronde come poteva pretendere che gli altri si accorgessero delle bellezze che risiedevano dentro di lui se nemmeno lui stesso era a conoscenza di avere dentro al
cuore quel tipo di sentimenti. Li aveva sempre accantonati, provava quasi paura a riconoscere di non essere un blocco di ghiaccio, forse perché mantenere quella maschera; l'aveva sempre portato ad essere un passo avanti rispetto agli altri.

"Carola vuole andare al blueworld sta sera, ha insistito particolarmente e non ci andrò da solo quindi sbrigati"

Carola? la migliore amica del ragazzino fastidiso?

Il fato si stava prendendo gioco di lui; non c'era altra spiegazione.

Era sicuro che ci fosse anche lui, aveva notato come durante le lezioni di classico fossero affiatati e li sentiva spesso discutere su qualche uscita futura da cui Mattia spesso fuggiva.

Non aveva comunque il coraggio di chiedere.

E così si ritrovò qualche ora dopo tra gli studenti della scuola insieme a qualcuno del primo anno di università in quello stupido punto di ritrovo, era un semplice bar vicino ai dormitori e non sapeva nemmeno perché piacesse a tutti in quel modo clamoroso quando per quanto gli riguardasse, non aveva nulla di speciale.

Le luci soffuse blu rendevano tenue e confortante la situazione ma a lui facevano solo venire sonnolenza tanto da chiudere ogni tanto gli occhi.

Nonostante soffrisse di insonnia, capitava spesso che il sonno gli arrivasse nei momenti più strani sovrastandolo completamente.

Spesso diventava quasi limitante vivere in quel modo angustio.

"Potevi dirmelo che eri così stanco, non avrei insistito" lo squadrò da capo a piedi spingendo amichevolmente; sapeva che non si sarebbe mai arreso.

"Piuttosto dimmi dove sono i tuoi amichetti"

"Stanno arrivando, cerca di essere gentile"

Christian lo bruciò con lo sguardo donandogli un'occhiataccia fugace, odiava che qualcuno gli dicesse come doveva comportarsi soprattutto quando era lui stesso ad odiare certi atteggiamenti alquanto discutibili.

Dario scoppiò a ridere spostando subito dopo il suo sguardo all'entrata che improvvisamente venne spalancata dalle delicate mani della ballerina seguita a ruota dal suo migliore amico e un'altra ragazza bionda che riconobbe subito. Facevano modern insieme e negli ultimi tempi Christian aveva notato che il suo migliore amico si stesse avvicinando sempre di più a nuove persone.

Non si chiese il motivo o forse qualche idea vacillava nella sua testa ma non era ne il momento ne il luogo di mettere in discussione il bene che Dario gli voleva; avevano un rapporto strano, spesso litigavano e molte volte si erano gridati addosso pensieri che in realtà non pensavano ma erano amici da molto tempo ormai e niente avrebbe potuto rompere quella bolla di solidarietà che si era creata.

In fondo Christian nella vita si era fidato solo e unicamente di lui.

Li salutarono, uno ad uno. O meglio, Dario aveva salutato i suoi nuovi amici cordialmente e Christian si era limitato ad accennare un sorriso francamente falso ad ogni componente del tavolo senza mai scontrarsi con i suoi occhi; non aveva voglia di sostenere in quel momento quel colore gratificante per la mente umana, quindi si limitò ad adagiare la sua attenzione al menù posto proprio davanti a lui.

"Non mi saluti?"

Solo nel momento in cui si sentì richiamare da Mattia che si permise di alzare il capo dolorante andando a scontrarsi proprio sugli occhioni simili a quelli di un cerbiatto.

Ora aveva un altro motivo per odiare quel posto: le luci blu non facevano risaltare l'azzurro del più piccolo. Lo rendeva spento e triste, cupo. Gli occhi erano privi del loro solito luccichio che tendeva a brillare più del solito quando erano sotto posti alla luce naturale, con il sole ad ammaliarlo.

Non era giusto che un colore così bello, fosse oscurato.

Forse aveva aggiunto un nuovo colore nella sua vita oltre il bianco e il nero.

Adesso stava a lui decidere se scoprire altre sfumature.

La cura nei dettagli - Matian/ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora