parte 3: Buone notizie

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Arriviamo al cinema e la prima cosa che facciamo è recarci al distributore di bevande. Dopo di che ci mettiamo in fila per prendere i popcorn. -Dove dobbiamo sederci?- Chiedo mentre entriamo nella sala. -Interza fila, ti va bene?- Mi chiede ed io annuisco. Ci sediamo e aspettiamo che incominci il film. -Allora... come mai hai detto che non ti piacciono le foto?- Alla sua domanda alzo gli occhi al cielo e sbuffo. -Perché no.- Gli rispondo, ma il suo sguardo mi fa leggermente sorridere. -D'accordo, ma sappi che non ti credo.- Sussurra mentre mangia i suoi popcorn, rido leggermente perché è buffo ma lui non lo nota. Proprio dinanzi a noi si siede una coppia, lei v Quando incomincia il film non parliamo più e ci concentriamo su di esso. -Tu sei pazza.- Mi dice con voce tremolante trattenuta dalle risate. Siamo in macchina e mi sta accompagnando a casa, è molto attento sulla strada e questo mi fa capire che è un ragazzo prudente. -Perché lo sarei?- Gli sorrido e mi asciugo gli occhi. -Hai pianti nel cinema e la gente, di sicuro, ci stava maledicendo.- Nel frattempo parcheggia e rimaniamo in macchina. -È morta la moglie del protagonista, che dovrei fare? Festeggiare?- Non ce la faceva più, così mi scoppia a ridere in faccia.

-Sei incredibile.- Dice da una risata e un'altra, alzo gli occhi al cielo e scoppio a ridere insieme a lui. Nella macchina echeggiano le nostre risate, ad un certo punto smettiamo di ridere e ci guardiamo fissi negli occhi. -Stai parlando tanto di me, ma vogliamo parlare di te? Mi avevi detto che il cane era vivo e invece è morto e sepolto. Potevi semplicemente dire che avevi voglia di uscire con me.- Il suo sguardo diventa serio, mi guarda dritta negli occhi e lentamente si avvicina al mio viso. -A quanto pare anche tu avevi voglia di uscire con me, sennò non avresti accettato.- Mi ha colta di sorpresa, rimaniamo in silenzio e non possiamo fare a meno di guardarci. Il suo sguardo cade sulle mie labbra, faccio lo stesso per capire le sue intenzioni e quando incomincia ad avvicinarsi mordendosi le labbra, prego e spero che qualcuno possa salvarmi. Ad un certo punto sentiamo picchiettare sul finestrino, mi volto e vedo mio fratello con uno sguardo arrabbiato. Scendiamo dalla macchina e lo salutiamo, lui non fa altro che guardare male il suo migliore amico e quest'ultimo in viso ha uno sguardo compiaciuto. -Tiana entra in casa.- Lo dice in modo freddo, provo a controbattere ma afferra in modo brusco il mio braccio e con forza mi trasporta alla porta.

-Ahia! Jake mi stai facendo male!- Esclamo, strattono il braccio perché mi sta letteralmente facendo male. -Entra dentro casa.- Non me lo faccio ripete più e lo accontento, salgo di corsa in camera e osservo i due dalla finestra. -Che cazzo credi si fare con mia sorella?! Ti sto avvisando, non è come le altre ragazze e non lo sarà mai.- Gli urla mio fratello. -Ti vuoi calmare? Stai facendo una scenata, se dici che non sarà mai come le altre perché ha accettato di uscire con me?- Jack spintona Dylan per le cose che ha appena detto, lui non reagisce e aspetta una risposta da mio fratello che lo accontenta subito. -Lei vuole solo degli amici, non li ha mai avuti nella sua scuola precedente e la escludevano sempre. Non voglio vederla nuovamente chiusa nella sua stanza a piangere o a disperarsi perché nessuno la inviterà al ballo d'inverno. Vuole soltanto degli amici.- Detto questo gli dà la spalle e rientra in casa. Dylan rimane fermo a guardare il vuoto, forse si è reso conto della cazzata che ha fatto, penso. Forse per lui sono una delle tante, che sciocca che sono. Ad un certo punto alza lo sguardo e mi guarda, con gli occhi lucidi abbasso la serranda e vado a dormire. Il giorno dopo provo ad alzarmi ma non ci riesco, faccio fatica anche a respirare e inizio a tossire. Con molta ansia provo a chiamare aiuto e subito mio fratello si catapulta nella mia camera. -Cosa cazzo...- Sussurra in preda al panico. -MAMMA! Tiana sta soffocando!- Si mette ad urlare, mamma e papà corrono subito in mio soccorso, mentre mamma prova ad alzarmi, papà chiama l'ambulanza. Ad un certo punto inizio a vedere tutto nero e non sento più le loro voci.

JACK

Quando Tiana sviene arriva l'ambulanza, la mettono sul lettino e mamma va con loro, sono preoccupato perché non ho mai vissuto questa cosa, così chiedo se potessi andare con mamma, ma papà mi dice che è meglio andare a scuola e fare finta di niente, perché a Tiana non sarebbe piaciuto che tutti dovessero chiederle il perché si fosse sentita male. Così dò ragione al mio vecchio e vado a scuola. Parcheggio l'auto e scendo da quest'ultima, mi dirigo verso i miei amici e provo a passare una giornata tranquilla. Sono in corridoio con i miei amici, prendo dei libri dal mio armadietto e mi sento chiamare, mi volto e vedo Belinda e Flor venirmi incontro. -Jacke, dov'è Tiana?- Mi chiedono, ingoio il troppo che mi si è formato in gola e dico ad entrambe una grossa bugia. -Non aveva voglia di venire, ieri si è coricata tardissimo.- Le ragazze annuiscono e mi ringraziano, se ne vanno e mi volto verso i miei due amici, Paul e Robert. -Amico, ti stava mangiando con gli occhi la moretta.- Lancio a Paul uno sguardo confuso. -Sto parlando di Flor!- Esclama, rido leggermente e scuoto il capo, così ci dirigiamo verso la nostra penultima ora. Finalmente arriva l'ora di mangiare, così mi reco in mensa, prendo il cibo e noto le due amiche di mia sorella da sole, poi lancio uno sguardo al mio gruppo e così mi siedo insieme a Flor e Belinda. -Vi spiace se mi siedo accanto a voi?- Lo sguardo di Flor cambia e diventa in un attimo rossa come un peperone.

-Certo.- Squittisce quest'ultima, sorrido leggermente e faccio finta di nulla. Ad un certo punto, Dylan si siede al fianco di Belinda e mi lancia uno sguardo furioso. -Ti sei fatto vivo.- Sussurro, sorride leggermente e si mordicchia di continuo il labbro inferiore, segno di agitazione. -Cos'hai detto a tua sorella?- Mi chiede impanicato, alzo le sopracciglia perché non so di cosa sta parlando. -Di che parli?- Alla mia domanda, sbatte violentemente la sua mano sul tavolo facendo sussultare le due ragazze che subito si alzano e senza dire nulla si allontanano. Tutta la scuola aveva gli occhi puntati su di noi e la sua ex è molto ma molto concentrata. -Amico, te lo ripeto per l'ultima volta, tua sorella non è venuta per quello che è successo ieri?- Penso immediatamente a quello che hanno fatto e al posto di rispondergli, gli pongo un'altra domanda. -Che vi siete mangiati ieri?- Il suo sguardo è confuso e scoppia ridermi in faccia. -CAZZZO DYLAN! CHE CAZZO AVETE MANGIATO IERI SERA?!- Urlo e quest'ultimo mi guarda in modo strano, così dopo mi risponde. -I popcorn e abbiamo bevuto la Coca-Cola.- Mi alzo di scatto, afferro il telefono e digito il numero di mia madre.

Sono fuori dalla scuola e sento il telefono squillare per la terza volta. Finalmente mi risponde. -Jack, non è il momento giusto.- La interrompo. -Ha mangia i pop corno, dalla sua bocca.- Subito mi chiude e mi sento un po' sollevato, ormai ho perso l'ora e forse è meglio se vado a casa. -Non sta bene?- Ecco Dylan che ritorna a farmi domande, alzo gli occhi al cielo e faccio finita di nulla. -J vuoi rispondermi?- Apro la portiera dell'auto e ci salgo, ma non avevo calcolache che anche lui ci potesse salire. -Come sta Tiana?- Mi chiede mentre si mette la cintura, sbuffo rumorosamente e lo guardo male. -È allergica ai popcorn.- Gli dico svogliatamente, lui diventa pallido e si mette le mani fra i capelli. -È tutta colpa mia, ora che faccio?- Sussurra, faccio finta di nulla e mi dirigo verso casa mia. Arrivato a casa, non trovo la macchina di papà e presuppongo che siano ancora in ospedale. Facci accomodare Dylan e in un batter d'occhio mi chiede di Tiana. -Le piacciono i fiori?- Alzo le sopracciglia e lo guardo con aria confusa, non pensavo potesse arrivare a ciò. -Stai parlando sul serio?- Gli domando, non è da lui regalare fiori alle ragazze, ma notando il suo sguardo al quanto serio rimango sorpreso. -La gardenia... le piace la gardenia.- Dico con un sorrisetto in viso, ricordo ancora quando mi dissero del suo tumore e che non ce l'avrebbe fatta, rinnegai subito di avere una sorella per non soffrire e sentire la sua mancanza.

TIANA

Finalmente riprendo conoscenza, mi guardo in torno e capisco di trovarmi in ospedale. Mamma di sicuro si sarà preoccupata. Mi alzo leggermente e mi sporgo leggermente verso sinistra, per schiacciare il bottone di soccorso. Subito entra la mia dottoressa insieme ai miei genitori. -Finalmente sei sveglia.- Sorrido alla dottoressa e lancio uno sguardo a mamma e papà. - Signorina, ci hai fatto venire uno spavento.- Mi rimprovera La dottoressa, ma subito dopo mi sorride in modo strano. -Cosa succede?- Domando e noto che anche la mamma mi sorride. Ad un cero punto i dottori che mi hanno curata entrano nella stanza con dei palloncini e una torta, iniziano ad applaudire. Non capisco perché si stiano comportando in questo modo, però quando mi fanno vedere cosa ci sia scritto sulla torta per poco non mi metto ad urlare per la gioia. -Siete seri?- Domando con gli occhi lucidi, mi guardano e annuiscono. Con agitazione mi alzo la maglia e non vedo più il sondino, subito abbraccio la dottoressa e dopo i miei genitori. -Facciamo così, prova a mangiare un pezzo di torta.-

Suggerisce la dottoressa, un po' timorosa prendo un cucchiaino e prendo un piccolo pezzettino di torta. Lo assaggio e lentamente lo mastico, quando lo ingoio chiudo gli occhi e spero che non mi accada nulla. Non stavo avendo nessuna reazione, lo stomaco lo aveva accettato. -Posso mangiare come le persone normali.- Sussurro, sorrido e con gli occhi lucidi decido di chiamare Jack. -Tiana come stai?- La sua voce preoccupata mi fa sorridere. -Ti dico sono che stasera puoi ordinare la pizza, possiamo guardarci un film e possiamo mangiare patatine insieme.- Rimane in silenzio per qualche minuto e dopo realizza tutto. -Non ci credo...- Sussurra e poi mi chiude in faccia, ci rimango un po' male ma lascio stare. -Devi fare attenzione a quello che mangi, non strafare almeno per un mesetto o più. Il mese prossimo faremo dei controlli, ma ora sei libera da tutto.- Mi dice con un sorrisetto. -La posso chiamare Anna?- Le chiedo e annuisce, dopo qualche oretta mi dimettono e con l'aiuto di papà entro in macchina, purtroppo mi fa male la cicatrice e mi sento un po' debole, e proprio per questo motivo devo rimanere a casa per un po'. Quando arriviamo a casa, con fatica scendo dalla macchina e mi appoggio a mamma, entriamo e dinanzi a me trovo mio fratello e Dylan con un mazzo di gardenie. Guardo subito male Jack presumendo che avesse raccontato tutto a quel deficiente del suo amico. -Non pensavo fossi allergica ai popcorn, perché non me lo hai detto?- Mi chiede lo ignoro e faccio finta di nulla, cosi cerco di far passare una serata tranquilla a tutti quanti...

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora