Impatto

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<< Tu avresti bisogno di un vero uomo, che si sveglia al mattino..... >> canticchiò Ocean, picchiettando il piede contro il ramo su cui era seduta, dandosi il ritmo, e proseguendo spesso con una serie di "nanana". Tanto sapeva che nessuno avrebbe obiettato la sua carenza di memoria in fatto di canzoni, chi poteva farlo? La mandria di informi che aveva sotto? Ma se neanche capivano cosa c'avevano intorno?!
Sempre canticchiando distrattamente portò il suo sguardo alle sue dita: tra le unghie ormai nere ce n'era una spezzata che da giorni le stava dando il tormento.
<< Hei, bello. Hai mica una forbicina? >> disse ad alta voce rivolta a qualcuno di imprecisato sotto di lei. In altre occasioni avrebbe provato a utilizzare i denti, ma in tempi come quelli era un rischio qualsiasi cosa si mettesse in bocca. Chissà cosa aveva sotto quelle unghie: tutto quel nero poteva essere infetto. Anche bere era diventato un rischio, e spesso evitava di bere da fonti o da ruscelli, ma quando poteva preferiva usufruire di qualche bottiglia di acqua minerale superstite. Si sentiva più sicura. Ma purtroppo non sempre era possibile: le bottiglie erano carenti, molti avevano avuto la sua idea, e spesso le trovava aperte o rotte con l'acqua riversata sul pavimento.
Abbassò lo sguardo al suo popolo di fan, e alzò un sopracciglio al sentirli ancora urlare e lamentarsi: erano stupidi, ma testardi. Non s'arrendevano proprio.
<< Bastava dire di no >> disse ancora, in risposta a uno di loro che aveva urlato più forte degli altri, visibilmente infastidito dall'impossibilità di raggiungere la sua preda. Tirò fuori dal fodero una delle sue daghe e usando la punta con cautela cercò di pulirsi un po' le unghie: non era un bene tenere tutto quello schifo forse infetto addosso. Era meglio liberarsene quanto prima.
Rise di sè: ormai aveva un piede nella fossa, e ancora si preoccupava di cose così futili. Evidentemente la speranza, l'illusione di potercela ancora fare, non l'aveva ancora paradossalmente abbandonata. E aveva fatto bene, altrimenti non avrebbe resistito con tanta tenacia fino a quel momento. Fino a quel momento...quando...Bang!
Il suono improvviso la spaventò, e quasi si conficcò la daga nell'unghia. Alzò lo sguardo: era così maledettamente vicino! Chi aveva sparato?!
Poi la vide: poco distante da lei, a distanza di sicurezza ma abbastanza vicino da poter diventare una preda facile, una donna. La riconobbe! Era la donna bionda dell'auto vista quella mattina! Allora l'avevano vista! Erano tornati a prenderla!
La guardò colma di speranza e rinfoderò la daga, poi si alzò in piedi sul ramo, cercando di rimanere in equilibrio, così da essere più visibile, anche se non ce n'era bisogno perchè da quella distanza sicuramente l'aveva vista.
Lo sparo aveva colpito uno degli zombie sotto di lei, e gli altri non persero tempo a voltarsi verso la fonte dello sparo, più vicino rispetto a quella mattina, quindi con una preda più accessibile e più invitante.
<< Ah, ora ne venite attirati, eh? Maledetti!! E stamattina? Niente! >> brontolò Ocean, puntandosi una mano al fianco e guardando i suoi aguzzini con ostilità. Gli zombie cominciarono ad avanzare verso la bionda, cercando di acquistare più velocità che potevano, nonostante i loro arti disarticolati e traballanti non glielo permettessero troppo.
"Che fa? Si vuol far mangiare al posto mio?" pensò Ocean osservando la donna "gesto nobile, ma alquanto stupido. Beh, fatti suoi" pensò ancora e spostò lo sguardo sotto di lei, per vedere se il campo era libero per un eventuale fuga. Sarebbe stata una situazione complessa, non mangiava da giorni ed era senza energie, e non aveva mezzi di trasporto a disposizione ma doveva fare affidamento solo sulle sue gambe: avrebbe retto si e no 2 metri, poi sarebbe morta. Però almeno l'impressione di averci provato le avrebbe dato una morte gloriosa...meglio che star ferme a prendere il sole su un albero, se avesse continuato in quella maniera presto qualcuno sarebbe dovuto venire per girare il lato cottura. Ma i suoi piani vennero ancora una volta distrutti dalla donna, che le urlò qualcosa.
<< Si, certo, perchè io secondo te ti sento se parli da laggiù col sottofondo di zombie affamati! >> brontolò ancora Ocean e si fece segno alle orecchie, per indicare che non aveva sentito. La donna indietreggiò sparando ancora un colpo, e solo allora Ocean notò una macchina parcheggiata a pochi metri di distanza da lei, con un uomo dentro che aspettava.
"Allora ha una via di fuga. Allora quello che si dice sulle bionde non è sempre vero. " pensò Ocean mentre strizzava gli occhi, sperando che la lettura del labiale potesse aiutarla a capire cosa stava cercando di comunicargli la donna...e se le aveva fatto perdere tutto quel tempo solo per dirle "bel vestito che hai" era già pronta a sparargli dritto in testa quell'ultima freccia che le era rimasta nella faretra.
Ancora una volta non capì, la voce arrivò confusa, e, nonostante l'inglese ormai lo masticasse a colazione, leggere un labiale inglese (ancor peggio: americano! ) era ancora una sfida ardua per lei. Ma nonostante le difficoltà le parve di cogliere la parola " Saltare".
<< Saltare dove? >> disse Ocean perplessa, tra sè e sè, e nel mentre fece un piccolo saltello sul posto, così, solo perchè ormai il cervello non era più collegato a tutto il resto del corpo << Va bene, fatto e ora? >> ridacchiò. E lei stessa si meravigliò di come, nonostante la morte imminente, il senso dell'umorismo non voleva lasciarla andare. Sarebbe stata da prendere a schiaffi.
La donna bionda, dopo essersi tirata incontro gli zombi, prese a correre verso l'auto e ci salì sopra appena in tempo per partire più velocemente possibile.
<< Ehi!!!! M'hai fatto perdere tempo ad ascoltarti e poi mi molli qui? >> si arrabbiò e subito tornò a prendere in considerazione la sua prima idea: scendere e tentare la fuga a piedi. Per poi morire 2 metri dopo. Beh, almeno avrebbe avuto ben 2 metri di pura speranza e libertà!
Ma la macchina, dopo una manovra degna del gran prix, girò su se stessa e tornò indietro, dirigendosi velocemente verso l'albero ormai rimasto quasi vuoto. Riuscì a schivare la maggior parte degli zombie, investendone solo alcuni che subito vennero scaraventati a lato della strada, lasciando libero il passaggio. La bionda si affacciò al finestrino mentre si avvicinava e urlò << Dai! Salta, presto! >> e l'uomo gli fece eco da dentro << Presto! >>.
<< Ecco cosa volevi dirmi! >> si illuminò Ocean e facendo attenzione a non capitombolare giù, cercò di far appello a tutte le sue capacità (inesistenti) di equilibrista per potersi spingere il più estarnamente possibile, pronta a scendere giù in strada con un salto (non da poco, ma era l'unico modo per velocizzare la sua scesa).
L'auto si fermò di colpo, frenando tanto da fischiare, e lo sportello dietro venne aperto quasi contemporaneamente sempre dalla donna bionda, messa a lato passeggero, che le facevo segno con insistenza di entrare. Ocean, spintasi il più in la possibile, non appena sentì il ramo che cominciava a cedere si frmò, si chinò, lo afferrò con le mani e chiedendo loro già scusa per il trauma che stavano per subire, si lasciò cadere giù, rimanendo appesa: così diminuiva la distanza da terra e non si sarebbe rotta una caviglia. Le mani piansero i graffi che subirono nello strofinare contro il ramo ruvido e nel trovarsi improvvisamente cariche di 50 kili d'uomo. Poi Ocean, trattenendo il respiro, si lasciò cadere. L'atterraggio come immaginava non fu dei migliori, le ginocchia cedettero, e inevitabilmente la ragazza si spiaccicò al suolo come una pera matura, ma per fortuna non si ruppe niente e cercò di riprendersi quanto prima, nonostante le mancasse il fiato per il colpo subito, e si trascinò verso l'auto. Si accasciò sul sedile posteriore, senza riuscire a entrare completamente e l'auto ripartì all'istante, ma non abbastanza in tempo: uno zombie aveva afferrato la caviglia di Ocean che era rimasta penzoloni fuori, e cercava di combattere la forza dell'aria per riuscire ad arrivare con i denti alla carne tanto bramata. La donna bionda si lasciò sfuggire un grido e cercò di voltarsi per puntare la pistola al passeggero indesiderato, ma non fece in tempo a sparare: Ocean, stesa su sedile, guardò lo schifoso attaccato al suo piede divincolarsi, e senza scomporsi troppo o agitarsi, con il piede libero gli tirò un calcio sul mento.
<< E levati!! >> brontolò assestandogli un altro calcio che fece fare al collo dello zombie un sinistro rumore e gli lasciò la testa rimase reclinata all'indietro.
<< E dai, che qui non ti vuole nessuno! Fai l'autostop a qualcun altro! >> brontolò ancora e con un altro calcio riuscì finalmente a staccarsi l'ospite dalla caviglia. Intanto la macchina continuava a correre a tutta velocità sulle strade della città, cercando di uscirvi. Lo sportello ancora aperto saltellava e sbatteva in continuzione, sia per il vento che per gli urti. La donna bionda si riprese subito dallo shock di avere uno zombie in auto, sembrava la cosa non la turbasse poi troppo, e tornò a guardare la strada di fronte a sè.
Ocean, dietro, stesa sui sedili posteriori si lasciò cadere la testa sospirando colma di sollievo. Aveva ancora i piedi che penzolavano fuori dall'auto, ma ormai che era al sicuro, la forza di ritrarli e chiudere quel maledetto sportello le mancava. E in pochi attimi tutto si fece buio, e il sonno la prese come da tempo non faceva. Finalmente.

A brand new world (A brand new me)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora