24. Finalmente sua

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È proprio vero che quando ti diverti il tempo passa più veloce. Tra feste, bagni in piscina, al mare e pasti in amicizia, metà agosto era già passato e mancavano solamente due settimane alla fine di quell'estate che sarebbe rimasta impressa nella mia mente come la migliore della mia vita. Oggi abbiamo In programma di passare la giornata su uno yatch che abbiamo prenotato una settimana fa. All'alba ci siamo svegliati e abbiamo buttato tutto l'occorrente nei borsoni, che abbiamo portato con noi. Abbiamo dovuto prendere le macchine perché il molo a cui è attraccata la barca è troppo lontano per andare a piedi, così siamo partiti ancora prima del normale. Ed è così che ci ritroviamo su questa elegante e costosa barca, a divertirci per tutto il giorno.

Siamo in acqua a schizzarci, quando Alex mi afferra dai fianchi e mi attira a se, sottraendomi della furia di Carola. «ti ho presa» mi accarezza i fianchi, solleticandoli. «e adesso sei mia» mi bacia, spostando i miei capelli dal viso per non essere intralciato. Sento Carola battere le mani mentre urla, divertita, incitandolo. Restiamo in quella posizione, a baciarci, per qualche minuto. Poi, accarezzandomi un braccio, nota la pelle d'oca. «hai freddo?» sussurra sul mio collo. Scuoto la testa, piano. «non è per quello che ho brividi» mormoro. «è per te» lo provoco. Afferra le mie cosce e, sollevandomi con forza, mi fa salire sulla barca. Rido, tirandomi su e aspettando che lui mi raggiunga sopra. «sei lento!» lo prendo in giro, mentre sale la scaletta il più velocemente possibile. «ah si? Mo vediamo» mi prende dalle cosce e mi carica sulla sua spalla per poi iniziare a camminare verso le cabine sottostanti. Entra in una, quella libera, la prima che gli capita a tiro. «sono stanco di camminare, voglio correre» mi getta sul letto, disfandolo, e si sdraia su di me. «ale?» sospiro, confusa, sentendolo baciare il mio collo salato, scoperto dal costume. «ale?» ritento, non avendo ricevuto alcuna risposta. Si stacca di getto. «scusa, i-io, non so che mi è preso, scusa-» balbetta. Fermo quella tortura con un bacio. «non ho mai detto che stavi sbagliando» lo rassicuro, baciandolo poi per una seconda volta, una terza e così via. «ale... noi siamo una coppia?» azzardo. «siamo molto più di questo» si getta ancora una volta su di me e poi, finalmente, mi fa sua.

Veniamo svegliati ore più tardi da una mano forte sul legno della piccola porta. «piccioncini è ora di pranzo!» la voce di Luigi tuona fuori dalla camera, sento al suo fianco la delicata risata di Carola. «arriviamo» mugugna il ragazzo al mio fianco, cercando di tirarsi su dal letto. Si infila il costume e poi aspetta che io faccia lo stesso, con non poco imbarazzo. «sei bellissima» mi schiocca un bacio sulla fronte, prima di uscire dalla stanza e salire le poche scale che portano al sopra della barca. Mentre passo, rubo la sua camicia dalla serie, infilandola per coprirmi al meglio. «il fattorino ha portato una pizza in più!» Betta sale sulla barca con i cartoni di pizza in mano e una bottiglia di fino nell'altra. Solo ora noto che siamo di nuovo attraccati al molo e non più in mare aperto. «mia!» strilliamo contemporaneamente io e venere, per poi scoppiare tutti a ridere. Ci sediamo vicine e, dopo aver finito le nostre pizze, dividiamo quella in più dando un pezzo a ogni ragazza. «e noi siamo stronzi? Non ho capito» si lamenta Luca. «esatto» lo schiaffeggia la sua ragazza, ridendo. Alex mi fa il broncio, quindi decido di lasciare che prenda un morso dal mio pezzo. «vedi? Lei si che è una brava fidanzata!» ci indica allora Luca, e in cambio ottiene solo un altro schiaffo dietro la nuca.

Durante il pomeriggio, ridiamo e scherziamo per ore. Io passo il più tempo possibile con Alex, godendomi questi momenti insieme. Verso una certa ora, mi sdraio a leggere un libro mentre le altre prendono il sole oppure dormono. I ragazzi invece, restano a fare il bagno fino al tramonto, quando la luce inizia a sparire. Quando il buio prende possesso del mare, torniamo alla spiaggia e, dopo aver consegnato le chiavi a chi di dovere, ci mettiamo in macchina e torniamo a casa. Sono così stanca che in viaggio mi addormento profondamente con il capo appoggiato al finestrino, il corpo distrutto e il cuore felice. A quanto raccontano, è stato Alex poi, a portarmi in camera in braccio, come se fossi una principessa.

CIAO! Allora, la storia giunge al termine fra pochissimo, per quanto mi dispiaccia. Continuate a stare attive e attente, cercherò di postare fra poco

SPEGNERE IL SOLE | AlexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora