L'inizio della fine

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Una calda mattinata d'estate,
prendo ombrellino da sole e cappello.

«Sto uscendo,vado a fare un giro al lago»
urlai a Marie.

«Signorina faccia attenzione la prego, e non saltelli per il palazzo se non vuole prendersi di nuovo una sgridata dal duca» disse preoccupata.

Marie, la mia cameriera, è una persona molto importante, si è sempre presa cura di me fin da tenera età, ed è più grande di me di soli 6 anni, alcune volte viene guardata con gelosia da parte di alcune cameriere ma ognuno di loro sa che ha una personalità così dolce che non la si può odiare.

Esco da camera mia, percorro il lungo corridoio che sembra non voler finire mai, passo finalmente dalla grande porta d'ingresso, salgo sulla carrozza e mi rilasso un po' affacciandomi dal finestrino una volta ogni tanto.
Arrivo nel bellissimo lago dove ero sempre solita venire con mio fratello da piccola, ormai era diventato il mio luogo sicuro, dove potevo essere me stessa, senza essere vista dai miei genitori essendo molto rigidi sull'etichetta.
mi sedetti sull'erba fresca e punzecchiante.
Non potei trovare posto migliore,
i cigni che nuotavano elegantemente, la rugiada estiva sull'erba, il canticchio degli uccellini, mio fratello....

cosa? mio fratello??

«Cosa ci fai qua, eh? i nostri genitori non ti hanno messa in punizione?» mi domandò Arwen con un sorriso a 32 denti in faccia.

«Volevo stare un po' da sola e rilassarmi, ma ora che sei qui mi viene voglia di tornare indietro»

Eravamo soliti a scherzare in questo modo,
io e Arwen non ci vedevamo spesso anche se abitiamo nella stessa dimora,
è sempre stato molto occupato e raramente era libero,
prima o poi avrebbe succeduto a nostro padre, quindi doveva impegnarsi molto a soddisfare le sue aspettative.

Poi ci sono io, a loro non avrebbe fatto né caldo né freddo parlare del mio futuro,
ma sono pur sempre una figlia del gran ducato di Ashford non potrei comunque infangare la loro immagine.
I miei genitori anche se rigidi, mi volevano bene, sapevo che erano abituati a mostrarsi trasparenti, quindi mi andava bene.

«Freya!» urlò scuotendomi dalla spalla mentre ero immersa nei miei pensieri.

«Che c'è»

«Tra non molto ci sarà il tuo banchetto per la maggiore età, sei pronta?, hai ordinato i tuoi vestiti?, preparato il tuo discorso?»

«Ehm forse»
in quel momento volevo solo scappare, non volevo essere rimproverata e sentire le sue lamentele per ore.

«Va bene, allora andiamo insieme ti accompagno»
con tono seccato mi prese per mano, salì  in carrozza e mi portò al villaggio vicino.

«E io che pensavo mi volessi sgridare»mormorai.

«Bastano i nostri genitori per quello, so già come sei fatta, non mi stupisco più» rispose ridacchiando.

Tornai a casa verso sera, Arwen mi diede la buonanotte e andò a cenare, ero così stanca che non avevo appetito,
avevo solo voglia di farmi un lungo bagno caldo, per poi andare a dormire.
Uscita dal bagno, Marie mi aiutò a vestirmi e andai dritta a letto.

Avvolta dalle lenzuola calde in una notte fredda era il paradiso, pregando in un domani radioso fissai le stelle che ero solita guardare dalla mia grande finestra, il cielo era così sereno e la luna così grande e luminosa, gli occhi cominciarono a chiudersi lentamente.

«Freya! freya svegliati
di chi è sta voce, marie? tsk avrei voluto dormire un'altro pò.
«Che succede Marie, è già mattina?,ho ancora sonno...» le risposi girandomi dall'altro lato per riaddormentarmi.

«Freya, vostro padre e vostra madre»disse con voce tremolante come se stesse per scoppiare a piangere da un momento all'altro «sono morti»
«Devo farla uscire da qua, attraverseremo il tunnel delle emergenze» disse mentre mi rassicurò asciugandomi gli occhi pieni di lacrime con la sua soffice e calorosa mano.

Non dissi nulla,

Marie mi teneva la mano,

mentre io la seguì in silenzio,

il lungo corridoio sembrava ora così corto,

pieno d'orrore,

di sangue...

governanti,camerieri,cuochi,
i miei genitori...
tutte le persone che si preoccupavano ogni giorno per me ormai non erano più qui,
mi rimaneva solo Marie,
cercai di parlarle con tutte le mie forze,

«M-Marie?»
si voltò senza fermarsi continuando a correre

«Si,signorina»

«M-Mio fratello,Arwen,sta bene vero?è già scappato vero?»

«Starà sicuramente bene»rispose;
annuì con la testa,
facendo finta di non notare che quelle erano solo parole di conforto.

Ci rifugiammo in una villetta abbandonata
e mi addormentai piangendo appoggiata al suo ventre.

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