✦ 𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝟑𝟒 - 𝐕𝐄𝐍𝐔𝐒

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Finalmente era dentro

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Finalmente era dentro.
La luce dentro quella casa era veramente fioca: le finestre erano aperte, ma le serrande erano tirate in giù proprio per evitare che troppa luce e calore rendessero insopportabile la permanenza al suo interno.

Venus aveva la pistola puntata davanti a sé ed era pronto a sparare se avesse sentito qualsiasi suono interrompere quel silenzio inquietante.
Cercò di fare meno rumore possibile, ma nascosto nell'oscurità del corridoio c'era Jungkook, il quale si era accorto molto facilmente della presenza di un estraneo.

Fino a pochi attimi prima stava riposando sopra il suo letto quando aveva sentito il motore di una macchina spegnersi proprio di fronte casa sua, così si era armato con la sua pistola e si era attaccato completamente alla parete del corridoio per non farsi vedere.

Anche la sua arma era carica, quindi sarebbe bastato un passo falso dell'intruso per fargli aprire il fuoco e cominciare a sparare.
Il suo respiro era silenzioso, il suo petto si alzava e abbassava con calma per evitare di essere scoperto.

Fece un passo avanti per avere una migliore visuale, ma sembrava che chi si era introdotto in casa sua fosse sparito una seconda volta.
In realtà, Venus stava girando lentamente intorno al divano per studiare meglio l'ambiente intorno a sé per capire quali fossero i punti strategici per poter scampare qualsiasi pericolo.

All'improvviso sentì un piccolo rumore provenire dal corridoio e si voltò di scatto, premendo il grilletto e dando inizio a quella missione mortale.
Jungkook aveva chiuso gli occhi, premendo con ancora più forza il corpo contro il muro per proteggersi.
Doveva reagire, altrimenti sarebbe stato spacciato.

Fece un respiro profondo e si voltò verso il salone, pronto ad esporsi al pericolo che lo aveva appena trovato.
Si leccò le labbra e uscì dal suo nascondiglio con una velocità impressionante.
Gli bastò voltarsi a destra per puntare la sua pistola contro il nemico.

Ma il cuore smise di battere.

Nel momento in cui aveva puntato l'arma contro l'intruso, aveva sentito i battiti annullarsi del tutto, dimenticando la frenesia di pochi istanti prima.
Le sue palpebre non si chiusero mai, mentre la mano che teneva impugnata la pistola cominciò ad abbassarsi lentamente.
Aprì bocca e pronunciò delle parole che gli fecero più che male.

«Shinye...» sussurrò, sentendosi tremendamente confuso da quella sua presenza «che...che ci fai qui?»

La ragazza si era immobilizzata, la pistola era ancora puntata contro Jungkook, ma le sue mani iniziarono a tremare incontrollabilmente.
I suoi occhi si coprirono di lacrime, mentre il respiro veniva meno ad ogni secondo che passava.

«Che...cosa significa?» domandò lei a bassa voce, non volendo credere alla realtà che le era stata proposta «T-Tu...cosa...perché...sei qui?»

Jungkook guardò la corvina con occhi spenti: sperava vivamente di sbagliarsi, perché altrimenti si sarebbe creata una situazione spiacevole.

«Shinye...posa quella pistola.» le disse, incapace di pensare che lei, quella ragazza, fosse l'artefice di tutto quel casino

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