San Siro

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E io ancora faccio slalom tra i miei guai
E qualcosa s'è guastato tra di noi
Io t'ho detto "Vai", tu m'hai detto "Rimani"
E ho tirato quel pallone in mezzo ai rami

"Manuel?" Simone si era appena svegliato, aveva steso il braccio sul lato opposto del letto matrimoniale che condivideva da ormai un anno con il suo fidanzato. Sotto i polpastrelli non aveva sentito il calore del corpo di Manuel o i suoi ricci, ma solo le lenzuola fredde. Di nuovo. Simone si era seduto sul letto, si era passato una mano sul viso e aveva fissato per qualche secondo l'altro lato del letto vuoto. Poi si era alzato ed era andato dritto verso la cucina, sperando di trovarlo lì, ma anche la cucina era vuota.

Aveva afferrato il telefono e aveva digitato il numero di Manuel, che sapeva a memoria, e aveva cliccato sulla cornetta verde per chiamarlo; la linea era occupata. Aveva deciso che si sarebbe messo a studiare, o almeno ci avrebbe provato.

La loro relazione era iniziata in terza superiore, un po' per gioco, almeno da parte di Manuel. Simone era innamorato di Manuel da mesi, e, quando dopo una serata erano finiti a letto, era precipitato tutto. Manuel era convinto di essere etero, e quella che sembrava essere l'unica certezza che aveva nella sua vita, si era sgretolata nel momento in cui aveva baciato Simone, il suo migliore amico. Inizialmente lo aveva rifiutato, poi, però, era stato costretto ad accettare il suo orientamento sessuale. Simone lo aveva accompagnato nel suo percorso di accettazione per mesi, lo aveva ascoltato, lo aveva sostenuto e lo aveva aspettato. Quando, dopo mesi, Manuel si era presentato a casa sua, con gli occhi lucidi ed era riuscito a dire a Simone di essere bisessuale, lui lo aveva abbracciato per un tempo infinito. Qualche giorno dopo, Simone si era fatto coraggio e gli aveva chiesto di uscire.

"In che senso uscire? Un appuntamento?"
"Sì, Manu. Un vero appuntamento"
Manuel aveva accettato senza esitare. La sera stessa si erano messi insieme.

Tra alti, bassi, litigi e problemi non si erano mai lasciati. Avevano sempre risolto tutto insieme, mano nella mano. Poi c'era stato l'esame di maturità, e poco dopo i due si erano ritrovati a parlare di cosa avrebbero voluto fare dopo, stesi sul letto di Simone, con il ventilatore puntato addosso per cercare di non sentire troppo il caldo di luglio.

"Io so indeciso, vorrei fa filosofia, ma anche lettere, non so che fa, Simo'."
"Lettere moderne o classiche?"
"Se, e chi lo vuole fa greco e quelle porcherie là. Moderne."
"Amore, io penso solo che dovresti confrontare il piano di studi di filosofia e quello di lettere moderne, in base agli esami che ti interessano di più poi scegli, se vuoi possiamo farlo insieme."

Manuel aveva annuito e Simone si era alzato per prendere il computer, era andato sul sito dell'Università e avevano iniziato a guardare entrambi i piani di studio.

"Io te giuro che senza di te non so come farei a campa'." Manuel si era avvicinato a Simone e gli aveva schioccato un bacio sulle labbra.
"Non sto facendo nulla di speciale, stare insieme significa soprattutto questo, se non ti ascolto io, chi dovrebbe farlo?"
E nonostante il caldo, il sudore e l'ansia che Manuel aveva, si era buttato sulle gambe di Simone e lo aveva abbracciato talmente forte che quasi aveva paura di spezzargli le costole.

"Simo" Manuel era ancora sulle gambe di Simone e aveva alzato lo sguardo per guardarlo.
"Dimmi" Simone gli aveva lasciato un bacio tra i capelli.
"Penso che sceglierò lettere moderne."
"Quindi posso già iniziare a chiamarti prof?" Simone aveva riso e aveva alzato un sopracciglio.
"Nun t'azzarda'." Manuel gli aveva lasciato un altro bacio, stavolta più lungo.

Simone, invece, era già deciso, lo diceva già dalla quarta superiore che avrebbe voluto fare fisica, e Manuel lo aveva sempre preso in giro per il suo essere così preciso. In realtà, Manuel amava guardare Simone mentre si perdeva tra formule e numeri, mentre le scriveva sul suo quaderno, mentre tentava addirittura di spiegargliele, sembrava che fosse in pace e in un mondo a parte, in cui nessuno poteva entrare, nemmeno Manuel, perché purtroppo non sapeva fare neanche mezzo calcolo.

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