Fa lo stesso

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Oggi ho ripreso a fumare, ieri avevo smesso
Vabbè, dai, fa lo stesso
Scusa, che hai detto?
No, no, non connetto

"Manuel, stasera ti porto in un posto, manco te l'immagini"
Manuel aveva guardato Matteo, mentre sorseggiava il suo caffè amaro, appoggiato al muro del corridoio.
"Eh, me l'immagino, guarda, un posto pieno de gente fatta e 'mbriaca come la merda, come se non te conoscessi, Matte'"
Matteo aveva infilato in bocca una merendina intera, Manuel lo aveva guardato con disgusto.
"Po' te faffio vede che belleffa"
"Che merda, sei proprio un caso perso" poi aveva indicato con l'indice la porta dell'aula e gli aveva dato una pacca sulla spalla "e mo entramo sennò Lombardi ce fa il culo quadrato".

Neanche il tempo di entrare che il professore si era girato verso la porta e aveva fatto un sorrisino.
"Oh, proprio voi stavo aspettando, visto che state già in piedi, fermatevi qua che ci facciamo una bella chiacchierata"
Manuel aveva alzato un sopracciglio, confuso.
"'Na chiacchierata?"
"Ferro, l'interrogazione, non far finta di non capire, su!"
E dopo aver passato quasi dieci minuti in completo silenzio alla cattedra, il professore li aveva mandati a posto con un bel due.

"Vedi che un motivo per festeggia' stasera te l'ho dato?"
Matteo era uscito dall'aula, seguito da Manuel che aveva sbuffato.
"Ah, mo un due da recupera' sarebbe un motivo per festeggiare?"
"Madonna, come sei drammatico! Almeno non abbiamo preso zero, è già qualcosa"
Manuel gli aveva tirato uno schiaffetto sulla spalla.
"Matte', ma vai a farti fottere".

Era ritornato a casa, aveva dato un bacio sulla guancia alla madre e si era seduto a tavola, davanti a lui un piatto di pasta al pesto.
"Com'è andata oggi?"
"Come al solito, ma'"
"Che avete fatto?"
Manuel aveva ingoiato il boccone.
"Oh, e quante domande! Voi sape' se è venuto Balestra a fa lezione?"
La madre aveva accennato un sorriso, poi gli aveva dato uno schiaffetto sulla mano.
"Smettila, Manuel!"
"Eh te pare che so scemo, lo so che te stai a frequenta' co' lui. Guarda che faccia che c'hai, me pari 'na quindicenne"
"Non è nulla di serio"
"Chiamalo come te pare il rapporto che c'avete, ma se vede che te piace, e se te fa' sta male je spezzo le gambe"
La madre si era alzata e l'aveva abbracciato.

Manuel non era abituato a troppo contatto fisico, a volte quasi si sentiva in difficoltà anche con la madre. Però sapeva quello che lei aveva fatto e continuava a fare per lui, ogni singolo giorno, quindi era iperprotettivo con lei. Sapeva di tutte le sue relazioni finite con lei che piangeva sul divano di una delle tante case in cui avevano abitato - in primis quella con suo padre - e quindi cercava di aiutarla e spesso si intrometteva nella sua vita sentimentale, risultando anche troppo invadente.

"Basta co' 'sti sentimentalismi, te devo di' 'na cosa"
La madre aveva fatto un mezzo sorrisino.
"Hai trovato la fidanzata?"
"Ma quale fidanzata! Stasera esco co' Matteo"
"Quindi il fidanzato?"
"A ma', ma l'hai mai visto a Matteo? Manco se me pagano. Ho capito che me piacciono pure i ragazzi, ma mica so così disperato!"
La madre aveva riso e avevano continuato a battibeccare mentre lavavano i piatti e sistemavano la cucina.

Manuel era andato nella sua camera, aveva preso il cellulare e aveva trovato un'infinità di messaggi da parte di Matteo.
Parlava del posto in cui l'avrebbe portato quella sera, elogiandolo in maniera esagerata, secondo Manuel.
"Senti, Matte', è na settimana che non fumo, nun me fa innervosi' sennò so cazzi".
Il messaggio che Manuel aveva inviato al suo amico era chiaro, eppure Matteo continuava a tempestarlo di messaggi.
Aveva iniziato a mandargli sticker a raffica e messaggi senza alcun senso, solo per infastidirlo di più.
"M'hai rotto er cazzo, passami a prendere alle dieci e mo smettila prima che te blocco".

Alle dieci di quella sera, puntualissimo, Matteo aveva parcheggiato la macchina sotto casa di Manuel e gli aveva fatto due squilli al cellulare per fargli capire che era arrivato. Manuel era uscito fuori ed era salito in macchina.
"Ammazza quanto siamo belli, addirittura la camicia te sei messo!"
Manuel si era sistemato meglio sul sedile.
"Tu m'hai detto che me portavi in un posto bello e io quindi me so fatto bello, non si sa mai, Matte'"
"Sì, Manuel, non si sa mai, magari incontri l'amore della tua vita"
Manuel aveva riso.
"E mo nun esagera', al massimo 'na scopata! E mo me dici dove me porti?"
Matteo aveva frenato, aveva tirato il freno a mano e aveva sorriso.
"Manuel mio, siamo arrivati. Guarda che meraviglia!"
"Matte', io vedo solo un muro"
Ed effettivamente l'unica cosa che si vedeva era un enorme muro di mattoni chissà quanto lungo.

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