Capitlo III

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Capitolo III
Fango

La melma fangosa in un primo momento aveva portato un certo sollievo ai due, probabilmente lo shock termico era stato troppo repentino e bojok quasi immediatamente tirò un urlo di dolore. Vova era caduto in avanti con la faccia nel fango che gli era entrato nella bocca e negli occhi prepotentemente.
"Ad occhio e croce non siamo riusciti a tornare indietro" disse Bojok "ma quantomeno non moriremo di caldo"
mentre Vova cercava di ripulirsi la faccia, Bojok si buttò con la schiena nel fango affondandoci un po', come per cercare di riassorbire l'umidità corporea  persa nel deserto precedente. Una fitta nebbia li circondava, era difficile vedere qualcosa a più di un metro e mezzo di distanza. Il fango era morbido, fresco ma non ghiacciato, l'aria era decisamente pesante per la forte umidità, di sottofondo vi era come un fruscio, una sorta di rumore bianco continuo come quello che fanno i frigoriferi ma presumibilmente di origine naturale.
"Il disco Bojok! dov'è?"
"lo ho qui in mano, tranquillo!"
"Dobbiamo tenere conto del movimento che abbiamo fatto per giungere qui, quantomeno per evitare di tornare nel deserto!"
"Per fortuna non ho buttato via queste cartacce che ho in tasca... hai una penna o qualcosa per scrivere?"
Vova si frugò in tasca e trovò una piccola matita mal temperata, si sedette vicino a Bojok e aprì la prima pagina del piccolo taccuino.
"lista della spesa: 6 birre, un cavolfiore, crackers, cipolle e lardo... ma che razza di spesa è?" disse Vova leggendo il taccuino di Bojok.
"non sai che darei per qualcosa da mangiare, ma anche una birra ci starebbe bene!"
"prima sbrighiamo questa questione e poi faremo una perlustrazione, magari siamo dinuovo sulla terra ma in un punto diverso da quello da dove siamo partiti!"
"una palude, ci saranno migliaia di paludi! speriamo di non essere in florida!"
"non sono mai stato in florida, dici sia così male?"
"non per la Florida in sè, per quello che c'è nelle paludi della florida..."
"poi penseremo alla palude, quale anello abbiamo toccato? quello esterno? uno scatto in senso orario giusto?"
"si esattamente"
"bene ora abbiamo la posizione del deserto, che chiameremo per comodità Desert"
"che fantasia professore! questo posto qui come lo chiamiamo?"
"finché non siamo sicuri non si tratti del pianeta Terra lo chiameremo MUD, ma forse siamo tornati dove eravamo, magari intanto il tempo di rotazione terrestre ha spostato il nostro punto di arrivo di qualche migliaio di chilometri. l'aria è respirabile, non si muore di caldo, incamminiamoci!"
I due si alzarono e scrollarono il fango di dosso, i piedi affondavano nel fango per buoni 10 centimetri rendendo la marcia incerta e faticosa.
"questa volta come ci regoliamo sulla direzione? il sole non si vede, forse è notte o forse c'è troppa nebbia" disse Bojok.
"andiamo in una direzione a caso e vediamo se troviamo un albero, una roccia, qualcosa per vedere da che parte è il muschio!"
Si incamminarono nella fitta coltre di nebbia, col passo cadenzato dal fango, intorno a loro ancora quel brusio intenso che non diminuiiva o aumentava di intensità spostandosi, ogni tanto qualche sibilo lontano, per i primi due-trecento metri non incontrarono nulla se non il fango che si faceva a tratti più bagnato e profondo.
"Non dirmi che è un cazzo di deserto di fango perché potrei anche cominciare ad incazzarmi!" disse Bojok.
"Io non dico niente, avremo fatto si e no cento metri, è faticoso camminare qui"
"continuo a pensare che siamo in qualche modo morti e ci troviamo in un limbo mistico per espiare i nostri peccati"
"beh dall'infermo al limbo è già un passo avanti no?! Comunque non ci pensare, anzi dimmi, che stavi dicendo prima della Florida? Che c'è nelle paludi?"
"Ah mi fa specie professore! Dovresti saperlo cosa c'è!"
"I coccodrilli?"
"ecco a questo non avevo pensato, ora sto anche peggio!"
"e a cosa avevi pensato scusa?"
"i serial killer! è pieno di serial killer per le paludi della Florida! sai quei redneck pazzi che girano ubriachi con i pickup armati fino ai denti?!"
"a trovarlo un pickup qui in mezzo!"
"ahi!"
"che succede?"
"qualcosa mi ha punto!"
Bojok si fermò e tirò fuori il piede dal fango. "proprio qui sulla caviglia, sento un bruciore"
"fammi vedere, siediti"
Bojok si buttò a terra sulle natiche sprofondando nel fango e mostrando il piede a Vova in piedi davanti a lui.
"Non vedo niente, di particolare, ma con tutto questo fango, non saprei, fa molto male?"
"no è stato come un pizzico molto forte, ora sta passando, controlla non ci sia una spina per favore, se rimango zoppo sono finito!"
"non mi sembra ci sia niente, ma è troppo buio per capirlo bene, hai qualcosa per fare luce?"
Mentre Vova pronunciava queste parole improvvisamente un piccolo fascio di luce illuminò le sue gambe.
"No Bojok, puntala sul tuo piede non sui miei, non vedo niente cosi"
Il fascio di luce cominciò a muoversi lentamente ma verso il suo viso
"Qui devi illuminare! forza!"
Ora i piccoli fasci di luce divennero due, poi tre, allora Vova guardò Bojok negli occhi e li vide sgranati in un'espressione di terrore. Introno a loro vi erano decine di luci fluttuanti, più o meno a quattro cinque metri da loro in tutte le direzioni, sembravano come dei microscopici fari appesi a dei fili invisibili.
"li vedi anche tu?" disse Bojok
"Si, stanno diventando sempre di più, non so bene cosa pensare"
Vova si sedette accanto a Bojok e muovendo lentamente la testa constatò che erano ormai circondati da decine di queste luci che con i loro fasci luminosi li scrutavano lentamente.
"potrebbero essere degli animali, al momento non sembrano aggressivi, ci guardano e basta"
"proviamo ad allontanarci lentamente, prima non c'erano, o quantomeno non si erano fatti vedere"
Si alzarono molto lentamente e continuarono nella direzione in cui stavano andando, alcune luci scomparvero ma ne apparvero di nuove, dopo circa dieci, quindici passi si fecero sempre più vicine, una in particolare si posizionò davanti a loro rallentando la sua fluttuazione. Vova allora fece cenno a Bojok di fermarsi con la mano e come ipnotizzato dalla luce gli andò incontro cautamente a lunghi passi e con la schiena un po' ricurva. Arrivato a circa mezzo metro la luce si fece sempre più ferma, si udiva uno strano ronzio provenire dalla luce, quasi come quello di un circuito elettrico, avvicinandosi ancora al centro della sfera luminosa vi era come un piccolo punto scuro di forma allungata. la luce si fermò del tutto, illuminava il viso di Vova ma senza dargli eccessivo fastidio, il ronzio si fece sempre più intenso. vova cominciò a scorgere una sorta di peduncolo che dalla luce si affondava nel fango melmoso, come fosse posta alla sommità di una proboscide verde scura e liscia che saliva dalla terra per poi incurvarsi leggermente in prossimità della luce. arrivato a circa trenta centimetri fu irrefrenabile l'istinto di Vova di protendere la mano per toccarla con un dito, tutto questo mentre Bojok assisteva impietrito a distanza. Più in dito si avvicinava, più la luce emetteva un forte ronzio, diventando tremolante, quasi come fosse intermittente ad altissima frequenza. Il dito era a pochi centimetri dalla sorgente luminosa, il respiro di Vova si faceva più pesante, gli occhi fissi alla piccola fessura che non accennava a spostarsi o retrarsi. Appena toccata, la luce si spense improvvisamente per poi riaccendersi subito dopo e retrarsi in pochi millesimi di secondo nel fango seguendo la lunga proboscide. A seguire anche tutte le altre velocemente sparirono nella terra con un fortissimo ronzio generale. Vova portò la mano al petto e tirò un urlo.
"mi ha bruciato il dito! che dolore!"
allora Bojok che ancora con la testa seguiva lo scomparire delle luci più lontane urlò: "torneranno?! hai capito cosa fossero?!"
"non lo so, sembrava un animale, una sorta di lombrico con un occhio luminoso, non credo fossero aggressivi, altrimenti ci avrebbero attaccato non credi?"

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