Albenga

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L'architettura ligure si sviluppa cercando il mare. Non importa quanto sia lontano, farai sempre in tempo a vedere la sabbia crollare esausta tra i mattoni a guardia del fiume nelle giornate più calde. Il vento insegue le piccole utilitarie di chi è nato in provincia e parla con chiunque incontri. Mi ha raccontato molte volte le storie scritte sulle torri di Albenga, ma solo quando in compagnia della Luna. C'è una piccola strada che porta da casa mia al mare. È stata costruita ad immagine e somiglianza dell'uomo e credo che il fiume non la sopporti: quando è triste e piove acqua dal cielo, spesso esonda e affoga i rimpianti insieme a qualunque cosa osi strisciare per terra per non farsi vedere dal mondo. In quei momenti gli uomini si riuniscono alle finestre dove si specchia il cielo torbido e furibondo e pregano la tempesta duri ancora poco, perché quando si ha tempo per pensare i ricordi vengono a galla insieme ai tronchi dei giunchi sradicati dal Centa. Dicono che quelli sul letto del fiume siano i resti degli uomini venuti prima di noi. Non so se sia vero, ma sono felice di poter guardare quelle piccole mura di pietra nascere ogni volta battezzate nel silenzio della cieca burrasca. Quando l'acqua si ritira e l'argine torna a svolgere il suo ruolo si può ammirare il sole dietro le nuvole. Le ombre iniziano nuovamente a popolare la città in costante ricerca del proprio padrone e il rumore dei passi sveglia i pensieri sopiti sotto il manto acciottolato delle strade. Fuori a volte si vede solo una tavola grigia che dicono si chiami cielo. Ha il colore del nulla e sa di tristezza. Ogni tanto si diverte a scrivere qualcosa con le gocce di pioggia sui vetri delle macchine, ma nessuno è in grado di comprendere il significato dei piccoli cerchi di luce rifranti qua e là. Solo i bambini sembrano conoscerne i segreti, ma non li rivelano a nessuno. Tanti anni fa decisero di spostare il corso del fiume ad est, dove tutt'ora riposa in attesa di essere chiamato dalle onde. Proprio intorno al corso attuale costruirono le fabbriche e lo stadio, incastonati nella sciagurata sagoma di una tomba di cemento. È lì intorno che nacque e crebbe il grande centro commerciale ed è sempre lì che la gente passa quando deve tornare a casa dopo aver preso il mezzo verso l'autostrada. I pullman conoscono bene le strette corsie che corrono dalla spiaggia fino al Piemonte e forse un giorno vorrò parlare con uno di quei lupi di mare che conoscono il vero nome del vento che guida le rondini in Primavera. Nei tempi moderni gli esseri umani tendono a riunirsi sotto lo stesso tetto per affondare l'alcol dentro di loro e poi affondare loro stessi nel brusio generale. C'è un posto vicino al fiume, è un piccolo pub dove la gente aspetta il passare del tempo godendosi la cupola nera della notte senza stelle. Le illuminazioni artificiali sono le uniche fonti di speranza insieme alla Luna per chi siede sulle panche e al bancone. Anche se, In realtà, le stelle ci sono. Basta cercare gli scogli sul lungomare e scegliere il giusto sentiero in mezzo ai piccoli labirinti di ombrelloni chiusi da mesi e pieni di sabbia. Ogni tanto trovi qualche viaggiatore come te che vuole parlare con le onde. Io preferisco ascoltare, perché non sono bravo a parlare con me stesso. 

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