Capitolo 3

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Stiles si stiracchia, sentendo già di non essere più sul divano su cui si era accucciato dopo essersi rivestito, mentre guardava un film e Derek leggeva. Non avevano parlato, non si erano nemmeno guardati e Stiles, vinto dalla stanchezza si era addormentato. 

Riapre gli occhi, rendendosi conto di essere sdraiato sul letto del mannaro, Cora seduta alla sua destra con la schiena contro la spalliera. 

"Ben svegliato" dice, con un sorriso. 

"Ehi, come ti senti?" le chiede. 

"Sto benone Hai fame?" 

Stiles la segue in cucina, il loft è vuoto e silenzioso. Preparano insieme dei pancake e si siedono uno di fronte all'altra. 

"Tu come stai?" chiede Cora e Stiles sa che lei sa. "Me l'ha raccontato lui" aggiunge, forse per non metterlo in imbarazzo. 

"Penso bene" risponde, lo sguardo nel piatto. "Cioè non sono pentito e mi aspettavo di non trovarlo qui stamattina, sinceramente. Quindi non mi fa rabbia la cosa. E come lui non ha parlato con me ieri sera, non l'ho fatto io."

"Ma avresti voluto dirgli qualcosa?" 

Stiles le sorride. 

"Forse che non deve incolparsi anche di questo. Cioè, se per lui è stato solo uno sfogo di istinti, a me va bene. Sono un adulto ormai e non il ragazzino che gli moriva dietro anni fa." 

"E se per lui non fosse così?" 

Stiles cerca di non pensare al tuffo al cuore che ha sentito. 

"In quel caso dovrebbe dirmelo e ne parleremo. Ma ora abbiamo ricerche da fare, hai sentito gli altri?" cambia discorso e si avvia verso la pila di libri che li stanno aspettando. 

Due ore dopo, sono ancora allo stesso tavolo, con gli stessi libri, ma a loro si sono aggiunti Scott ed Isaac. Stiles ha solo guardato male il biondo, quando lui è entrato e l'ha annusato, ma poi è filato tutto liscio. 

"Derek torna presto? Dovremmo dirgli di questa pianta che sembra inibire i poteri dei giaguari mannari almeno per qualche istante" dice proprio Isaac, guardando Cora. 

"Ah, non ne ho idea, mi ha solo detto che aveva da fare. Tu sai nulla?" chiede rivolta a Stiles. 

"No, non lo vedo da ieri sera." 

E' ormai ora di pranzo quando cominciano a preoccuparsi, dato che Derek non risponde nemmeno al telefono. E Stiles è quasi in panico, perché non lo "sente" vicino. 

"Devo provare a localizzarlo" dice, col respiro corto e la testa in panne. Non sta ascoltando più nessuno, sta solo preparando il necessario per l'incantesimo di localizzazione. L'ha fatto solo due volte, ma starà attento e andrà tutto bene. 

Quando è tutto pronto, Stiles è seduto ai piedi del divano, con tutto i necessario davanti e una cartine geografica. Chiude gli occhi, dopo aver fatto allontanare abbastanza gli altri e pensa intensamente a Derek. Gli compaiono nella mente i suoi occhi, quelle rughette che si formano quando raramente sorride. Pensa al suono della sua voce, ai suoi ringhi e, quando il rituale è quasi completo, riesce perfino a sentire il suo odore. 

"STILES!" un urlo di Scott gli fa aprire di scatto gli occhi ,giusto in tempo per fargli vedere la cartina andare a fuoco e divenire cenere lì, sul pavimento. Stiles si sente le mani fremere, un calore nel petto e la testa esplodere. 

Scott è al suo fianco, per sorreggerlo, aiutandolo a stendersi sul pavimento. Gli occhi ancora viola, davanti agli occhi le immagini del fuoco. 

"Derek non è rintracciabile..." sussurra. 

"In che senso? cosa significa?" 

Stiles capisce l'ansia di Cora, ma lui a stento riesce a respirare. Sa cosa significa, lo sa troppo bene, perché conosce Derek. E fa un male cane, perché ha tradito la fiducia di tutti loro, come sempre. Sente una furia cieca montargli dentro. Ha escluso il branco dalle sue decisioni. 

"Dov'è Derek, Stiles?" è Isaac a chiederlo con tono calmo, mentre lo aiuta a mettersi seduto. 

Stiles strizza forte gli occhi, come se la rabbia gli portasse dolore fisico. 

"Derek è andato da Kate, è andato da lei da solo...lui..." non riesce a concludere la frase, ma si porta le braccia allo stomaco, stringendosi da solo in un abbraccio, come se volesse tenere insieme tutti i suoi pezzi. Si sente distrutto, sente dolore ovunque, non riesce a capire cosa gli stia succedendo. Allarga all'improvviso le braccia, sentendo le mani bruciare. 

"STATEMI LONTANI!" grida, guardando i suoi amici che obbediscono, gli occhi accesi del loro colore sovrannaturale. 

Stiles è in piedi, al centro della stanza, le braccia aperte e i palmi rivolti verso l'alto, da cui fuoriescono scintille viola. 

"Stiles, cosa succede?" 

"NON LO SO" grida. "SONO... IO... FA MALE!" e più passano i secondi, più sente il proprio potere prendere il sopravvento. Sente la lontananza da Derek, sente il dolore del distacco, sente la rabbia e qualcos'altro che non sa ancora decifrare. 

Un dolore lancinante gli attraversa tutto il corpo come una scossa e si accascia, dopo un ultimo grido. Tutto si spegne, il dolore diventa un sordo vuoto, i tremori lasciano il posto ad una spossatezza, gli occhi non sono più viola. 

"Stiles?" è Scott, ovviamente ad avvicinarsi, appoggiandogli una mano sulla spalla. Stiles trova la forza solo di alzare lo sguardo, ricevendo in cambio quello del suo amico, terrorizzato. 

"Perché ha gli occhi tutti neri...?" sente la voce di Cora, tremula per le lacrime, in lontananza, mentre una forza che non sa da dove arriva, gli fa rispondere al suo amico. 

"Io lo troverò" dice, con una voce roca, innaturale. "Lo troverò e lo ucciderò con le mie stesse mani, fosse l'ultima cosa che faccio." 

Hale's Emissary | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora