Stiles riesce a portare a termine il rituale solo perché Peter non ha mai smesso di tenergli la mano. E sa che se glielo avessero detto anche solo due giorni prima avrebbe riso fino alle lacrime, ma è così e va anche bene così.
"Sta comparendo qualcosa" è Scott il primo ad indicare un punto sulla mappa, un puntino rosso che sembra diventare sempre più acceso.
"Messico" dice Peter. "Quella è..."
Stiles si gira verso di lui, ma è Cora a concludere la frase.
"Quella è la casa della nostra famiglia, quella dove andavamo per le vacanze."
Stiles chiude la mappa, lasciando andare la mano di Peter e alzandosi in piedi.
"Quando partiamo? Ora?" chiede impaziente.
"Dobbiamo essere preparati ad ogni evenienze, prendere armi e-"
"Peter, tuo nipote potrebbe essere morto e tu vuoi aspettare? Sei impazzito?"
"No, non sono impazzito" risponde alterato. "Semplicemente non voglio che tu, mia nipote e i tuoi amici andiate in contro a morte certa. Se Derek è stato un cretino, non lo sarò io. E non ammetto repliche."
"Non sei il mio alpha!"
Stiles sente la rabbia accendergli di nuovo lo sguardo, ma è Scott questa volta a pararglisi davanti.
"Fratello, ascoltami: ha ragione Peter. Se Derek è vivo, dobbiamo salvarlo e dobbiamo essere pronti a farlo. Se andiamo senza armi o senza sapere cosa possiamo trovarci di fronte, non salveremo né lui né noi, no? Andiamo da Deaton e cerchiamo di fare il prima possibile. Sei d'accordo?"
Stiles annuisce, regolarizzando il respiro.
I preparativi sono così frenetici e Stiles è così distrutto dalla paura e dal dolore che quasi non si rende conto di aver fatto ore di viaggio in auto e di aver varcato i confini dello stato. Si ritrovano in Messico che è notte fonda, decidendo di dormire in un hotel, per riposarsi e andare nel luogo segnato sulla mappa in mattinata. Hanno messo in conto di potersi ritrovare davanti centinaia di cacciatori armati fino ai denti, ma non sanno in che altro modo andare da Derek. O da quello che forse rimane di Derek.
"Stiles? Posso entrare?" è Scott che si affaccia dalla porta socchiusa tra le loro stanze comunicanti. Lui è con Isaac, mentre Peter e Cora sono dall'altro lato del corridoio. Fa un cenno di assenso e Scott lo raggiunge sul letto, fissano entrambi il soffitto per un po'.
"E' successo tutto così in fretta che non abbiamo parlato nemmeno un po'" dice l'alpha. "So che è inutile chiederti come stai, ma ti va di parlare di qualcosa? Ti va di raccontarmi come ti senti da druido?"
Stiles ci pensa un po'.
"E' strano. Sento il potere, lo percepisco, ma forse non so come controllarlo. Cioè, non credo di essere capace ancora di decidere quando e come usare la mia magia, quindi viene fuori da sola e lo fa in maniera...oscura. Sono un darach e non mi piace."
Scott appoggia la testa sulla sua spalla, abbracciandolo. "Quando avremo finito qui, faremo una chiacchierata approfondita con Deaton. Non hai niente che non vada."
Stiles si lascia coccolare da quel contatto, da quella parvenza di tranquillità.
"Scott?"
"Mh?"
"Non voglio ritrovare Derek morto" dice, mentre le lacrime cominciano a scendere e Scott lo stringe più forte. "Io non voglio vedere Derek morto. Sono arrabbiato con lui, ma non-non voglio- io..."
Scott lo stringe e Stiles si sfoga tra quelle braccia familiari, che profumano sempre di casa.
Freddo. Stiles spalanca gli occhi di colpo sentendo freddo fin dentro le ossa, le braccia che gli fanno male e le mani che bruciano. Intorno è tutto buio, puzza di muffa e l'aria è fredda, ma un sudore freddo gli sta ghiacciando la nuca. Cerca di alzarsi, ma le gambe tremano e sembra che il suo corpo non reagisca ai suoi comandi, il panico che comincia a salire.
"Ci hanno catturati" dice una voce alla sua destra, la voce di Peter. "Era una trappola, ci hanno fatto addormentare e drogati, non so dove siamo, ma noi siamo incatenati, tu no."
Stiles cerca di capire dove sono gli altri, ma non vede quasi nulla.
"Sei ferito sui palmi, avrai strusciato da qualche parte durante il trasporto. Noi stiamo tutti bene" continua l'uomo.
"Anche io sto bene" risponde Scott, "anche Cora e Isaac. Non abbiamo visto nessuno, tranne un uomo che ha aperto la porta e l'ha richiusa poco fa. Non si sente nessun suono da fuori."
Stiles cerca di metabolizzare quelle informazioni e di non lasciarsi prendere dalla paura. Okay, Kate li ha sicuramente intrappolati, gli altri sono legati e lui no. Quindi Kate non sa che è diventato il druido di Derek, è un vantaggio. Ma cosa devono aspettarsi?
La risposta arriva quasi subito, quando la porta si apre ed entra proprio la donna. Una leggera luce che viene da fuori la illumina appena, elegante in un abito rosso fuoco.
"Sono molto felice di avervi qui, ssapete?" dice. "Non pensavo avreste fatto in tempo, ma siete stati molto bravi a trovarmi, sono quasi commossa."
Stiles vorrebbe alzarsi e ucciderla, sa che potrebbe farlo, ma non vuole rischiare che altri si avventino su di loro, non sa quanti sono. Quindi se ne sta zitto e ascolta.
"A breve avrete delle spiegazioni ma, intanto, vorrei chiedere al vostro umano e alla sorella dell'alpha di seguirmi, ho una cosa bellissima da mostrarvi!"
Un uomo entra, avvicinandosi a Cora, strattonandola e portandola al centro della stanza. Ha gli abiti strappati, ma sembra stare bene.
"Umano, alzati" dice a Stiles che li raggiunge barcollando.
"Tra poco starai meglio" gli dice Kate, sfiorandogli una guancia. "Andiamo?"
"Dove?" chiede Stiles, senza muoversi.
"Non credo di essere tenuta a dirtelo. Vuoi che ti trascini? Ti ho già graffiato abbastanza nel trasporto, non voglio rovinarti più del dovuto. Quindi?"
Stiles guarda Peter, di fronte a lui e lo vede annuire leggermente, quindi annuisce a sua volte.
"Bene. Voi sarete prelevati tra qualche minuto dai miei uomini. Vi aspetto di sopra!"
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Hale's Emissary | Sterek
FanfictionKate è un pericolo ancora troppo presente nella vita di Derek ma, questa volta, non ha solo lui da affrontare. Un lupo che diventa Alpha, un Emissario che non sa ancora di esserlo e un'oscurità che si impossessa della loro vita, cambiandola. Stori...