File 6

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"Cazzo-"

Harry si ferma di scatto e si volta, ancora sulle scale di Yard, e osserva Louis, che osserva lui e stringe le dita alle sue. Si avvicina e, invece che allontanarsi, Louis passa la mano libera sulla sua nuca e lo avvicina, su un gradino più in alto per stare con il naso contro il suo. Continua a ispezionare la sua figura, toccandola con la mano libera, e il detective socchiude gli occhi e ci si abbandona. Vorrebbe prenderlo in braccio e tenerselo contro, cullarlo. Cazzo, finalmente. Finalmente può essere solo di Louis.

"Che hai?" domanda a bassa voce, ma l'altro scuote la testa e continua a pettinargli i ciuffi sulla nuca.

"Non ho niente. Parlavamo di ventiquattro ore aperto o sbaglio, Ratched? Potremmo anche trovare un ristorante disposto a darci un tavolo, no? Ti porto a cena fu-" propone con gli occhi brillanti, prima di piegarli in una smorfia per guardarsi la spalla. E allora Harry capisce, allungando la mano.

"Io e te andiamo a casa" impone, osservando la ferita alla spalla dal lembo strappato della camicia "E ci medichiamo. Anche io devo cambiare le bende sul petto. Hai la cassetta di pronto soccorso?"

"Sì, e forse anche qualcosa per cucinare. Ma non sono pratico" ammette a bassa voce, facendolo sorridere come uno stupido. Dio, potrebbe ingoiare Londra e sputarla di nuovo. Si sente dannatamente invincibile. È da pazzi.

Harry sposta la mano dal suo fianco alla sua nuca, così che stiano nella stessa posizione, e senza nemmeno esitare lo bacia. Ha pensato di fare una cosa del genere per fottuti anni, e adesso può solo allungarsi e premere con decisione, come se non fosse un privilegio solo suo, come se lo facesse da sempre. Louis riesce a prendere le redini di quello scambio praticamente subito, una cosa che lo fa impazzire, schiudendogli le labbra e accarezzandolo con gesti umidi e caldi. Non riesce a trattenere un piccolo gemito, é semplicemente più forte di lui, non quando l'oggetto di ogni suo desiderio gli sta passando la lingua sul labbro inferiore, respirando nella sua bocca. Il primo bacio era stato così destabilizzante da essere innocente, il secondo era dettato dalla preoccupazione (avevano chiuso Louis in una stanza con il suo quasi assassino? Davvero?), ma questo è diverso, lo sente da come lo accarezza, dal bisogno che ha di inarcarsi contro le sue mani. Lo vuole da morire ed é quasi imbarazzante.

"Cosa stavamo" mormora a fatica, strozzato "Cosa stavano dicendo?"

"Parlavi di farti portare a casa" rantola in risposta, mentre si scosta con uno schiocco umido, lo fissa e si morde il labbro "Totalmente d'accordo. Fanculo il ventiquattro ore, Ratched. Mangeremo qualcosa a casa. Hai ragione, dobbiamo davvero-" i suoi occhi lo cercano, ancora scuri, dilatati, esitanti "Dobbiamo-"

"Casa" impone, sentendo un'ondata di un sentimento che non lo permaneva da più di un anno e mezzo. Stringe la sua mano e lo tira, e incespicano nell'aria frizzante per qualche secondo prima di stabilizzarsi con un singulto "Portami a casa tua, Lou."

Il detective annuisce, gli lascia un bacio distratto sulla mascella e lo guida, facendo slalom tra le macchine parcheggiate. Lui lo osserva, passa gli occhi dalla nuca, fino alle spalle e alle gambe, e solo quando sono arrivati lo attira di nuovo, creando in Louis un sobbalzo dolce. Lo guarda con un sopracciglio inarcato: "Sì?"

Harry esita, poi realizza che non ha più niente da dirgli: si avvicina, gli bacia uno zigomo e prima di aggirare la macchina confessa in un soffio:

"Niente. Ti amo da morire."

***

"Ratched? Puoi smetterla di fissarla. Non ti mangerà."

Harry continua a rigirarsi la maglietta tra le mani, il cuore ancora in subbuglio. Crede non abbia smesso di battere come un ossesso da più di un'ora, dal primo bacio. Semplicemente non ce la fa.

Everything Will Be Alright ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora