Capitolo 1

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Le persone fanno errori, ma fanno anche scelte. E' importante per James questa differenza. Fa di tutto per non confondersi.

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Le persone commettono errori. La maggior parte delle volte, pensa James, dovresti perdonarli. Se sono dispiaciuti. Se lo sono davvero. Lui stesso ha preso alcune decisioni discutibili nella sua vita. Alcuni passi falsi. Tutti provano a fare del loro meglio.

Le persone fanno errori.

Ma fanno anche delle scelte. È importante per lui, questa differenza. Fa del suo meglio per non confondere i due.

La notte in cui Sirius si presenta alla porta di James riesce a malapena a stare in piedi. Ha la sua bacchetta. Nient'altro. Non indossa nemmeno le scarpe.

"Non ho avuto tempo," dice a James, le parole leggermente impastate. Sirius sorride quando lo dice, ma il sorriso non raggiunge i suoi occhi, spezzandosi agli angoli della bocca. Prima di quella notte, James non aveva mai capito del tutto cosa significasse volere qualcuno morto. Ma avrebbe voluto ucciderli. Tutti quanti. Chiunque avesse mai toccato Sirius.

"Un po' prevedibile, no?" si ritrova a dire mentre fa scivolare gentilmente un braccio attorno al suo amico e inizia a condurlo dentro.

"Cosa, intendi le scarpe?"

"Beh sì, le indossano tutti, vero? Dov'è la fottuta originalità? Guardo in basso e so esattamente cosa vedrò".

"Dannate scarpe".

"Esattamente!"

Il sorriso di Sirius è un po' più genuino questa volta, anche se James lo sente tremare sotto le sue mani.

"Fottuti feticisti" borbotta Sirius, proprio mentre la madre di James scende le scale, la bacchetta accesa, pantofole ai piedi.

"James cosa-...oh," si ferma lì, a metà dei gradini, e per un momento qualcosa di doloroso le guizza sul viso. Svanisce velocemente. "Sirius, amore, è bello vederti... James, in salotto, per favore."

James annuisce, portando lentamente se stesso e Sirius verso il divano. Il respiro di Sirius è affannoso e ogni tanto James lo sente reprimere un sussulto.

"Scusa se mi sono presentato così" dice, la sua voce è tesa mentre James lo abbassa sul divano.

"Non essere sciocco" si siede accanto a lui, la mano ancora sul suo braccio, riluttante a lasciarlo andare.

"Sei sempre il benvenuto, lo sai," aggiunge la signora Potter mentre entra nella stanza, seguita da una tazza di tè caldo. La fa levitare delicatamente sul tavolino da caffè. "panna, quattro zollette di zucchero" dice, facendo sorridere Sirius.

"Ti sei ricordata"

"Difficile dimenticare un maledetto mal di denti in una tazza" che fa guadagnare a James uno sguardo acuto da sua madre ma Sirius ride soltanto, la testa appoggiata sullo schienale del divano come se non avesse l'energia per tenerla su.

"Cosa posso dire, mi piacciono dolci" strizza l'occhio a James che sorride in cambio. Sirius avrebbe flirtato con un lampione se fosse stato abbastanza annoiato. O spaventato. Sirius avvolge il fascino attorno a sé come un'armatura.

Eufemia si inginocchia davanti a lui, la mano tesa per accarezzare delicatamente la sua guancia. Sirius è pallido, anche nell'oscurità James può vederlo, può vedere i cerchi sotto i suoi occhi e il livido viola che sta comparendo sul lato della sua mascella. Se il suo cipiglio è qualcosa su cui basarsi, James direbbe che anche sua madre lo vede.

"Farò un incantesimo diagnostico amore," dice piano, sfiorandogli la guancia con il pollice. "Ti va bene?" C'è una pausa, una leggera contrazione negli angoli degli occhi di Sirius. Annuisce.

choices  ~jegulus-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora