Capitolo 2

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tw: bullismo

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Non si abituerà mai. La luna piena. Inizia la settimana prima—Remus va a letto presto, ha mal di testa, mal di schiena, perde l'appetito. James lo odia. Odia il fatto che non possa fare nulla e che tutto ciò che dice sembri solo peggiorare le cose. Remus non sopporta essere al centro dell'attenzione, non sopporta avere troppe persone vicino. James lo capisce. Sirius un po' meno - il che è ironico considerando che può essere un fottuto asociale quando è di pessimo umore.

Quando le lune sono davvero brutte, Remus non può alzarsi dal letto. In quelle migliori si trascina fra le lezioni. Onestamente per James quei giorni sono i più stressanti, perché Remus è così sensibile. Sussulta alla luce, al rumore, all'essere toccato; il che manda Sirius in modalità iperprotettiva e significa che James passa l'intera giornata tentando di mantenere entrambi integri.

"Pads—Sirius! Forza amico, calmati," borbotta James, un braccio avvolto intorno alla vita di Sirius mentre lo trascina lungo il corridoio.

"Mi calmerò quando McAllen imparerà a GUARDARE DOVE CAZZO STA ANDANDO!" Sirius grida alle spalle di un Tassorosso del terzo anno che si sta allontanando rapidamente.

"Per le tette di Merlino, puoi cercare di non farmi diventare sordo alla precoce età di quindici anni" James sta ancora trascinando Sirius, Peter e Remus sono più avanti, non essendosi fermati ad osservare lo spettacolo: Black vs McAllen.

"Bastardo."

"Almeno sei cosciente di te."

Sirius lo guarda torvo. "Intendevo McAllen."

"Stava solo cercando di camminare lungo il corridoio, maledetto psicopatico."

"Si è letteralmente fiondato su Moony!"

James alza gli occhi al cielo. "L'ha toccato a malapena, e non l'ha fatto di proposito."

Sirius sembra ribollire ma quando parla non è arrabbiato. Non esattamente. "Ha sussultato, Prongs—lui—" ma la voce di Sirius si interrompe, riluttante o incapace di finire quel pensiero.

James trova i suoi occhi che seguono la testa biondo sabbia di fronte a loro, "Lo so".

Non si preoccupa di far notare che nelle giornate come queste Remus sussulta anche se ti avvicini e respiri troppo forte. Dovrebbe davvero rimanere nel dormitorio, non che lo farebbe. Deve essere praticamente catatonico prima di considerare saltare le lezioni un'opzione.

"Oh bene" dice seccamente il ragazzo in questione, mentre si uniscono agli altri due malandrini fuori dalla sala comune "ha smesso di urlare".

Il ritratto si apre e loro quattro scivolano all'interno, Sirius sembra abbastanza spaventato.

"Scusa Moony" borbotta, le mani in tasca.

Remus lo guarda, un debole sorriso riesce a comparire sul suo volto. "E' okay, solo, forse cerca di non aggredire tutti quelli che si avvicinano a me, ve bene?"

Sirius emette uno sdegnoso "pfft" mentre invia simultaneamente uno sguardo minaccioso a un gruppo di secondi anni che osa camminare verso di loro. James è abbastanza sicuro di sentire uno di loro strillare per la paura.

È un miracolo che riescano ad arrivare in camera loro senza che nessuno venga sfidato a duello.

"Sono serio" dice Remus, raggiungendo direttamente il suo letto, più affannato del solito, la pelle coperta da un sudore malaticcio.

Gli occhi di Sirius brillano. "No, io sono-"

James punta la sua bacchetta sulla faccia a Sirius prima che possa dire un'altra parola. "Giuro su Merlino che se finisci quella frase."

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