6.Preparativi nostalgici

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Passai i mesi seguenti a pensare a chi dare la meglio nei miei pensieri. Fra la voglia di dirmi "Carpe Diem, Margareth" e quella di deprimermi totalmente chiudendomi in me stessa e rassegnarmi al destino.

L'ultima settimana di scuola, Jennifer organizzò una festa in mio "onore" e invitò numericamente tutta la scuola, ritrovandomi nomi nella lista degli invitati che neanche avevo mai sentito nominare alle mie lezioni.

Le lasciai organizzare tutto perché mi disse che doveva essere una sorpresa. Certo, devo ammetterlo: mi passarono per la testa le idee che avrebbe potuto avere Jennifer, spogliarellisti che salgono sui cubi e cominciano a danzare attorno ad un palo, ma scacciai via quei pensieri perché avevo solo quindici anni.

La festa era in programma per il sabato prima della fine della scuola. Alle quattro Jennifer mi portò dal parrucchiere con suo fratello Tyler, che per fortuna non rimase a vederci mentre ci facevamo trucco e parrucco per prepararci all'evento che Jennifer definì il più "figo" della mia vita. Forse aveva ragione, ad Anchorage non avrei avuto amici. O almeno, solo quelli della scuola privata che avrei frequentato, perché di sicuro non avremmo abitato in un igloo, ma non saremmo stati così vicini di quanto lo sia io con i miei amici a Seattle. Per le sei fummo finalmente pronte. Indossai il vestito che mi aveva regalato la mamma per il mio compleanno, un vestito rosso con lo scollo a cuore e la gonna che cadeva sui fianchi morbida. Jennifer era bellissima come sempre con quel suo vestito nero di pizzo sulle maniche lunghe, non ci truccammo troppo, ma quanto bastava per essere sexy a quindici anni.

Tyler passò a prenderci alle sette e ci portò ad una location di un agriturismo, improbabile come luogo dato che a Seattle non ve ne sono molti. Il posto era molto carino. Vi erano i tavoli da sei persone sparsi per tutto il giardino, coperto da un padio con delle lanterne appese agli angoli. I tavolini erano arredati molto semplicemente, erano privi di tovaglie ed essendo di legno davano un'aria molto country. Sopra di essi vi era un vasetto di fiori con accanto una candela che poi avremmo acceso più tardi. Rimasi stupita da quanto Jennifer fosse stata brava a rimediare a tutto lo sconforto che avevo avuto negli ultimi mesi a causa della mia prossima partenza. Gli invitati erano già numerosi. Mi resi conto solo un'ora dopo che erano soltanto la metà quando affiorarono decine di persone da quel minuscolo cancello. Sinceramente non mi dispiacque sentirmi importante agli occhi di persone con cui non avevo nemmeno mai parlato, mi godetti il momento fino a quando Jennifer non passò per i tavoli e cominciò a distribuire nei bicchieri di tutti una bevanda analcolica al gusto di champagne. Bella trovata. Ero veramente spensierata, mi stavo distogliendo da ogni pensiero negativo quando ad un tratto mi accorsi di un ragazzo moro che mi stava fissando. Non lo avevo mai notato a scuola, perché sono sicura che tutti gli invitati, a parte le mie amiche di pallavolo, erano tutti della scuola ed amici di Jennifer. Distolsi lo sguardo ma poi mi pentii e mi rigirai, ma non lo rividi.

Jennifer mi si avvicinò irrompendo nelle mie fantasie.

«Ehi Meg, ti stai divertendo vero?»

«Altro che! Mi chiedo solo come hai fatto.»

«A fare cosa?»

«Tutto questo, invitare mezzo mondo in due settimane e trovare un posto così carino a Seattle!»

«Queste sono doti innate amica mia!»

La musica non era tanto alta e chiacchieravamo amabilmente. Proprio il tipo di festa che speravo. Poi mi ricordai di quel ragazzo mentre lo fissavo da lontano, al che le chiesi: «Jenni, conosci quel ragazzo?»

«Ah si, è Jake, mi sembra sia il cugino di Stephanie, la ragazza che è dietro di noi ad italiano, non l'hai mai visto perché si ha due anni più di noi, ma Stephanie me l'ha fatto conoscere ed era troppo simpatico, così l'ho invitato. E poi è anche carino!»

«Jenni!»

Scoppiamo a ridere entrambi e subito Jenni corse allo stereo prendendomi per mano e cominciò a urlare: «Allora vogliamo scatenarci un po' signori?! Diamo un bel ricordo a Meg e scateniamo l'inferno, ricordate, la festa è per lei!» e cominciò a ballare nel modo più goffo in cui la vidi muoversi, ridemmo e scherzammo fino a tardi. Una volta che tutti gli invitati se ne andarono, Tyler ci venne a riprendere. Mi chiesi se avesse mai pensato che avevo una leggera infatuazione per lui. Probabilmente no. La sera Jennifer dormì con me perché volevo continuare a sentirla vicino a me almeno un'altra notte perché poi, una settimana più tardi avrei dovuto dire un semi-addio alla mia migliore amica.

La settimana passò in un battito di ciglia. La domenica dormimmo fino a mezzogiorno e il pomeriggio io e Jennifer facemmo i compiti assieme, con Flipper che ci faceva continuamente le feste. E durante la settimana investimmo le ore di lezioni per i soliti riti di ultima settimana di scuola, compresa la foto con tutti i professori e persino la preside, alla quale consegnai il mio disegno e mi rassicurò che mi avrebbe fatto arrivare via posta elettronica la risposta del PAS.

Il venerdì io e Jennifer ci ritrovammo nell'aula di italiano con Stephanie che sghignazzava sull'acconciatura della nostra professoressa.

Ad un tratto mi ricordai che Stephanie era la cugina di quel ragazzo, Jake o come si chiama, e come per telepatia Jennifer tirò fuori il discorso.

«Sai Stephanie, alla festa Meg ha conosciuto tuo cugino!»

«Non l'ho conosciuto!»

«Ma avresti voluto!» fece Jennifer con uno sguardo ammiccante mentre Stephanie mi sorrideva.

«Che figata! Sono sicura che ti sembrerà simpatico, mio cugino ha un ottimo senso dell'umorismo, potrei fartelo conoscere!»

Annuii. Si, forse lo volevo conoscere davvero.

Suonò la campanella e ci sedemmo composte sulle nostre sedie quando entrò la prof con dei dolcetti per tutti noi. L'aria dell'ultimo giorno di scuola non era cosi male.

Alla fine della quarta ora ne avevo fino al collo di dolcetti al burro di arachidi e palline gommose. Salutai Jennifer che intanto stava andando a pranzo con Stephanie, io non avevo fame e andai a mettere i miei libri nell'armadietto, sarebbe stata l'ultima volta che avrei fatto quel gesto. Sarei passata a prenderli nel fine settimana prima di venderli.

Quando chiusi l'armadietto, sbucò da dietro l'anta con un sorriso malizioso ma allo stesso tempo intimidito, quel ragazzo, Jake.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 14, 2019 ⏰

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