1.

8.2K 228 10
                                    

«Lasciami.»
«Dai viè qua.»
«No lasciami Manuel, mi stai facendo male.»

Sono stesi sul letto di Manuel, o meglio erano stesi, adesso Simone cerca di alzarsi e Manuel sta seduto mentre ride tenendolo per un polso cercando di fermarlo.

«Che cazzo ti ridi adesso? Mi stai facendo incazzare ti avverto.» ora Simone lo sta finalmente guardando, e se gli sguardi potessero uccidere Manuel a quest'ora sarebbe già morto.

«Ti avverto.» lo scimmiotta. «Ma come parli ao, sembri mi madre.»

«Sì vabbè vaffanculo.» con l'ennesimo sforzo riesce finalmente a scappare dalla presa di Manuel, mentre quest'ultimo fa un salto dal letto per avvicinarsi alla porta della sua camera e pararsi davanti.

«Fammi uscire.»
«No nun te faccio uscì Simò.» Manuel lo guarda negli occhi, quasi come se volesse sfidarlo.

«Allora esco dalla finestra.» e Simone risponde con lo stesso tono.

«Te conviene sta' fermo che non voglio passare na' giornata al pronto soccorso.»
«Se non ti stai zitto te la faccio passare io una giornata al pronto soccorso.» e Manuel ride, continua a ridere.
«E non ridere Manuel.» continua Simone.

«Che vuoi da me se Matteo m'ha mannato quella foto? Che ce posso fa' io?» il più basso smette di ridere e risponde guardandolo con quegli occhioni giganti e marroni che si ritrova, questa volta però prendendolo delicatamente per mano.

«Matteo è no stronzo.» dice Simone.
«E su questo siamo d'accordo n'po' tutti penso.»
«Si ma tu sei più stronzo de lui, ti ho visto quanto eri divertito alla vista della foto de quella in spiaggia.» questa volta è Simone che si scosta e va a sedersi di nuovo sul bordo del letto, dandogli le spalle.

«Beh scusa se c'ho du occhi.» Manuel lo guarda rimanendo fermo sul bordo della porta.

A quel punto Simone si gira di scatto ed alza la voce «Ma è na vecchia Manuel.»

«Vabbè vecchia... popo vecchia nun è, fidate.» e continua a prenderlo in giro, con la sua solita faccia da schiaffi.

«Vuoi litigare oggi? Ti stai divertendo?» Simone è sul punto di tirargli uno schiaffo in pieno viso, ma si limita a dargli nuovamente le spalle.

«In realtà sì, è troppo bello vederti geloso pe' na cazzata.» si avvicina al più piccolo poggiando la faccia sulla sua spalla sinistra.
«Perchè questa è na cazzata Simò. Ma che cazzo me ne frega a me dell'architetta?» continua.

Simone a quel punto si gira a guardarlo, ma di poco, un movimento quasi impercettibile e resta in silenzio.

«Me parli mò o dobbiamo fa' notte?»

Silenzio.

«Ok.» dice Manuel, per poi stendersi sul letto, girarsi dall'altro lato e tirare fuori il suo cellulare.

Dopo qualche secondo percepisce il più piccolo dietro di lui sdraiarsi ed accarezzargli il braccio e a quel punto si addolcisce e gli viene da sorridere.

«Ti giri?» gli chiede Simone a voce bassa.
«Mò me devo girà?»
«Sì.»

Allora Manuel butta il telefono da qualche parte e si gira, incastrando i suoi occhi in quelli dell'altro.

«Me dà fastidio, me dà proprio fastidio il vostro trascorso anzi me fa schifo.» abbassa lo sguardo.

«Lo so. Facciamo che non ne parliamo più, ma proprio mai più è na' questione che non è mai esistita, mh?» alza il pollice verso il viso del più piccolo e gli accarezza lo zigomo.

«Ok.» Simone si avvicina e gli stampa un bacio a fior di labbra.

«Mo te stacchi e la finisci de fa' la piovra che sto a fa' la colla.»

E Simone sapeva che prima o poi ne avrebbe detta una delle sue perché li conosce a memoria i modi che usa per allentare la tensione, e Simone lo ama, lo ama per i suoi modi di fare, per il suo modo di essere. Irrimediabilmente.

«No, non mi stacco anzi vieni più vicino, accendi il climatizzatore e stai zitto.»

Quotidianità - Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora