«A me quello nun me piace t'o' dico.» dice Manuel incrociando le braccia al petto.
Simone alza impercettibilmente gli occhi al cielo e non risponde, proprio non gli va di fare questioni nel corridoio della scuola durante l'intervallo, non con tutti quegli sguardi puntati addosso, quindi fa finta di niente restando in silenzio e continuando a mangiare il suo yogurt.
«Se sta' a pijà troppa confidenza co' te. E smettila de magnatte 'sto yogurt così!» si gira verso il più alto, non sopporta quando non risponde e lo lascia parlare da solo.
«Manuel, è il rappresentante d'istituto e io sono il rappresentante di classe, discutiamo su cose di scuola. Mi spieghi il tuo problema? Perché proprio non lo capisco.» chiede Simone sospirando, allontanandosi di poco per buttare nel cestino di fianco il vasetto di yogurt ormai finito.
Manuel ridacchia, ironicamente. «Discutete su cose de scola? Mò allora divento pur'io rappresentante d'istituto pe' rimorchià 'a gente, bella scusa der cazzo Simò.»
Simone a quelle parole lo fulmina con lo sguardo. «Ma che significa? Te senti quando parli? Stai ingigantendo 'na situazione che non esiste!»
«Sè vabbè, certe vorte nun metti popo in funzione er cervello, ma che c'hai dentro 'a capoccia? E neuroni che traballano?»
Una voce proveniente da lontano e che, piano sembra farsi sempre più vicina, interrompe Simone sul punto di urlare contro il fidanzato.
«Ao che è tutto 'sto casino qua?»
Manuel e Simone rivolgono uno sguardo verso l'inizio del corridoio e per poi vedere Chicca con la sua solita frangia dell'ennesimo colore.
«Ciao Chicca.» la saluta Simone con un sorrisino, ringraziandola mentalmente per averlo tirato fuori da quella discussione con il suo ragazzo.
«Bella Chì!» saluta a sua volta Manuel, con un accenno di testa.
«De che stavate a parlà? Ve ho visti tutti agitati.»
Manuel rivolge lo sguardo verso Simone, in attesa di una sua risposta con un sopracciglio inarcato.
«Niente lascia stare, solamente una delle solite stronzate di Manuel.» «Ci sei andata a parlare con la professoressa di inglese alla fine?» continua Simone.
E sia Manuel che Chicca sanno che in realtà non gli interessa davvero saperlo, ma Simone ha decisamente bisogno di sviare l'attenzione dalla questione.
Il più grande guarda per un momento l'altro. «Ah mò se chiamano 'e stronzate de Manuel?» «Quel cojone se vole scopà er ragazzo mio e so' stronzate de Manuel, capito?» chiede retorico, questa volta con lo sguardo puntato verso Chicca.
«Manuel basta, abbassa la voce! Se c'hai voglia de rompere ancora il cazzo co' 'sta storia lo fai a casa.»
Simone proprio non capisce il suo dover essere sempre così esagerato e teatrale in ogni situazione, e non capisce nemmeno come faccia Manuel a non rendersi conto che non è né il momento né il luogo adatto per certe conversazioni.
Manuel a quel punto non dice una parola, gira le scarpe e si incammina verso la 4B. Simone tiene lo sguardo fisso sulla sua figura e per poco non tira un pugno alla macchinetta del caffè dietro di lui.
«Problemini in paradiso?» Chicca, che negli ultimi minuti si è limitata solamente ad ascoltare il battibecco tra i due, prende la parola.
«È geloso di Andrea.» spiega semplicemente Simone.
La ragazza lo guarda e non risponde, poi distoglie lo sguardo e Simone se ne accorge.
«Che?» domanda il riccio, accigliandosi.
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Quotidianità - Simuel.
Fanfiction«Te conviene sta' fermo che non voglio passare 'na giornata al pronto soccorso.» «Se non ti stai zitto te la faccio passare io una giornata al pronto soccorso.» e Manuel ride, continua a ridere. «E non ridere Manuel.» continua Simone. Semplicemente...