Manu non siamo molto bravi a mentire

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.spazio autrice.

Ciao a tutt*, mi scuso per l'incredibile ritardo ma ho avuto un blocco nello scrivere in questo periodo, che purtroppo ho ancora tutt'ora. Questa one shot è nelle mie bozze da tipo di un mese e sono riuscita a rimetterci mano solo ora. Fatemi sapere se non è una completa ciofeca tramite i commenti. Ps. sto pensando ad una long che spero potrete vedere prossimamente su questi schermi, sempre se mi muovo a scriverla eh...

***

«Sei sicuro di essere pronto?» la domanda esce dalle labbra di Simone in tono comprensivo. Il minore capisce quanto per Manuel quello che sta per compiere possa essere un passo enorme. Riesce a carpire la sua paura, paura del giudizio altrui, paura di non essere accettato e persino paura di poter deludere qualcuno. 

La paura, quasi sempre, è il peggior nemico dell'uomo.

Simone capisce lo stato d'animo del suo ragazzo anche dal modo in cui in quel momento non riesca a stare fermo, la gamba destra si muove frenetica sull'asfalto e le mani gli tremano. Il minore, in un gesto spontaneo gliele afferra con l'intento di calmarlo, per poi rilasciarle lungo i suoi fianchi quando, come da riflesso, sente il corpo dell'altro rilassarsi sotto il suo tocco.

«Si lo sono» afferma Manuel «Sono solo un po' in ansia» continua, e si ritrova a prendere un respiro profondo mentre solleva il viso giusto per osservare le mura della scuola che si parano davanti a loro. Il portone è chiuso e la campanella della seconda ora non è ancora suonata.

Simone ha provato invano a dissuaderlo dal fare un'entrata plateale, e non perché non volesse dire a tutti quanti cosa ci fosse tra loro, anzi, non vedeva l'ora. In un certo senso, però, sentiva di essere stato forse fin troppo pressante e credeva che Manuel si fosse in qualche modo sentito costretto e avesse ancora bisogno di un pò di tempo.

«Manu» lo richiama lui, il suo nome gli esce in un sussurro. Non è ancora del tutto convinto e nonostante il fidanzato lo abbia rassicurato più volte si sente comunque colpevole.

«Ao Simó t'ho detto che te non c'entri niente» il maggiore gli afferra la mano sicuro e poi si volta verso di lui. Lo guarda dal basso con gli occhi che fanno fatica a rimanere aperti a causa del sole, che ha cominciato a battere sul viso ora corrucciato di Simone. Lo stesso sole che illumina i suoi grandi occhi, divenuti più chiari alla luce che lo rendono ancora più bello di quanto già non sia normalmente.

Ed è a quella vista che Manuel si rende conto che non c'è nulla che possa andare male quando ha Simone al suo fianco, che crede in lui abbastanza per entrambi, dato che Manuel fiducia in sé stesso ne ha ben poca. 

Simone, la stessa persona che ha fatto crollare ogni sua certezza, che gli ha permesso di riscoprire sé stesso, che gli è sempre stato accanto anche quando non se lo meritava e Manuel spera vivamente che non smetta mai di farlo, perché senza Simone le cose della vita, della sua vita, perdono di senso. 

Simone, che gli fa così bene al cuore da non riuscire a spiegarsi neanche lui stesso la sensazione.

Simone, che è semplicemente Simone.

Manuel gli accarezza le dita, compie un movimento in avanti con le loro mani intrecciate facendole oscillare e poi abbassa lo sguardo sulle scarpe perché sa di star per dire una cosa piuttosto smielata, e lui, sta ancora cercando di abituarsi a quel suo lato estremamente dolce che riesce a tirare fuori solo per Simone, soprattutto, per Simone.

«Te sei stato perfetto Simo, non m'hai mai messo pressione e de questo te ringrazio ma lo devono sapé tutti quanti che sei er ragazzo mio» le spalle di Simone si rilassano a quelle parole e finalmente sorride, scuote di poco la testa prima di avvicinarsi a lui.

SIMUEL one shotsWhere stories live. Discover now