7. Mi hai chiamata Nira

1 0 0
                                    

Gabe aveva parcheggiato davanti alla seconda biblioteca di Askylum. La Always open library, l'unico posto in grado di offrire certi servizi.

«Credi di trovare altre cose sulla famiglia di Anastasia?»

Deianira s'incupì.

«No. In realtà...»

Il volto del ragazzo fu attraversato da un lampo di comprensione.

«Sono un idiota, scusami. Siamo qui per l'altro caso.»

La strega sollevò lo sguardo su di lui. Non riusciva a spiegarsi il motivo, ma le ondate di pace che arrivavano da Gabe la facevano sentire... che poteva dirgli tutto, anche se lo conosceva da un pugno di giorno. Anzi, forse era proprio per quello, perché parlare con un estraneo era più facile. Poi lui le mostrava una particolare empatia, che aveva trovato in poche persone, come se le leggesse dentro.

«Gabriel... Voglio scoprire tutto quello che posso su Lenko Andrzei. Anche se Rose sta indagando, voglio farlo anche per conto mio. Qui c'è un ottimo archivio di quotidiani e devo almeno provarci. Neanche io credo che troverò qualcosa, ma devo tentare...» le parole le erano uscite veloci, come se si stesse giustificando, finché Gabe non posò una mano sulle sue che giacevano sulle cosce.

«Deianira, non devi spiegarmi le tue tecniche o i tuoi piani investigativi. Ho detto che ti aiuterò e lo farò. Sono un uomo di parola. Poi... Chiamami Gabe. Gabriel è troppo formale.» e le strizzò l'occhio.

Deianira gli fece un timido sorriso.

«Va bene, Gabe. Quando hai detto che mi avresti aiutato, non credevo che parlassi anche al di fuori delle tue... Doti.»

Lui rise di gusto.

«Ho tante doti. Se vorrai le conoscerai. Andiamo!»

Poi scese dalla macchina con uno slancio. Deianira sospirò di sollievo, anche se non sapeva cosa la sollevasse, ma sentiva un peso essersi levato dallo stomaco. Probabilmente era la consapevolezza che una persona, estranea alla sua vita fino a pochi giorni prima, non la ritenesse pazza nelle sue scelte.

Scese anche lei e, insieme a Gabe, oltrepassò la soglia della biblioteca.

Da fuori sembrava uno stabile anonimo con un'insegna scarna, ma dentro era un'esplosione di eleganza. Dopo un piccolo atrio, si presentava una grande sala piena di librerie in legno. Letteralmente piena! Sulla sinistra un bancone in radica era gestito da una signora di mezza età, un po' tarchiata, ma con uno sguardo dolce, che s'illuminò vedendoli avvicinare.

«Deianira!» l'accolse con calore «Che bello vederti! Come stai?»

La strega le sorrise arrossendo un po'.

«Buongiorno Costance... Anch'io sono felice di rivederla. Tutto... Bene. Lei come sta?»

La donna sospirò.

«I dolori alle anche mi fanno dannare, ma posso sopportarli per ora. Chi è il tuo amico?»

Deianira lo indicò con la mano.

«Le presento Gabriel, un mio... amico. Gabe, lei è Costance. Questa biblioteca crollerebbe senza di lei!»

Il ragazzo le tese la mano, che la bibliotecaria gli strinse con entusiasmo.

«Piacere di conoscerla.» le disse lui con un tono pacato e quasi suadente.

Ma perché parla come se dovesse ammaliare tutte le donne? Si chiese Deianira. Accantonò il pensiero e si poggiò al bancone.

«Costance, devo fare una ricerca negli archivi dei quotidiani.» le spiegò con tono pratico.

La bibliotecaria prese una posa eretta e annuì seria. Era entrata nella modalità professionale che Deianira le invidiava, perché lei invece era uguale dentro e fuori dal lavoro.

Askylum - Il faro delle stregheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora