16. No reason

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Jade

Mia madre aveva una faccia sconvolta quando salì in macchina.

"Quel ragazzo-"

"È Jordan Gravel" non la lasciai finire e osservai attentamente la sua reazione.

"Lui ti piace, non è vero?"

Mi colse totalmente alla sprovvista, non le avrei detto di sì nemmeno se Jordan mi fosse piaciuto veramente.

"No, no che non mi piace"

"È un bel ragazzo" notò lei guardandomi con la coda dell'occhio.

"Si, anche Alex lo è"

"Senti Jade, non sarò quella madre che ti impedirà di stare con il ragazzo che ami. Tua nonna non è sempre stata come la vedi adesso, mi ha fatto passare le pene dell'inferno per permettermi di uscire con tuo padre"

Quasi non le chiesi perché, ma sembrava inutile perché non me lo avrebbe mai detto.

"Tu sei una ragazza intelligente e se senti che quello che provi per Jordan è qualcosa di vero, qualcosa di nuovo, qualcosa che ti fa venire i brividi fino alla nuca, allora io sono d'accordo"

La fissai incredula per qualche secondo e poi distolsi lo sguardo perché mi sentivo un groppo in gola dalle dimensioni assurde.

Avevo sempre provato una sorta di scintilla vicino a Jordan ma era stato lui per primo a dirmi che tra noi non era mai successo niente e forse era meglio così, era destino che le cose restassero calme per un po'.

"Amo Alex, mamma. Però c'è una cosa che tu e papà dovete sapere riguardo Jordan: lui è la persona più buona che io abbia mai incontrato. È tutta apparenza, fa il duro ma poi in realtà gli importa anche se fa fatica a dimostrarlo, non so dirti come e perché ma so che quando sto con lui sono totalmente al sicuro, non mi farebbe mai nulla." Mi misi le mani davanti alla faccia, lo facevo sempre quando ero nervosa.

"Non so dirti mamma, non so spiegartelo ma per me è così"

Mia madre frenò ad un semaforo rosso e mi guardò attentamente negli occhi.

"È proprio quello che avrei detto io di tuo papà" disse e poi continuò a guidare verso casa, senza fiatare e così decisi di restare in silenzio anche io, temendo che qualsiasi parola sarebbe stata di troppo.

Il giorno successivo arrivai con largo anticipo agli allenamenti e vidi Paige già li.

"Hey, anche tu sei arrivata presto?"

Notai nei suoi occhi, quando mi guardò, una punta d'odio. Io, dal canto mio, non l'avrei mai odiata, Paige era solo una ragazza innamorata che vedeva in me una minaccia però io non avrei mai guardato lei con lo stesso astio.

"Si. Ho appena incrociato Dean del consiglio studentesco e mi hai detto che al momento sei in testa per diventare la reginetta del ballo"

"Non mi importa nemmeno Paige, credimi" mi sedetti vicino a lei.

"Se potessi mi ritirerei. So quanto tu ci tenga"

Sembrava stesse per scoppiare a piangere e questo spezzò il mio cuore in mille pezzi, si sentiva come se io fossi la causa di tutta quella rabbia.

"Sai cosa vuol dire il fatto che tu vincerai? Che salirai sul palco con il mio accompagnatore, questa è la figura che farò: stare lì a vedervi ballare sapendo che lui non avrà mai nei miei confronti nemmeno un quarto dell'interesse che ha nei tuoi"

Mi paralizzai.

"Andrai al ballo con Jordan?"

"Si, me l'ha chiesto alla fine" disse punzecchiandosi gli occhi con le dita cercando di trattenere le lacrime.

Una vampata di gelosia mi assalì, ero convinta del fatto che Jordan non sarebbe andato al ballo.

"Wow sono contenta per te, il fatto che tu abbia convinto un osso duro come Jordan deve significare tanto" lo pensavo davvero.

"Non ci credo che tu non lo capisca. Se solo Alex non te lo avesse chiesto a lui non sarebbe mai venuta in mente l'idea di invitarmi"

"Non puoi saperlo" Dissi incrociando le braccia, odiavo il modo in cui stava parlando di se stessa, nessuna ragazza dovrebbe sottovalutarsi in quel modo, nemmeno una stronza che ha bucato le ruote della macchina al mio ragazzo.

"No ovvio" rise ironicamente.

"C'è qualcosa che posso fare per farti stare meglio?"

"Si, stammi lontana" finì e spalleggiandomi mi superò. La guardai allontanarsi e mi sedetti sconfitta sulla panca.

"Principessa" Alex si stava avvicinando con la sua divisa, era alto e piazzato e i suoi muscoli si potevano vedere dalla maglietta leggermente sudata.

"Stavi litigando con Paige?"

"No in realtà Paige stava litigando con me mentre io tentavo di mettere le cose apposto"
"Lascia perdere, quando se la sentirà tornerà. Come va la gamba?"

"Molto meglio, vorrei potermi allenare di più e magari correre un po' però la dottoressa mi ha consigliato di nuotare e basta per ora'"

Tirai fuori il certificato medico e glielo sventolai in faccia.

"Allora cosa ci fai qui?"

"Non lo so, routine? Nessuna voglia di entrare in acqua e bagnarmi i capelli? Tentativi di approcciare con le altre cheerleader che sembrano odiarmi per nessunissimo motivo?"

Alex mi baciò in fronte.

"Hai detto bene, non hanno proprio nessunissimo motivo per cui odiarti, non hai fatto nulla di male ed è per questo che ti devi mettere l'anima in pace"

Sbuffai buttando la mia testa sul suo petto.

"Ti accompagno in piscina?"

"No, no, ce la faccio" mi alzai ancora mezza zoppicante, non sentivo più tanto dolore ma forse era solo l'abitudine di non stendere la gamba.

Un po' di nuoto mi avrebbe fatto bene.
Con il borsone sulla spalla arrivai fino alla grande piscina della scuola.

I miei spendevano una fortuna per quella scuola che sembrava più essere un cazzo di resort, tutto quello sforzo solo per non mandarmi alla scuola pubblica, chissà cosa ci fosse lì che avrebbe potuto mettermi così in pericolo.

O meglio, non cosa, chi.

Fissavo il vetro quasi persa in quel rettangolo azzurro pensando, ancora una volta, che avrei potuto semplicemente stare seduta lì per un ora e non fare assolutamente nulla, pochi secondi dopo però mi convinsi e mi andai a mettere il costume e la cuffia.

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