18. Grateful

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"Stai scherzando Jordan? Cazzo. La figlia di Sean Wesley?" mio padre si mise le mani nei capelli.

"Sai cosa c'è tra me e Sean? Una tregua. Non c'è modo che tu possa toccare sua figlia. Sei un bel ragazzo, tra tutte quelle che muoiono ai tuoi piedi, tu ovviamente vuoi una Wesley"

Non pensavo che si sarebbe agitato in quel modo, avrei voluto dire qualcosa per calmarlo ma non uscivano parole dalla mia bocca.

"Vuoi farci uccidere tutti? Non mi dire che te la sei già scopata"

Risi a mezza bocca.

"In quasi un anno sono riuscito a rubarle solo un bacio a stampo. Non ti preoccupare papà, non c'è modo che lei si faccia toccare da me"

Si grattò la nuca in preda al panico.

"Stiamo rischiando grosso"

Si sedette con la testa tra le mani, sembrava volesse mettere in ordine le parole.

"Ero un ragazzino non avevo idea di cosa significasse quello che stavo facendo, volevo che la gente avesse paura di me. Se ci penso adesso mi viene da vomitare Jordan, te lo giuro"

Mi disgustava l'uomo davanti a me.

"Non sto dicendo di aver fatto bene" continuò.
"Ho sbagliato, ero un ragazzo anche io e bramavo soldi e potere. Tutti i soldi e tutto il potere possibile. E avere tutto questo in pugno mi faceva sentire il fottutissimo re"

Lo fissai incredulo per qualche secondo.
"Vado a farmi una doccia ed esco, non ho intenzione di sentire una parola in più"

***

Jade

Alex teneva la mia mano mentre camminavamo lungo la strada.

"Hai scelto un vestito?"

"No, ancora no" sorrisi. Odiavo dirlo ma non stavo nella pelle, volevo assolutamente girare per negozi e trovare qualcosa per quel ballo.

"Saresti perfetta anche se ti mettessi un sacco di patate"

"Smettila" sorrisi e gli afferrai il braccio teneramente, appoggiandoci la guancia sopra.

"Quello non è-" Mi girai solo per vedere Jordan che camminava furioso per la strada con una bottiglia di non so cosa in mano.

"Cosa gli è successo?" Si chiese Alex. Non avevo nessuna intenzione di stare ferma a guardare Jordan che tentava di distruggersi, quindi cominciai a camminare verso di lui.

"Sei pazza, Jade? Non lascerò che ti avvicini. Hai visto in che condizioni è?" Mi stava tenendo il braccio in modo possessivo, impedendomi di fare un passo in più.

Non sapevo dire se fosse realmente preoccupato per me oppure fosse solamente geloso e infastidito dal fatto che lo stessi piantando in asso per andare in soccorso ad una persona a cui tenevo.

"Scusami ma ho bisogno di andare a vedere come sta"

"Stai giocando?" Urlò ma io mi stavo già avvicinando e lo afferrai per una spalla facendolo girare.

Aveva gli occhi rossi iniettati di sangue, sembrava spaventato.

"Jade" mi sorrise dolcemente e mi toccò i capelli.

"Che cosa ti è successo? Ti sei cacciato nei guai?" gli presi la mano, la gentilezza lo stava calmando però capii dal suo sguardo che non stava ascoltando nulla di ciò che stavo dicendo.

"Io ho capito perché non mi vuoi, è colpa di mio padre. Nemmeno io voglio mio padre, lo odio. Odio quello che ha fatto a chissà a quante persone. Però lui non è me, Jade, te lo posso assicurare. Non potrei nemmeno lontanamente fare del male a qualcuno."

Mi stava spezzando il cuore.

"Cosa dici? Lo so che non faresti mai male a nessuno"

"E allora perché Jade? Perché non mi guardi come guardi lui? Perché non mi tocchi come tocchi lui?"

Mi paralizzai, era fragile come non era mai stato e io avrei voluto avere una risposta alle domande che mi stava ponendo.

"Sei ubriaco, non sai cosa stai dicendo" gli lasciai la mano ma lui me l'afferrò di nuovo, il suo tocco faceva battere il mio cuore a mille.

"Tu non la senti questa cosa tra di noi Jade?"
"Si" dissi senza nemmeno esitare, sperando che il giorno successivo non se ne sarebbe mai ricordato. Tuttavia lui sembrò ipnotizzato dalla mia risposta è non disse una parola in più.

"Andiamo, ti riporto a casa"

Quando chiesi ad Alex di accompagnarmi, però, lui rifiutò e sparì in meno di un secondo, era furioso ma la sua rabbia non era il mio primo problema.

Jordan stava male, non importavano le mille controversie, ora aveva bisogno di qualcuno ed ero grata che quel qualcuno fossi io. Seguii le sue indicazioni confuse fino a casa e poi bussai alla porta di una grande villa, la sua famiglia doveva essere particolarmente agiata.

Mi aprì suo padre, nei suoi occhi c'era uno sguardo totalmente diverso rispetto alla prima volta in cui mi aveva visto.

"Salve signor Gravel, penso che Jordan abbia bisogno di riposarsi, posso portarlo in camera?"

"Non penso che tu abbia il permesso di essere qui" mi gelai, Jordan gli aveva detto chi fossi.

Annuii e feci per andarmene ma Jordan mi strinse più forte e mugugnò qualcosa per poi darmi un bacio sulla testa. Christian Gravel, in quel momento, non sembrava più lo stesso temibile criminale di cui si parlava tanto, sembrava un padre che voleva solo che il figlio fosse felice e che trovasse la serenità, forse fu per questo che mi disse:
"Entra"

La casa era stupenda anche dentro, con cento foto di Jordan e di suo fratello. La governante mi accompagnò fino alla camera di Jordan che era spaziosa, con un letto matrimoniale e in stile minimale, se non fosse per una grande bacheca di sughero sulla parete dove aveva attaccato roba riguardante il basket e alcune foto con i suoi amici.

Tirai fuori il telefono e composi il numero di mia madre, rispose al secondo squillo.

"Hey, tutto bene?"

"Si mamma. Ho bisogno che tu faccia una cosa per me."

"Cosa?"

"Sono a casa di Jordan, sta male e ho bisogno di rimanere qui accanto a lui il più possibile. Puoi coprirmi per stanotte?"

"Suo padre è a casa?"

"Si, ma-"

"Dimmi dove sei Jade ti sto venendo a prendere. Non sei al sicuro lì."

"No mamma ti prego fidati di me, ti prego"
Stette in silenzio qualche secondo infatti per un attimo pensai che avesse attaccato.

Ma mia madre non era così, lei aveva così tanta fiducia sia in me che negli altri, infatti le parole che decise di dire furono esattamente quelle che mi aspettavo che dicesse.

"Domani mattina ti verrò a prendere, non fare cazzate Jade e non mancare di rispetto a quell'uomo per nessun motivo. Dirò a tuo padre che sei da Zia Scarlett"

"Grazie mamma, non sai quanto te ne sia grata"

"Non farmene pentire" disse e attaccò immediatamente.

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