33. No one

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"Stai scherzando? Che ci fa lei qui?"

Urlai a mio padre.

"Era per terra, fuori la porta di casa nostra. Cosa cazzo avevi in mente di fare, lasciarla lì?" gridò lui di rimando e io mi sentii subito in colpa.

"Sarebbe tornata a casa prima o poi" sapevo di essere stato irragionevole, ma ero ancora troppo arrabbiato per ammetterlo. Per di più pensavo davvero fosse andata via.

"Jordan, sei fuori di testa? Non so nemmeno come ci sia arrivata qui ma è una ragazzina con un vestito corto che gira da sola di notte per venire qua e parlare con te. Posso sapere cosa abbia fatto di tanto grave?"

"È entrata nel giro papà, ora è amica di Rooney e di quel gruppetto, ho paura che le stiano facendo fare roba che non vuole fare"

Mio padre sembrò preoccupato.

"Che genere di roba?"

"L'hai vista? Che genere secondo te?" vidi il suo sguardo farsi più cupo alla mia allusione.

"Devi parlarle, Jordan. Non puoi dire certe cose senza sapere se corrispondano o meno alla verità. Rooney è senza scrupoli, è vero, ma non lascerebbe far fare una cosa del genere alla figlia di Sean"

Rimasi per qualche secondo impalato a fissarlo, sapevo che mio padre non aveva alcun motivo di mentirmi, e sicuramente non l'avrebbe fatto su una cosa così importante per me. Al contempo, non riuscivo a smettere di pensare al modo in cui loro la guardavano, al potere che avevano su di lei.

Nella mia mente non era possibile che fossero davvero suoi amici, o almeno, non lo sarebbero stati se lei non avesse avuto quel cognome.

Tornai nella camera degli ospiti e la vidi sdraiata con la coperta fino a sotto il mento, era bianca e sudata.

"Jade" le misi una mano in fronte, scottava. Aprì gli occhi molto lentamente.

"Hey, come ti senti?" Non mi rispose nemmeno e li chiuse.

Mi feci portare velocemente il termometro da mio padre e le misurai la febbre: 38.7

"Che si fa? Non ho idea di cosa si faccia quando qualcuno ha la febbre così alta"

"Una tachipirina e qualche bagno freddo alla testa dovrebbero andare bene" disse mia madre avvicinandosi con uno straccio e una bacinella.

"Ho freddo signora Gravel" le disse lei stringendo in un pugno la coperta.

"Lo so tesoro, tieni questo sulla fronte per un po'"
Mia madre le accarezzò il viso e lei si poggiò sulla sua mano. Quasi non sentii il cuore scoppiare dentro al mio petto.

Prese una tachipirina e poi si addormentò di nuovo, io rimasi accanto a lei tutto il tempo.

Ad un certo punto le squillò il telefono e io risposi, era Zoe.
"Ciao sono Jordan, Jade non puoi parlare"

"Che vuol dire che non può parlare? E perché cazzo è con te?" dal tono riuscivo a percepire che fosse preoccupata, ma ero talmente risentito nei confronti del suo stupido gruppo di amici che non avrei usato clemenza nemmeno se lei fosse sparita per giorni.

"Lunga storia, comunque sta dormendo. Quando si sveglia le dirò che hai chiamato" tagliai corto.

"Voglio che tu sappia che non mi fido minimamente di te" ringhiò.
Con che coraggio, la avevano buttata in mezzo alle belve senza pensare ad un secondo a cosa potesse rappresentare il farle del male.

"Fai bene" Dissi ed attaccai prima che potesse dire altro perché in quel momento Jade aprì gli occhi.

"Chi era?" la voce rauca.

"Zoe, non ti preoccupare le ho detto che stai bene" le accarezzai la testa.

Rimanemmo in silenzio per qualche secondo.
"È tutta colpa mia, Jade. È che io non pensavo saresti rimasta veramente, ero fuori di me ieri ma avrei dovuto mettere il tuo benessere prima del mio risentimento, e invece sono stato impulsivo e stupido."

"Sto bene, mi serve solo un'ora o due" sviò totalmente la parte cruciale del mio discorso, quindi decisi di fare altrettanto.

"No, rimarrai qui fin quando non sarai guarita, è il minimo che io possa fare. Anzi, se hai bisogno che io avverta qualcuno o che ti vada a comprare qualsiasi cosa, oggi non ho impegni"

"Perché solitamente ne hai?" scherzò lei ridacchiando e io feci lo stesso.

Ci fu qualche altro momento di silenzio tra di noi. Era un silenzio troppo pesante, sapevo stesse per dire qualcosa.

"Non sono andata a letto con Nick" sussurrò poi con una voce spezzata. Anche se avrei voluto dimostrarmi poco meno superficiale, sentii un fortissimo senso di sollievo nel sentirle pronunciare quelle parole.

"Non sono andata con nessuno in realtà" rise e io sentii il mio cuore battere all'impazzata.

"Se non con Alex. Non mi ricordo più nemmeno come ci si senta, tutto quello che faccio è allontanare le persone"

Spostai i suoi capelli biondi dagli occhi e la guardai con un sorriso amaro, aveva molte più insicurezze di quanto volesse far credere e io avrei voluto dirle che tutto sarebbe andato per il meglio se solo fosse rimasta con me, per una volta ancora non mi sembrava una pazzia.

"E in ogni caso, non sono affari tuoi" poi disse facendo una smorfia di lamento.

"Wow, hai appena rovinato un bel momento come al solito Jade" la schernii e lei alzò gli occhi al cielo.
Ed io che già stavo programmando un bel bacio ad effetto e cinque giorni nel letto insieme con la febbre a 38.

"Mi puoi dare qualcosa di più pesante?" Chiese sfinita e si alzò insieme a me aspettando che io prendessi qualcosa, le diedi una felpa e i pantaloni di una tuta e mi girai aspettando che si cambiasse.

"Hai bisogno di una mano?"

"No" rise lei.

"Ma grazie per averlo chiesto" continuò ad ironizzare.

"Ok ho fatto" disse e io mi girai, era così carina con quei vestiti di gran lunga più grandi del suo corpo.
Si sdraiò sul letto ed io accanto a lei, pensavo avrebbe detto qualcosa sulla vicinanza ma rimase in silenzio, anzi si addormentò in un secondo, forse nemmeno accorgendosi di aver poggiato la sua testa sulla mia spalla.

Finta dura, ma quando ti sciogli?

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