Leon stava finendo di colorare l'ultimo disegno, sul cartellone. Lui e Gery avevano passato quasi tutta la mattinata ad occuparsi dei cartelloni, i quali annunciavano il ballo di Natale. Ormai mancava solo un'ora all'uscita, e non l'avrebbe di certo passata in classe. Avrebbe finto di dover finire ancora un cartellone, con la sua amica, ed il professore ci sarebbe caduto.. come sempre. Era il playboy della scuola. Era alto, robusto, capelli sempre in ordine, occhi da sogno ed un sorriso da mozzarti il fiato. Era invidiato da tutti i ragazzi della scuola, infatti molte volte andavano da lui a chiedere consigli di moda, o qualche dritta per far colpo sulle ragazze. Oltre ad essere perfetto in tutto e per tutto, aveva anche un gran bel stile nel vestire, aveva buon gusto. Praticamente un ragazzo perfetto! Tutte le ragazze gli sbavavano dietro, compresa Gery. Erano ormai tre anni che gli andava dietro, ma lui, fino a quel momento non le aveva neanche lanciato uno sguardo. All'inizio, per lui era indifferente. Non gli faceva né caldo, né freddo. Quando poi la ragazza cominciò ad avvicinarsi, sia a lui che a tutto il gruppo di amici, Leon si accorse che era molto simpatica. Si divertiva molto in sua presenza, ed infatti passavano molto tempo insieme. Erano quasi inseparabili.. quasi. Vi stareste chiedendo se sono fidanzati. Bhè, per vostra gioia,no. Migliori amici? Neanche. Amici, semplice. Solo buoni, ottimi amici. Leon non si era dimenticato di Violetta, anzi.. non passava giorno nel quale non pensasse a lei. Non passava giorno che non ripensasse, che non ricordasse la promessa che le aveva fatto. Non c'era momento che non guardasse, toccasse quel braccialetto si stoffa che aveva al polso. Violetta gli mancava davvero tanto, e si era promesso che avrebbe chiesto ai suoi genitori se durante le vacanze di Natale, potessero volare a Madrid, a trovare i Castillo. Sorrise, pensando che i suoi genitori avrebbero di sicuro accettato, visto che anche loro erano molto legati ai Castillo. Suo padre Alejandro, era il migliore amico del padre di Violetta, German. Mentre sua madre Clara, era la migliore amica di Maria, la mamma di Violetta. Già, Maria. Chissà come stava.. Voleva un gran bene a quella donna. Era come una seconda madre, per lui. Fin da piccolo, quando andava a casa di Violetta a giocare, la donna si era sempre mostrata gentile e premurosa nei suoi confronti. Se si faceva male, o qualsiasi altra cosa gli capitasse, lei era la prima a curarlo. Molte volte aveva visto Violetta gelosa della tanta premura che dimostrava sua madre, per lui. Quando facevano merenda, Maria, dava sempre a Leon la fetta di torta più grande. E i due si divertivano molto a vedere Violetta furiosa. Ovviamente erano sciocchezze da bambini. Adesso che Leon ci stava pensando, un sorriso dolce gli si stampò sulle labbra. La sua Violetta. La sua piccola, dolce bambina. Chissà se era cambiata.. Chissà se lo avrebbe riconosciuto.. Chissà se.. No, impossibile. Non terminò quel pensiero, anche perché lo trovava assolutamente impossibile. Violetta non si era dimenticata di lui. No, assolutamente no. Non poteva dimenticarsi di tutte le avventure passate insieme. Non poteva dimenticarsi delle risate, dei giochi, degli scherzi e dei pomeriggi bellissimi che trascorrevano insieme. Pomeriggi pieni zeppi di risate e divertimento. No, si rifiutava di credere che la sua Violetta si fosse dimenticata di tutto quello. Era assolutamente impossibile. Lui le aveva fatto una promessa. Promessa che aveva mantenuto, ed era sicuro che anche lei avesse mantenuto la sua. Violetta non si era dimenticata del suo migliore amico. "Fatto" esclamò entusiasta Gery, mettendo il cappuccio al pennarello nero. Guardava il suo capolavoro terminato, con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Leon alzò lo sguardo sul lavoro della sua amica, e sorrise annuendo "Wow! E' bellissimo!" esclamò scrutando ogni particolare. Gery era davvero brava nel disegnare, ed infatti non a caso, aveva scelto il liceo artistico. "Sì, è venuto proprio bene" disse la ragazza, portando le mani sui fianchi. Leon tornò al suo lavoro, sorridendo. Anche lui aveva quasi finito, e terminato il tutto sarebbe stato libero di tornare a casa. Non vedeva l'ora di chiedere ai suoi genitori del viaggio. In fondo, non mancava molto alle vacanze di Natale, solo qualche settimana. Qualche settimana ed avrebbe rivisto la sua bambina. Non vedeva l'ora di stringerla fra le sue braccia, stringerla forte. Di coccolarla e lasciarle dei dolci baci su tutto il viso. Non vedeva l'ora di rivedere quel sorriso che tanto amava. Quel sorriso che da ormai cinque anni non vedeva più. Violetta gli mancava terribilmente, e rivederla sarebbe stata una cosa bellissima. Solo il pensiero di vedere la sua bambina cresciuta, di vederla più adulta, più bella di quando l'aveva lasciata, lo fece riempire di gioia. Ma solo al pensiero di tutti i ragazzi che le giravano intorno, come mosconi, solo per.. gli fece gelare il sangue. Quanto voleva essere lì con lei, in quel momento. Quanto voleva abbracciarla e stringerla forte, per ripeterle che sarebbe andato tutto bene. Per ripeterle che sua madre, Maria, sarebbe guarita, e tutto sarebbe tornato come prima, come da piccoli. Ma Leon non sapeva ancora dell'impossibilità di cura, per la malattia della donna. Non sapeva che da lì a qualche tempo, la donna, sarebbe.. Non sapeva che Violetta si trovava a Buenos Aires, nella sua stessa scuola, magari nell'aula di fianco a dove si trovava lui. Ma presto tutto sarebbe cambiato. "Tu come stai messo?" chiese Gery, avvicinandosi al suo amico, e poggiando il braccio sulla sua spalla. Scrutò il lavoro di Leon ed annuì, compiaciuta. "Non male, Vargas. Non male". Leon si voltò di scatto verso la ragazza, e la fulminò con lo sguardo "Cosa credevi, che non fossi capace di disegnare?" chiese posando il pastello sopra il cartellone, ed alzandosi in piedi, a pochissimi centimetri da Gery. "Qualche dubbio mi era sorto" ammise la ragazza, provocandolo e cercando di nascondere un sorriso, ma le fu impossibile. Leon aprì la bocca, stupitosi delle parole dell'amica "Ah si? Ora ti faccio vedere io! Vediamo se resisti alle dita di piuma!" esclamò, per poi iniziare a farle il solletico. Gery si dimenava dalle dita del ragazzo, e lo supplicava di smettere, chiedendo perdono. "Leon! Basta, per favore! Prometto che non metterò mai più in dubbio le tue doti artistiche! Giuro!". Leon tolse le sue dita dai fianchi della ragazza, ed entrambi scoppiarono poi a ridere "Oggi ti ho graziato, Miguel. La prossima volta non sfuggirai alle dita di piuma" la minacciò muovendo le dita, come si fa con i bambini per spaventarli. "Oh, che paura che mi fai, Vargas! Sto tremando!" ribatté Gery, per poi aiutarlo a finire il cartellone. "Consiglio: la prossima volta colora prima, e poi ripassi i contorni di nero" propose Gery. Leon si portò una mano alla testa, a mo' di soldato "Agli ordini, comandante!" esclamò, per poi scoppiare in una fragorosa risata, insieme alla ragazza. Gery si morse il labbro inferiore sorridendo, e dando una pacca sulla spalla al suo amico. Non riusciva a capire cosa c'era in Leon, da attrarla tanto, più di ogni altra cosa. Sarà il suo ciuffo sempre in ordine? Gli occhi che ti incantano al minimo sguardo? O forse i sorriso? Che ti mozza il fiato non appena lo vedi. Di una cosa era certa, Gery: Leon era il ragazzo più bello del mondo, e sarebbe stato suo. Non era una ragazza cattiva, manipolatrice, o che usava la gente solo per i suoi scopi. No, era una ragazza dolce e gentile. Certo, a volte stronza, come tutti, ma d'animo nobile. Se c'era da aiutare, lei era la prima, non si tirava mai indietro, soprattutto se si trattava di aiutare un amico. Si poteva sempre contare su di lei. Una ragazza d'oro, vi starete dicendo.. bhè in pratica sì. Gery era una ragazza d'oro. L'unico suo difetto? Quando voleva una cosa, la otteneva a tutti i costi. Anche se ciò significava risultare l'opposto di quello che lei era davvero. E adesso, la cosa che desiderava più di tutti, indovinate qual'era? Non difficile da immaginare: Leon Vargas. Se si metteva in testa una cosa, niente e nessuno riusciva a fermarla. Ma Gery non sapeva ancora di Violetta. Non sapeva della tanta importanza che lei era per Leon. Non sapeva del loro splendido rapporto. Ma presto tutto sarebbe cambiato.
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Salvami,Amore mio.
FanfictionDal testo: || Violetta aprì la porta della sua stanza, seguita da Leon. Era da tanto che non trascorrevano del tempo insieme, e non vedeva l’ora di raccontargli tutto. La mora si sedette sul letto, mentre il ragazzo chiuse la porta, dietro di sè, pe...