i sette arcangeli

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Il sistema di sette maggiori arcangeli è un'antica tradizione dell'angelologia di matrice giudaica. Nella Bibbia, però compaiono solo i nomi di tre di essi: Michele, che viene riconosciuto come arcangelo in Giuda 9, Gabriele e Raffaele vengono invece chiamati angeli. Quest'ultimo, poi, solo nel libro di Tobia, un'opera deuterocanonica, cioè ritenuta ispirata solo dalla chiesa cattolica e da quella ortodossa, non dagli ebrei e dai protestanti. Un quarto arcangelo, Uriele compare nei libri apocrifi di Enoch e nel III e IV Libro di Esdra, opere autorevoli soprattutto in Oriente, dove il primo libro di Enoc entrò nel canone della chiesa copta e i libri di Esdra in quello ortodosso.

I tre Arcangeli, di Marco d'Oggiono. Nel culto cattolico solo i tre angeli nominati nella Bibbia possono essere ricordati liturgicamente.

L'esistenza di sette arcangeli e il loro nome risale al Libro di Enoch, un'opera giudaica post-biblica del I secolo a.C., ritenuta canonica solo dalla chiesa copta e non dagli altri cristiani, né dagli ebrei.Differenti fonti successive sono in disaccordo sia sull'identificazione dei sette arcangeli (nome e funzione) sia sulla loro appartenenza alle diverse gerarchie angeliche.

L'utilizzo dei sette arcangeli nella Cabala e in altre dottrine esoteriche ha portato a cercare una corrispondenza con i giorni della settimana, cioè con i sette astri mobili ("pianeti") dell'astronomia antica: Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno. Anche su questo punto, tuttavia, non c'è completo accordo fra le diverse proposte.

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