Capitolo tre: mia

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lorenzo.mainini ha iniziato a seguirti.
Simone sentì vibrare il telefono nella tasca e lo prese in mano, corrugò le sopracciglia vedendo la notifica e ci cliccò sopra.
Lorenzo? Quel Lorenzo? Come diavolo aveva fatto a trovare il suo profilo instagram?
A malapena si erano presentati e scambiati il numero di telefono, come faceva ad averlo trovato su instagram?
Simone era ignorante in materia, ma se non sapevi il cognome di una persona come facevi a trovarla sui social?
Forse lo aveva chiesto a suo fratello, pensò fissando lo schermo.
Era così che si faceva quando ti interessava qualcuno?
Follow su instagram e like tattici?
Dio, i like tattici sono tremendi, pensò Simone.
E Lorenzo gliene aveva lasciati parecchi tutti insieme, dai post più recenti a quelli che risalivano a molti anni prima.
Tra l'altro alcuni a delle foto vecchissime che non si ricordava neanche di aver postato.
Lo trovò un po' triste, ma forse funziona così e sono sbagliato io, non aveva mai approcciato con qualcuno in quel modo, forse era la prassi da seguire.
D'altronde non è che lui fosse così esperto in materia, l'unica persona che gli fosse piaciuta e purtroppo gli piaceva ancora era quella che lo aveva fatto soffrire più di tutti, e non ci erano voluti degli stupidi like tattici per provarci.
Ironico, non è vero?
Ma forse era stato stupido lui, non aveva colto i segnali.
O li aveva colti dove palesemente non c'erano.
Se li era inventati di sana pianta.
Guardò l'oggetto dei suoi pensieri intento a disegnare sui bordi del libro e sospirò, doveva farsela passare prima di subito o sarebbe impazzito solo a guardarlo.
Tornò ad osservare lo schermo del telefono e cercando di non farsi vedere dalla professoressa di matematica lo incastrò sotto il banco scorrendo il profilo del ragazzo.
Era un profilo semplicemente perfetto: uno da copertina.
Era pieno zeppo di foto bellissime e super modificate, probabilmente Lorenzo era una di quelle persone che teneva al fatto che le persone pensassero di lui: chissà che vita perfetta che ha, magari essere così!
I suoi post erano perfettamente studiati per dare quell'immagine di lui e Simone lo odiò un po': foto con amici, foto alle feste, foto con i familiari.
Tutte coi colori perfetti, l'inquadratura giusta, l'espressione giusta.
La faccia di uno che sa tutto della vita, che qualunque cosa gli dici lui la sa già, l'ha fatta già, l'ha vissuta già.
Come poteva un tipo del genere interessarsi a lui?
Simone cliccò sul suo profilo e gli venne da ridere: l'ultima foto in cui era decente era probabilmente così vecchia da sembrare finta.
Forse lo aveva conquistato con la foto col capello da gallina, regalo di Laura del suo penultimo compleanno che dopo la loro rottura aveva prontamente messo in una scatola e spinto sotto al suo letto nella speranza di non vederlo mai più.
Laura era così contenta del suo regalo, sembrava fiera di sé: sembra il tacchino che ha in testa Monica in Friends, te lo ricordi? Poi se ci pensi noi non siamo così diversi da Monica e Chandler no?
Sul momento Simone aveva riso, un anno dopo gli avrebbe risposto che ripensandoci Chandler non era gay e il tacchino che aveva Monica in testa era vero.
Riportò poi l'attenzione sul profilo di Lorenzo e vedendo un post di due anni prima si bloccò: cliccò sopra l'immagine e aggrottò le sopracciglia, era Manuel quello nella foto con lui?
Non poteva crederci, che diavolo ci faceva in una foto con un ragazzo che conosceva da così poco?
Manuel poi, uno che se per sbaglio provavi a fotografarlo come minimo ti tramortiva con una capocciata.
Alzò leggermente la testa per controllare che la donna alla cattedra non lo stesse guardando e poi riportò gli occhi sul post, era proprio Manuel, il suo Manuel, coi suoi ricciolini e lo sguardo stralunato tipico di quando decideva di ubriacarsi così tanto da farsi trascinare a casa per i piedi.
Altro che Simone, Manuel era la persona più lontana da una fotocamera che avesse mai visto, non lo aveva mai beccato manco per sbaglio a farsi un selfie, probabilmente nella galleria del suo telefono aveva solo screenshot di pezzi di ricambio per macchine da comprare su amazon e foto di ragazze con cui era stato.
Sull'ultima parte non era così sicuro, ma non si sa mai.
Nella foto lui e Lorenzo erano in un bar, i loro visi a pochi centimetri l'uno dall'altro e le braccia dietro, posate su una specie di bancone.
Sorridevano all'obiettivo e sembravano felici, Lorenzo aveva i capelli scompigliati e Manuel una camicia bianca stropicciata.
Camicia che per inciso Simone non gli aveva mai visto addosso, non pensava neanche ne possedesse una e il pensiero che l'avesse indossata a sua insaputa lo fece sospirare.
Era incantato dalla vicinanza dei loro visi ma allo stesso tempo sconvolto, com'era possibile che quel ragazzo conoscesse Manuel e lui non lo avesse mai saputo?
Non che Manuel avesse mai avuto molti amici, quei pochi che aveva Simone li conosceva tutti e lui non faceva parte di loro.
Come si erano conosciuti?
Era successo qualcosa tra di loro che aveva interrotto il loro rapporto?
Tornò a fissare il profilo pensieroso, voleva sapere di più.
Per una volta che conosceva un ragazzo interessato a lui scopriva dopo neanche due giorni che era amico di Manuel.
O almeno, lo era stato un tempo forse.
Quando si dice che il mondo è piccolo.
Simone fissò la foto pensieroso e poi spense lo schermo, non era il momento di scervellarsi su quelle cose.
Ma quando fece per mettere in tasca il telefono una nuova notifica apparve sullo schermo, Lorenzo gli aveva inviato un messaggio su Instagram.
Ehi, ti ricordi di me?
Simone lesse la frase ed alzò gli occhi al cielo, ma si poteva iniziare una conversazione con una frase del genere?
Su instagram poi?
E che domanda era, come poteva scordarsi una persona conosciuta due giorni prima?
Certo, digitò infine, non era in vena di convenevoli e frasi fatte, sperò che Lorenzo sarebbe andato subito al punto.
Se Simone doveva essere sincero Lorenzo lo incuriosiva ma allo stesso tempo spaventava, sembrava che volesse veramente conoscerlo e fosse interessato a lui e per Simone era una cosa nuova, non si era mai concesso conoscenze del genere, non dopo Manuel.
E gli procurava un'ansia non indifferente il fatto che ci stesse provando così spudoratamente su di lui tramite un social network.
Simone era all'antica, le poche persone con cui era mai uscito nella sua vita le aveva tutte conosciute di persona, pensava che una conoscenza via chat fosse fredda e vuota, non riusciva ad essere sè stesso per messaggio.
Per persone poi intendeva ragazze, solo ragazze, Manuel era stato l'unico ragazzo fino a quel momento che gli fosse mai piaciuto.
Non che dopo di lui non avesse trovato interessanti altri ragazzi, ma nessuno come lui lo aveva incuriosito tanto.
In fin dei conti lo considerava ancora il suo primo amore, nel loro modo strano e particolare di averlo vissuto.
In realtà non si poteva neanche dire che lo avessero vissuto, era stata una specie di esperienza per entrambi.
La verità era che la reazione di Manuel alla sua cotta e quel bacio rifiutato lo avevano scottato, si era sentito come se per colpa sua avesse subito un trauma e che con quella paura non potesse più mettersi in gioco.
La paura che una reazione come quella di Manuel si fosse potuta ripetere era così forte che Simone si sentiva letteralmente bloccato, non sapeva se avrebbe retto un'altra esperienza del genere.
Ma Lorenzo era lì, e quella sembrava proprio la sua occasione per sbloccarla.
Simone decise che per una volta si sarebbe buttato, sperò solo che sarebbe andata meglio dell'ultima volta.
Un'altra notifica apparve sullo schermo.
Okay, so che abbiamo parlato una volta e mezzo e penserai che sono pazzo a chiedertelo così, ma ti va di uscire con me?
Simone la lesse dalla tendina sulla parte anteriore dello schermo e deglutì, Lorenzo non era uno a cui piaceva perdere tempo, recepito.
La fissò ancora qualche secondo e poi alzò gli occhi sulla lavagna, trovandola piena di formule scritte l'una accanto all'altra che lo fissavano come se volessero dirgli qualcosa.
Formule che però per lui in quel momento non avevano senso, l'unica formula che avrebbe voluto era quella che gli avrebbe permesso di avere una risposta alla domanda di Lorenzo.
Era veramente pronto ad uscire con un ragazzo?
O meglio, lo voleva veramente?
O era solo un modo per andare avanti e distrarsi da Manuel, il chiodo fisso che occupava gran parte dei suoi pensieri da mesi?
Si sentiva patetico solo a pensare a lui, Manuel lo vedeva e lo aveva sempre visto solo come un amico e lui era ancora lì a considerarlo un possibile interesse amoroso.
Decise di dare un'ulteriore occhiata al profilo di Lorenzo, prima di dare una risposta definitiva voleva farsi un'idea di lui.
Non che potesse inquadrare una persona da un profilo instagram, ma magari quelle foto avrebbero potuto aiutarlo a dargli una risposta.
"Chi è quello?"
Alla frase sussurrata di Manuel Simone sobbalzò e si portò una mano al petto, Manuel gli aveva letteralmente fatto prendere un colpo.
Si girò verso di lui e lo trovò sporto nella propria direzione con lo sguardo puntato sullo schermo del suo telefono.
Aveva le sopracciglia aggrottate e la bocca semiaperta, Simone si chiese se avesse visto il messaggio di Lorenzo, chissà da quanto lo stava fissando.
Impiccione.
Simone alzò gli occhi su di lui e lo fissò, Manuel sembrava contrariato.
"Un tipo" proferì Simone dopo essersi ripreso dallo spavento, a voce così bassa che Manuel dovette sforzarsi per sentirlo.
Poi il ragazzo dai capelli ricci alzò un sopracciglio nella sua direzione e gli occhi al cielo alla risposta ovvia, "Grazie Simò, senza sta spiegazione non ce sarei mai arrivato"
Simone alzò le spalle e continuò: "È uno che ho conosciuto l'altro giorno"
Manuel fissò gli occhi in quelli del ragazzo vicino a lui e annuì, ma non era convinto della sua risposta e Simone lo intuì dalla sua espressione.
"Un tipo che hai conosciuto" ripetè Manuel.
"È il fratello di Federico, uno dei miei compagni di squadra e l'altro giorno era venuto a prendere il fratello e abbiamo parlato, tutto qui"
Manuel sospirò e poi prese il telefono dalle mani di Simone che lo lasciò fare, sapeva che con Manuel insistere non serviva a nulla e voleva sapere cosa ne pensasse.
Manuel scorse il profilo fino all'ultimo post e poi alzò gli occhi su Simone e gli chiese senza tanti giri di parole: "È interessato a te?"
Simone spalancò impercettibilmente gli occhi e prese a toccarsi l'orecchio con fare nervoso, come aveva fatto a capirlo subito?
"Diciamo che ci ha mezzo provato con me, ma non ne sono sicuro"
Simone prese a gesticolare energicamente e Manuel dovette distogliere si morse un labbro distogliendo lo sguardo e restituì il telefono al proprietario, che lo prese senza alzare gli occhi su di lui.
"In che senso ci ha mezzo provato?"
Manuel sentì uno strano dolore al petto al pensiero che qualcuno ci provasse con Simone, era come se per tutto quel tempo non avesse mai preso in considerazione il fatto che qualcuno potesse rubarglielo.
Perché si sentiva così, come se il ragazzo vicino a lui gli stesse scivolando dalle mani e non potesse fare nulla per impedirlo.
In modo platonico e non aveva sempre considerato Simone come qualcosa che gli appartenesse e in quel momento si sentì in colpa persino ad averlo pensato, Simone non era suo e non lo sarebbe stato mai.
E comportandosi così non faceva altro che allontanarlo, ma non riusciva a fare altro.
Aveva così paura di affrontare i suoi sentimenti che preferiva metterli in un cassetto ed evitare di pensarci.
Per tutta la vita era stato un codardo, un patetico codardo che aveva paura di agire e lasciava che le persone si allontanassero da lui.
Ma quando aveva conosciuto Simone aveva sperato che non si fosse arreso subito con lui, che nonostante il suo stupido modo di scansare gli altri sarebbe rimasto lì ad aspettarlo.
Era così egoista sperare che qualcuno ti appartenesse e Manuel lo sapeva, sapeva che prima o poi l'ultima cosa che voleva sarebbe successa, aveva solo sperare che sarebbe successo il più tardi possibile.
Stava perdendo Simone e non stava facendo nulla per impedirlo.
Simone osservò il suo sguardo vuoto per qualche minuto e poi spense lo schermo del telefono esordendo: "L'altro giorno era venuto per prendere il fratello dopo gli allenamenti e mi ha chiesto il numero, poi oggi mi ha scritto su instagram per chiedermi di uscire"
Manuel annuì e il silenzio calò su di loro, gli sguardi bassi e l'evidente imbarazzo tra di loro.
"Lui ti piace?"
Manuel gli porse la domanda con un filo di voce, l'incertezza segnata sul viso e uno sguardo che Simone non capì del tutto.
Sembrava così vuoto, così poco Manuel.
"Io-" il ragazzo fece una pausa e si grattò la testa evitando il suo sguardo, "Non lo so in realtà, non ho neanche risposto al suo messaggio, è stato tutto così veloce"
"Uhm" Manuel pressò le labbra in una linea e non disse nient'altro.
"Non so cosa fare" aggiunse poi Simone.
Cercava disperatamente una risposta negli occhi di Manuel, inconsciamente sperava ancora in una scenata di gelosia che gli avrebbe permesso di rifiutare quell'invito.
"Non ci uscì"
Manuel se ne uscì così dopo qualche secondo e Simone si girò di scatto verso di lui, aveva sperato in una richiesta del genere ma ora era confuso, Manuel non sembrava geloso, solo infastidito.
Lo osservò per qualche secondo e poi si schiarì la voce: "Perché non dovrei uscirci?"
Dimmi che non devo uscirci perché non vuoi vedermi con un altro, ti prego.
Manuel aggrottò nuovamente le sopracciglia e si girò nella sua direzione allungando le gambe sulle sue, si mise comodo e poi rispose in modo vago: "Non me convince"
Simone era sempre più confuso, Manuel non voleva che uscisse con quel ragazzo ma non gli dava una motivazione valida, stava impazzendo.
E poi non riusciva a non arrossire pensando al fatto che fosse quasi completamente seduto su di lui.
"Dimmi perché Manuel, dammi un motivo"
Manuel rimase in silenzio per qualche secondo a fissarsi le mani, dopo quella frase non sapeva come uscire da quella situazione senza dire qualche parola di troppo.
"Non me pare il tipo tuo" cercò poi di buttarla sullo scherzo ma Simone lo guardò male e spinse le gambe del ragazzo lontano dalle sue.
Ma Manuel non accennava a muoversi, anzi si sdraiò ancora di più su di lui e accarezzò le sue cosce con fare distratto.
"Che ne sai tu di qual è il tipo mio?"
Simone si mise sulla difensiva e Manuel sorrise, lo stava rendendo nervoso.
"Guarda un'idea ce l'avrei eh, ma non me vorrei sbaglià"
Simone colse il tono ironico e la frase implicita e arrossì appena, ci aveva messo un po' a capire la sua battuta e la sensazione delle sue mani sulle sue gambe non lo faceva ragionare.
"Ti ho già detto che non sei il mio tipo"
Manuel sorrise ancora di più, "Ah no?"
Il ragazzo accanto a lui scimmiottò il suo tono e si girò nella sua direzione nuovamente "Non è che siccome abbiamo scopato una volta mo sò innamorato di te eh"
Manuel spalancò gli occhi ed esplose in una risata coprendosi la bocca per non farsi sentire, Simone lo aveva preso alla sprovvista, non si aspettava proprio una risposta del genere.
"Certo non te facevo schifo"
Gli fece un occhiolino e Simone volse lo sguardo alla porta dell'aula, non riusciva a sostenere lo sguardo del ragazzo vicino a sè dopo quell'uscita e sospettava che fosse arrossito di nuovo.
Il silenzio calò poi sui due ragazzi e nessuno si accinse a parlare per un po', Manuel ancora sconvolto dalla frase di Simone e quest'ultimo imbarazzato dalla sua risposta.
"Comunque ti direi che è meglio lasciarlo perdere"
"Lo devo lasciar perdere perché sei geloso di me o di lui?"
Manuel si girò di scatto nella sua direzione e spalancò gli occhi, "Che stai dicendo Simò?"
Simone alzò le sopracciglia e incrociò le braccia al petto, "So che vi conoscete, non sono stupido"
Manuel scosse la testa, "Non è come pensi"
"Ah no? E come penso?"
Manuel deglutì e rispose avvicinandosi a lui piano, con le mani poggiate sulle ginocchia e la testa pericolosamente vicina a quella di Simone.
"Lo hai visto in una foto insieme a me e ora pensi che sia perfetto e che io non voglia che tu ci esca solo perché sono uno stronzo"
Tornò ad appoggiarsi con la schiena alle muro e Simone alzò le spalle fingendo indifferenza, "Non è così?"
Manuel scosse la testa e gli puntò un dito contro.
"Posso essere stronzo quanto vuoi, ma se ti dico che è meglio non uscirci ho i miei motivi e te devi fidà"
"E questi motivi segreti si possono sapere o sono affari di stato?"
Stavolta fu Manuel a sorridere e Simone non potè fare a meno di fare lo stesso, il sorriso del ragazzo vicino a lui era contagiosa.
"Ti basta sapere che lui non è perfetto come sembra"
"Quindi eravate amici"
Simone era stanco delle sue messe risposte, Manuel invece di aiutarlo lo stava mandando completamente fuori pista, ripensandoci forse era quello il suo obiettivo fin dall'inizio.
"Una specie"
Il ragazzo dai capelli neri annuì e poi si zittì, aveva capito che per quel giorno non avrebbe ottenuto altro e sapeva da sempre che Manuel non era un tipo da molte parole.
"C'è qualcosa che non mi stai dicendo Manuel Ferro, e scoprirò cos'è a costo di farmi odiare da te"
Simone usò un tono scherzoso ma Manuel lo guardò e assottigliò gli occhi, le sue parole cominciarono ad intimorirlo, si pentì di avergli riposto così e pensò che le sue risposte vaghe lo stessero spingendo a scavare più a fondo.
Non poteva permettersi che succedesse, non poteva permettersi che scoprisse tutto.
Stava andando tutto così bene, perché Lorenzo si era dovuto mettere in mezzo?
Se possibile Manuel lo odiò ancora di più, doveva aspettarsi una mossa del genere da lui, ma non pensava che sarebbe andato a colpire proprio nel punto dove gli avrebbe fatto più male.
Simone.
Decise che l'unico modo in cui poteva dissuaderlo dall'uscirci era farsi odiare da lui, stavolta per davvero.
"Meglio che non te metti in mezzo Simò, m'hai rotto il cazzo con ste domande e queste non so cose che ti riguardano"
Con quell'ultima frase la conversazione cadde definitivamente e Manuel si alzò, sperò che l'avvertimento che gli aveva dato lo avrebbe distolto dalle sue intenzioni, non poteva permettere che accadesse di nuovo quello che era successo anni prima.
E se il prezzo da pagare era farsi odiare da Simone se lo sarebbe fatto andare bene.

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