Capitolo cinque: freddo

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Manuel e Lorenzo si studiarono per minuti interi, Simone scrutò le loro facce più volte, sembravano assorti in quel gioco di sguardi che sembrava celare molto di più, come se con gli occhi si stessero comunicando qualcosa che lui non poteva sapere e non avrebbe potuto sapere mai.

Restò in silenzio tra i due e aspettò che uno di loro facesse una mossa, come se un temporale stesse per arrivare e la prima goccia d'acqua caduta segnasse l'inizio di tutto.

Li osservò per bene, i due ragazzi si rivolgevano lunghe occhiate gelide, Simone moriva dalla curiosità di sapere il motivo di esse.

Si schiarì la voce e si torturò le mani per qualche momento, poi si decise ad interrompere il ghiaccio.

"Manuel, questo è Lorenzo, ma credo che tu lo conosca già"

Alle sue parole Manuel pressò le labbra e assunse un'espressione di strafottenza, come se il fatto che Simone avesse accennato alla loro conoscenza lo avesse riportato indietro nel tempo.

"Eccome se lo conosco"

Lorenzo gli rivolse un sorriso falso, studiato.

Lo guardò per qualche secondo e poi si rivolse a Simone.

"Ci conosciamo fin troppo bene"

Manuel alzò le sopracciglia e anche lui si rivolse al ragazzo dai capelli corvini.

"Forse non bene come pensavo, ma Lorenzo non ha mai smesso di riservarmi sorprese, quindi non sono così stupito"

Simone guardò Manuel con attenzione, quella era la frase più lunga che gli avesse mai sentito dire in vita sua, e ne aveva sentito di parole provenire dalla sua bocca.

Studiò il suo viso e fece caso ad un'altra cosa: Manuel non aveva storpiato neanche una parola.

Il suo solito romanaccio marcato aveva lasciato posto ad un italiano perfetto, cosa che se da una parte lo stupì, dall'altra gli fece storcere il naso.

Non era il suo Manuel quello.

Prese un respiro e poi si passò una mano tra i capelli, doveva mettere fine a questo scambio di battute.

"Bene sono, uhm" fece una pausa, "contento che vi conosciate"

Manuel incrociò le braccia al petto ed annuì come a confermare quanto detto.

"E io sono stupito che vi conosciate voi" asserì Lorenzo indicando i due ragazzi di fronte a lui, "com'è successo?"

"Stiamo in classe insieme, te l'ho detto"

Simone parve stupito da quell'ulteriore domanda, si rese conto solo dopo che probabilmente era rivolta al ragazzo vicino a sè.

"Già"

Manuel confermò e si avvicinò a lui, quasi sentisse un istinto di protezione nei suoi confronti.

Ma poi dovette ripensare alle parole di Lorenzo, perché mosse qualche passo nella sua direzione e gli parlò a brutto muso.

"Non me dì che ce stai a provà pure con lui"

L'italiano perfetto di pochi istanti prima aveva lasciato il posto al suo solito accento, unito ad un passo cadenzato che il ragazzo usò per avvicinarsi.

"Manuel, Manuel, Manuel, sei per caso geloso?"

Il cambio del tono di voce di Lorenzo fece spalancare leggermente gli occhi di Simone, il ragazzo carino che gli aveva chiesto di uscire pochi giorni prima ora sembrava esser diventato un'altra persona.

Manuel si morse un labbro e rise, un'espressione di scherno sul suo viso.

"Stai a tirà un po' troppo la corda fratè"

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