Scusate per la lunga attesa, tra la sessione e l'inizio delle lezioni ho avuto poco tempo per scrivere e poca voglia di mettermici davvero, ma finalmente il capitolo è qui e spero vivamente vi piaccia, un bacio.
Quando quella mattina Manuel aprì gli occhi, capì subito che ci fosse qualcosa che non andava.
O qualcuno.
Qualcuno che aveva mani e piedi aggrovigliati ai suoi e che dormiva beatamente tra le sue braccia.
Sentiva il suo respiro sul collo e il calore del corpo che si infrangeva col suo, quella situazione spaventosa era stranamente molto rasserenante, per un attimo si sentì in pace con l'intero universo.
Poi realizzò.
Cazzo.
Il ragazzo si strofinò gli occhi e sospirò: come c'era finito in quella situazione?
Simone aveva una gamba a cingergli un fianco e lui un braccio adagiato intorno alle sue spalle, erano intrecciati in uno strano abbraccio di cui evidentemente non si erano resi conto nella notte.
E la cosa più divertente era che Manuel non ricordasse molto della sera prima.
Ricordava tanto alcol, sprazzi di lui che vomitava abbracciato alla tazza e Simone che si prendeva cura di lui con una faccia addolorata, probabilmente doveva averlo odiato.
E Manuel gli aveva detto qualcosa, qualcosa di importante, quello se lo ricordava.
Qualcosa che probabilmente avrebbe spiegato il groviglio di mani e piedi in cui si trovavano in quel momento.
Ma non ricordava esattamente cosa, gli sembrava di impazzire.
Inoltre aveva un mal di testa terribile e provare a spremersi le meningi stava solo peggiorando la situazione.
Ma ricordava benissimo il sorriso di Simone e la sensazione delle sue mani sulla faccia, era stato strano in senso buono.
Poi si girò sulla schiena e si passò una mano nei capelli, era tutto sudato e i suoi ricci sembravano paglia, aveva bisogno di lavarsi.
Aveva anche la bocca secca, odiava il doposbronza più delle lezioni di latino di Lombardi in prima ora ed era tanto.
Provò a staccare il braccio dal corpo di Simone ma lui si avvicinò ancora di più, probabilmente era in dormiveglia e non si era reso conto delle loro posizioni.
Era la prima volta che dormivano insieme nello stesso letto pensò Manuel sorridendo, era qualcosa che non pensava sarebbe mai potuto succedere, almeno per ora.
In qualche modo avevano sempre mantenuto le distanze nell'ultimo mese: ognuno nel suo letto e non una parola di più, era meglio così.
Manuel si chiese quindi cosa avesse potuto generare quel cambio di programma improvviso.
Sentiva Simone respirare profondamente vicino al suo viso e provò l'impulso di accarezzare i suoi capelli scuri, sembravano così soffici.
Ma non lo fece, era in dormiveglia e probabilmente si sarebbe svegliato subito e lui non sarebbe riuscito a spiegare il perché di quell'azione inconsueta.
"Manuel?" sentì chiamarsi piano poi, Simone si era finalmente svegliato.
Il ragazzo vicino a lui aprì gli occhi e sbattè le palpebre più volte, Manuel capì di non essere l'unico confuso da quella situazione.
"Ehi" Sussurrò, girando il viso dalla sua parte.
"Siamo nello stesso letto" Simone biascicò quelle parole e si guardò in giro con le sopracciglia aggrottate.
"Già, me ne sono accorto" Manuel sforzò un sorriso, era confuso quanto lui ma non voleva spostarsi, almeno per ora.
Si sentiva un coglione ripensando alla serata appena passata, si era ubriacato alla festa di compleanno di sua madre come un quindicenne qualsiasi e ora si trovava a dormire nello stesso letto del suo amico o migliore amico o quello che erano in quel momento.
"Mi dispiace per ieri" decise di esordire così, la sera prima doveva aver ammorbato Simone con le sue solite paturnie da ubriaco e si sentiva tremendamente in colpa.
"Ieri?" Simone lo guardò assottigliando gli occhi, a cosa si riferiva Manuel precisamente?
"Si insomma, non avrai passato un bel venerdì sera con me in quello stato"
Ah, a quello. Non di certo alle parole che gli aveva rivolto che lo avevano fatto arrossire come uno stupido.
Simone però sorrise e si girò sulla schiena, togliendo finalmente la gamba dal fianco di Manuel, che emise un sospiro profondo e sentì improvvisamente freddo, era come se avendo interrotto quel contatto era stato riportato alla realtà bruscamente.
"Non è stato così terribile" replicò Simone dopo un po', si chiese se Manuel ricordasse qualcosa della sera prima.
Si stava decisamente illudendo che la sbronza non gli avesse fatto dimenticare tutto.
"Non credo di essere stato un bello spettacolo in quelle situazioni Simò" Manuel gli sorrise dolcemente ma Simone si bloccò quando lo sentì pronunciare la parola "bello", la testa lo riportò alla sera prima e alle parole che lo avevano scosso.
Sei sempre bello Simo, non potrei mai chiederti di dimenticartelo.
E nel preciso istante in cui Manuel aveva pronunciato quella frase lui si era sentito bello veramente, come se finalmente qualcuno lo avesse guardato per la prima volta.
Ci aveva creduto per un istante, aveva creduto che Manuel avesse avuto una sorta di illuminazione e lo avesse visto con occhi diversi.
Aveva cercato in tutti i modi di non arrossire e aveva cambiato discorso, non era il momento giusto di farsi prendere dal panico per due parole dette così.
Si sentì improvvisamente triste e stupido per essersi illuso per quei pochi secondi, si odiava.
Odiava l'effetto che Manuel continuava ad avere su di lui dopo mesi e come il suo corpo reagisse a qualsiasi cosa riguardasse lui.
Odiava il fatto che nonostante tutto il tempo passato e le cose successe lui non poteva fare a meno di guardarlo come se fosse il più bello del mondo.
Se gli avessero chiesto chi fosse per lui il ragazzo più bello del mondo avrebbe ovviamente fatto il suo nome, era innegabile, era stato il primo ragazzo che avesse guardato con occhi diversi e sapeva che avrebbe sempre avuto un debole per lui.
Sapeva che avrebbe potuto passare ore a guardare i suoi occhi e saputo disegnare i suoi lineamenti a memoria, erano impressi nella sua mente come una fotografia.
Stupido, stupido Simone.
Decise di mettere fine a quei pensieri e alzarsi e si tolse la coperta aggrovigliata di dosso, non era il momento di rimuginare su quelle cose, non con Manuel così vicino a lui.
Se avesse guardato il suo viso un altro secondo di più sarebbe impazzito.
"Come ti senti?" Simone però non riuscì a fermarsi dal chiederglielo, nonostante tutto non riusciva a non preoccuparsi sempre per Manuel, da uno sguardo riusciva a percepire perfettamente quale fossero le sue emozioni in quel momento.
"Come se qualcuno stesse prendendo a pugni la mia testa"
Simone rise alla sua frase e Manuel fece lo stesso, vederlo sorridere lo tranquillizzò immediatamente.
"Se ti può consolare ieri nessuno ha notato la tua assenza, tua madre sembrava più ubriaca di te" esclamò il ragazzo dai capelli scuri e Manuel scosse la testa, tale madre tale figlio, la genetica non mente.
"Menomale guarda, non avrei retto un confronto con mia madre e tuo padre insieme"
Simone annuì, "A volte penso che loro due potrebbero convincere chiunque a fare qualsiasi cosa, fanno paura insieme"
Manuel sforzò un sorriso, "Ci hanno convinto a vivere tutti insieme, su questo non ho più dubbi"
Simone sospirò e si sfilò il pigiama per cambiarsi, quella mattina però non era in vena di provocare Manuel e restò girato tutto il tempo.
"Ci pensi mai al fatto che ci odiavamo?" biascicò poi con lo sguardo rivolto alla porta.
Manuel si mise seduto e fece per cambiarsi anche lui sfilandosi la maglia del pigiama, "Non è che proprio ci odiassimo" esclamò poi, parlare di quei tempi sembrava così strano in quella situazione.
Simone si voltò nella sua direzione e alzò le sopracciglia in una smorfia sorpresa, "Ah no?"
Manuel si infilò i pantaloni della tuta e lo guardò, "Io non ti odiavo"
Il ragazzo lo sussurrò come se avesse paura del peso di quelle parole, come se una verità tenuta nascosta per tutto quel tempo stesse finalmente tornando a galla.
Simone rimase senza fiato, era stato convinto per tutto il tempo che Manuel lo odiasse a quei tempi e non poteva credere che non fosse così, era assurdo.
Gli sembrava come se qualcuno avesse buttato giù il castello di carte che si era creato nella testa e come se qualcuno gli avesse finalmente levato un peso dal petto.
I due ragazzi restarono a guardarsi per un po', entrambi sorpresi dalle loro frasi e da quel viaggio nei ricordi che entrambi stavano attraversando.
"Non ti ho mai odiato, mi sembravi il classico perfettone che studiava sempre, ma non ti odiavo Simo.
Mi piaceva solo infastidirti" aggiunse poi Manuel rivolgendo lo sguardo verso il basso, non voleva rischiare di guardarlo negli occhi.
Simone annuì e prese un respiro profondo, si sentiva stranamente più leggero dopo le parole del ragazzo di fronte a lui.
"Ora sembrerò un cretino a dirtelo, ma pensavo veramente che ti stessi sul cazzo"
Manuel rise alla sua affermazione e scosse la testa, "In effetti si, mi stavi un po' sul cazzo, tutta quella perfezione che ti portavi dietro era fastidiosa, era tutto un Simone di qua, Simone di là"
Simone strabuzzò gli occhi invece si focalizzò sulla parola che lo aveva colpito, "Perfezione?"
"Si insomma, eri così preciso che mi davi fastidio, se devo essere sincero ti invidiavo anche, quando sono arrivato in classe ti amavano tutti e ti nominavano continuamente, era frustrante essere il nuovo arrivato e sentir parlare continuamente di questo famigerato Simone Balestra di continuo"
Simone annuì e si sedette di nuovo per raccontare, ricordava bene cosa si diceva di lui i primi tempi, "Ero fissato con questa cosa di piacere a tutti in realtà, quindi mi comportavo esattamente come tutti si aspettavano e vedevo che funzionava"
"E poi?"
"E poi mi sono rotto il cazzo e ho iniziato a pensare con la mia testa e fare quello che volevo io, è stato liberatorio"
Manuel rimase in silenzio per qualche minuto, aveva notato quelle differenze in Simone praticamente subito e aveva visto come il suo comportamento nei confronti degli altri era mutato.
Ne era rimasto stupito.
"È per questo che hai lasciato Laura?"
Si pentì subito della domanda ma era stato più forte di lui, dove saperlo. Simone arrossì vistosamente distogliendo lo sguardo, non si aspettava quelle parole dette così da lui, non pensava neanche che Manuel facesse caso ai suoi comportamenti prima che diventassero amici.
"Sì e no" borbottò la frase a mezza bocca e riflettè su cosa dire, pensava che Manuel sapesse il vero motivo e non si voleva mettere troppo a nudo.
"Diciamo che mi sono reso conto che stare con lei non era quello che volevo"
Manuel alzò le sopracciglia e disse la frase che Simone si era sentito ripetere da chiunque per anni, "Eppure sembravate la coppia perfetta insieme"
Il ragazzo più alto alzò un sopracciglio nella sua direzione, "So che non la sopportavi Manuel, non attacca con me"
"La cosa credo fosse reciproca Simò, me guardava co sti occhi da bambola assassina tutto il tempo, non è che ispirasse proprio simpatia eh"
Simone si torturò le dita con nervosismo e poi replicò, "Lo so, era molto gelosa e quando litigavamo se la prendeva sempre con me per qualsiasi cosa, non è stata una relazione proprio facile ecco"
"Con te?" Ripetè Manuel con le sopracciglia alzate, quella ragazza non avrebbe mai smesso di stupirlo.
Simone annuì e sorrise, "Diceva che mi stavi portando sulla cattiva strada, pena te"
Manuel si aprì in un sorriso sorpreso, "Solo perché ci mettevamo le mani addosso?"
"Diciamo che non ci limitavamo a quello, e poi avevi questo look da bello e dannato che un po' intimoriva tutti in realtà"
Manuel sorrise al "bello e dannato" di Simone, gli faceva piacere constatare che nonostante tutto era ancora bello agli occhi del ragazzo di fronte a lui.
Poi ripensò a quei momenti e annuì, non si limitavano solo a mettersi le mani addosso e lo sapevano entrambi, erano stati mesi in cui l'uno era il pensiero costante dell'altro e non in maniera positiva.
Ma ripensandoci aveva sempre provato una strana sensazione nei suoi confronti i primi mesi, si sentiva attratto da quel ragazzo come una calamita, le loro risse sembravano solo un modo come un altro per ottenere una sorta di contatto fisico che bravamavano entrambi.
Simone alzò le spalle e disse dopo qualche minuto, "Tanto poi ci siamo lasciati"
"Vedere Laura piangere quel giorno è stata una soddisfazione personale, Simone Balestra tu sei un grandissimo stronzo, non ti perdonerò mai!"
Manuel scimmiottò la voce della ragazza con voce stridula e Simone gli tirò un cuscino che lo colpì in pieno volto, come al suo solito stava esagerando.
"Non parlava così!"
Ma Manuel si alzò e si mise ai piedi del ragazzo di fronte a lui con le mani giunte, "Ti prego Simo, ti prego torniamo insieme ti amo tantissimo, non volevo ferirti"
Simone alzò gli occhi al cielo all'imitazione di Manuel ma non riuscì a trattenersi dal ridere, Laura era andata avanti con quel piagnisteo giorni interi e a distanza di tempo ancora se lo ricordava perfettamente.
"Okay forse è vero ma ora piantala" Simone abbassò le mani di Manuel e fece per alzarsi in piedi, ma Manuel lo prese per il polso e lo rimise seduto.
"Dai Simo, io come faccio senza di te? Sei la mia vita per sempre!"
Manuel fece persino finta di allisciarsi i capelli come era solita fare Laura quando era nervosa, Simone stava cercando in tutti i modi di non scoppiare a ridere definitivamente.
"Dai Manu smettila, non parlava così"
Il ragazzo riuscì finalmente ad alzarsi e Manuel fece lo spesso, fronteggiandolo però con uno sguardo sospetto.
"Sai cosa mi manca di quei tempi Simò?"
Il ragazzo dai capelli scuri sbuffò, "Cosa?"
"Questo"
Manuel non fece in tempo a finire la frase che spinse Simone indietro sul letto e si lanciò su di lui.
Lo immobilizzò con i polsi in alto e Simone sbuffò nuovamente, "Stai cercando di fare una rissa con me solo perché sei annoiato?"
Manuel annuì e lo guardò sorridendo in modo furbo, "Sai ti vedo un po' fuori forma Balestra"
Simone scosse la testa e sorrise, "Sicuro?"
Non fece in tempo ad osservare la sua reazione che capovolse le loro posizioni, ora era lui a stare seduto appena sopra il suo bacino.
Manuel deglutì e respirò profondamente per il cambio improvviso di posizione che lo stava mettendo parecchio in imbarazzo, "Simò?"
"Sì?"
Si guardarono per qualche secondo negli occhi e poi Manuel gli mise la mani sulle cosce per cercare di spostarlo.
"Togliti"
"Ti è già passata la voglia di fare a botte?"
Simone usò il tono strafottente che spesso lo caratterizzava e Manuel pressò le labbra in una linea e cercò di guardare un punto oltre le sue spalle, quella situazione stava diventando sempre più strana.
"Mi stai sul cazzo Simò" Esordì così è Simone rise e incrociò le braccia al petto, "Ti ricordo che hai detto il contrario cinque minuti fa"
Manuel strinse la presa sulle sue gambe e cercò di non ridere.
"No Simò, intendevo letteralmente"
Simone strabuzzò gli occhi e spalancò appena la bocca, si rese conto in quel momento di cosa intendeva Manuel con quella frase e arrossì, non si era veramente reso conto delle loro posizioni ambigue fino a quel momento.
"Ah"
Manuel annuì e sorrise, ma quando Simone fece per togliersi da quella posizione la porta venne spalancata bruscamente e una figura familiare si affacciò nella loro stanza.
"Scusate ragazzi,vi stavo cercando perché volevo dirvi che oggi-"
Dante, con la mano sulla maniglia della porta e lo sguardo su Manuel e Simome uno sopra l'altro si bloccò a metà frase e deglutì vistosamente.
"Ho- ho interrotto qualcosa?"
Manuel e Simone a loro volta lo stavano guardando con occhi spalancati: Simone si rese conto che per peggiorare la situazione Manuel era a petto nudo e la sua maglia si era sollevata a mostrargli la pancia, merda.
Dovevano anche avere i capelli sparati in tutte le direzioni, agli occhi di suo padre quel quadretto poteva sembrare decisamente qualcos'altro.
Manuel allora si schiarì la voce e disse la prima cosa che gli venì in mente: "Noi stavamo provando una mossa di rugby"
Guardò Simone e lui annuì a confermare quello che aveva detto.
"Rugby" ripetè Dante confuso.
"Si, io mi volevo esercitare e Manuel si è offerto di aiutarmi"
"Ah" Dante annuì ma sembrava sempre più confuso.
"E questa che mossa sarebbe?" continuò indicando ii due ragazzi.
"È una mossa che serve a immobilizzare l'avversario" Simone cercò di metterci più enfasi e vide che Manuel si stava divertendo parecchio, perché rideva sotto i baffi e gli dava pizzichi sulle gambe senza farsi scoprire dall'uomo che li fissava fermo sulla porta.
"Io infatti mi sento molto immobilizzato"
Simone gli rivolse uno sguardo furente, "Questa me la paghi" Sussurrò poi con un sorriso assassino che a Manuel ricordò molto quello di Laura, evidentemente gli anni passati insieme lo avevano influenzato in qualche modo.
Poi il ragazzo dai capelli scuri decise di dargli a sua volta un pizzico sul fianco e il suo spostamento in avanti causò un attrito tra di loro, Manuel voleva semplicemente morire, pregò che qualcuno da lassù gli avrebbe concesso la grazia.
"Simo non ti muovere più" Manuel cercò di dirlo a voce più bassa possibile per non farsi sentire da Dante ma Simone non lo ascoltò proprio e si sistemò ancora su di lui, stupido Simone.
Manuel dovette mordersi la lingua per non dire nulla ma pregò che la sua espressione sofferente facesse capire al ragazzo sopra di lui che doveva smetterla immediatamente di muoversi o lo avrebbe buttato giù dal letto.
"Simo se non la smetti immedia-"
Simone mise una mano sulla sua bocca a zittirlo.
"Anche questo fa parte della mossa, vedi papà? Adesso Manuel non dirà più una parola"
Ma Manuel non fu dello stesso avviso perché prese a leccare la mano di Simone per fargliela togliere ma lui premette ancora di più, mancava poco che lo soffocasse.
"Beh, io vado" Dante decise di levare le tende ed indicò la porta avanzando all'indietro fino ad uscire, "Continuate a fare", fece un gesto vago con le mani, "quello che stavate facendo"
Chiuse la porta quasi scappando e i ragazzi tirarono un sospiro di sollievo.
"Che schifo, mi hai leccato" Simone sollevò la mano bagnata e guardò male Manuel che era ancora seduto sotto di lui con uno sguardo rassegnato e la faccia di uno che lo avrebbe volentieri ucciso.
"Mi stavi soffoncando!" Si difese lui.
"Stavo cercando di salvare la situazione!"
Manuel scosse la testa e rise, "Non credo che tuo padre entrerà mai più qui senza bussare prima"
"Già"
"Ora ti puoi alzare"
Simone arrossì nuovamente e si alzò di scatto, come scottato dal loro contatto, "Certo"
Manuel gli sorrise finalmente soddisfatto e si diresse verso la porta, ringraziando la sua stella per la tanto agognata fine di quel teatrino a cui avrebbe pensato per parecchio tempo.
Poi ci ripensò e si girò nella sua direzione, "Comunque Simò, la prossima volta che vuoi starmi sopra basta chiedere"
Simone spalancò gli occhi e Manuel gli fece un occhiolino per poi uscire definitivamente dalla stanza.
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Lover | Simuel
Hayran KurguDove c'eravamo lasciati? Ah sì: incidente di Simone, disperazione di Manuel, tutto torna come prima. Anzi, quasi tutto. Anita e Dante stanno insieme, e non come stanno insieme due persone che si frequentano da poco e si vogliono conoscere, ma insiem...