1)un casino di persona

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È un giorno normalissimo,come tutti gli altri,o meglio normale per me.


Mi chiamo Amina,ho vent'anni e sono una casinara.Non ho una bella storia da raccontare,dico solo che amo la musica e che per arrivare a fine mese sono costretta a vendere morte.

Sono finita in brutti giri a 14 anni,non eravamo messi bene economicamente,e io , volevo solo aiutare,ma feci la scelta sbagliata.

Con i miei sono rimasta in brutti rapporti,e l'ultima volta che li ho visti è stato tre anni fa.

Mi mancano, ma anche loro hanno esagerato.

Quando hanno saputo che io spacciavo mi hanno cacciato di casa,avevo solo quattordici anni,avevo bisogno dei miei genitori,ho provato in tutti i modi a contattarli anche ad incontrarli e parlare,chiarire.

Ma no,loro non mi hanno mai voluto incontrare, l'ultima volta, ovvero tre anni fa,ci siamo incontrati a Lecco,ma è stata una questione di secondi,solo sguardi. Ho una sorella,che però non vive qua a San Siro ma in Sicilia,non ci vado spesso da lei, perché ho anche io i miei problemi. 

Sono finita in galera circa 5-6 volte,per rapine a mano armata, rapine,spaccio.

Ma nonostante tutto non sono cambiata.

C'è gente che mi dice " Smettila di fare questa cosa,non è per te" ma come farei ad arrivare a fine mese se non spacciassi?


Ormai è tutta una Routine,se non vendo non sopravvivo. Siamo tutti nemici,nessuno ti difende,ti pugnalano alle spalle e basta.

Nell'ultimo periodo anche io ho iniziato a guadagnare di meno,Non è più come prima,pochi clienti,pochi soldi.

Io non sono come gli altri//SIMBA LA RUEEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora