CAPITOLO 3.

93 1 0
                                    

Aurora

Il suono del campanello mi fece sobbalzare d'emozione. Schizzai via dalle gambe di Nanami, dove mi ero accomodata, e corsi verso l'ingresso. Con la coda dell'occhio vidi Gojo alzarsi dal divano e battere le mani con un enorme sorriso sulle labbra.

Spalancai la porta e la chioma di capelli rossi che mi era tanto mancata m'investì in un abbraccio.

«Silvia!» gridai ridendo. Lei si allontanò da me ridendo a sua volta.

Restammo ferme a guardarci a vicenda: non era cambiata poi molto, nei suoi occhi brillava ancora quella luce che tanto mi piaceva, forse un po' ammaccata, ma sempre presente.

Mentre ero immersa nei miei pensieri, Gojo mi superò correndo e la sollevò in aria, stringendola a sé.

Mi affacciai fuori dalla porta e scorsi Toji chiudere la macchina; alzai una mano e lo salutai, invitandolo ad entrare.

Con lui a volte non avevo veramente idea di come comportarmi. Ero a malapena riuscita a capire che tipo era, quando lui e Silvia si erano trasferiti a Berlino. Ad ogni modo, nonostante i modi bruschi e l'eterna aura scura che si portava dietro, dissipata un minimo dalla presenza della mia amica, come persona mi piaceva.

«Grazie» disse accennando un sorriso e entrando in casa.

Nel salotto, dove Gojo aveva trasportato Silvia, erano tutti in piedi per salutarli: lei riempì tutti di baci e abbracci, Toji si limitò a qualche pacca sulla spalla.

Finiti i saluti, Silvia si voltò di scatto verso me e Nanami e spalancò le braccia.

«Quindi piccioncini congratulazioni!» gridò in preda all'euforia. «Devo dire che la notizia è arrivata all'improvviso ma certamente non inaspettata!»

Sorrisi felice e alzai la mano sinistra, mettendo in mostra l'anello.

«Grazie anche al duro lavoro mio e di Gojo...» puntualizzò Geto da dietro il divano, mettendosi una mano sul petto con fare compiaciuto.

«Dopo dovrai raccontarmi tutto» disse Silvia decisa, poi lanciò un'occhiata e Geto e Gojo. «Ma voi che ci fate qui? Pensavo di dovervi venire a ripescare in qualche bar in centro per salutarvi e invece vi trovo già qui al mio arrivo?»

Gojo alzò le spalle. «No, macché: di te non ce ne frega niente, aspettavamo Toji perché vogliamo andare tutti insieme a scegliere il completo per Nanami.»

Silvia gli tirò una gomitata, facendolo scoppiare a ridere, poi si voltò verso di noi.

«Ancora non avete i vestiti?! Ma vi sposate fra due giorni!» chiese incredula. Dietro di lei vidi Toji scuotere impercettibilmente la testa e sorridere.

«Vero, ma volevo che tu mi aiutassi a scegliere, quindi Nanami ha deciso di aspettare Toji» le spiegai. Lei battè le mani contenta. «E quando andiamo?»

«Subito!» rispose per me Gojo, iniziando a spingere Nanami e Toji verso la porta.

Sul vialetto di casa Nanami mi baciò velocemente. Toji lanciò uno sguardo di fuoco a Silvia e fece cenno agli altri di salire sulla sua auto.

Io e la mia amica ci avvicinammo invece alla mia: non eravamo neanche salite che ci raggiunse la voce di Geto.

«Mi raccomando non esagerare!» gridò guardandomi. «Altrimenti Nanami è capace di svenire prima che tu faccia un solo passo lungo la navata!» e scoppiò a ridere.

Nanami lo afferrò per la collottola e lo spinse di forza in macchina, chiudendogli lo sportello sul naso. Da lontano mi sembrò di sentirlo mormorare fra i denti un «Coglione...». Poi leggermente rosso in viso si rivolse a noi. «A stasera!»

BRIVIDI SOTTOPELLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora