Le attività del Campo continuarono a scorrere normalmente, senza che accadesse niente di interessante. Era inverno, ed erano pochi i ragazzi che sceglievano di rimanere oltre la stagione estiva, quindi i litigi erano rari e per noi Stoll fare uno scherzo era diventato difficile. In più, nella cabina di Ermes, l'umore era dei più neri. Io ero depresso, Travis era depresso perché lo ero anch'io e Nico era depresso perché gli impedivano di partecipare ad alcune attività del Campo.
Travis si alzò dalla branda. "Connor, non puoi rimanere chiuso qui dentro per sempre" mi disse. "Prima o poi dovrai uscire."
Scossi la testa. Dovevo aspettare il messaggio Iride di Bianca e volevo essere solo, quando l'avessi ricevuto. "Vai alla lezione di scherma, ti raggiungo" mentii.
Travis sbuffò, poi prese Nico per una spalla e lo portò fuori dalla cabina.
Erano circa le nove del mattino quando l'aria di fronte a me iniziò a brillare. Il viso di Bianca comparve immediatamente. Sorrideva. Sorrideva, mentre io mi sentivo morire.
"Ehi, come va al Campo?" mi chiese, sventolando una mano in segno di saluto. Si trovava in una sorta di capanno di legno. Dietro era pieno di scatoloni e topi di gomma penzolavano ovunque.
Scoppiai a ridere. "Topi di gomma?" feci, indicando alle sue spalle.
Bianca si girò un attimo, poi tornò a concentrarsi su di me. "Già... l'unica cosa utile che si può trovare in questo negozio, praticamente. Adesso sono nel retro, ma tra poco gli altri verranno a cercarmi."
"Capisco. Be', la vostra impresa prosegue bene?"
Bianca annuì distrattamente. "Sì" rispose. "Siamo già a Cloudcroft."
"Perdona l'ignoranza, ma... dove diamine è Cloudcroft?"
Bianca fece una risata. Rimasi quasi incantato dal suo suono. "Non sapevo neanche io della sua esistenza prima di arrivarci" mi disse. "È in New Mexico."
"Siete arrivati in New Mexico in due giorni?" esclamai.
"Zoe non ci fa fare pause. E stanotte abbiamo viaggiato in un treno pieno di automobili."
Ci fu un minuto di silenzio. "Vorrei che tu fossi qui" le confessai.
"Anch'io vorrei essere lì."
Qualcuno entrò nel capanno. "Allora, Bianca? Hai trovato qualcosa?" Era Percy.
Bianca interruppe il collegamento infilando una mano in mezzo all'arcobaleno. Le sentii dire un "No, niente di utile" prima che la sua immagine scomparisse.
Tirai un sospiro. Bianca stava bene. Erano in New Mexico. Anche Percy stava bene. Mi sentii tranquillo, per un momento. Poi Travis si catapultò nella cabina, rompendo la magia.
"Connor, Chirone vuole parlarti" mi disse, poi scappò di nuovo.
Con uno sbuffo, uscii dalla casa di Ermes per dirigermi alla Casa Grande. Il centauro era davanti alla porta. Camminava su e giù, senza posa.
"Ehm..." feci. "Signore? Mi cercava?"
Chirone si voltò a guardarmi. "Ah, Stoll. Sì, ti aspettavo. Ho bisogno di dirti alcune cose."
"Sono qui."
"Prima di tutto, hai fatto altri sogni premonitori?" mi chiese. Aveva un'aria strana. Sembrava che mi stesse prendendo in giro e che allo stesso tempo fosse serissimo.
"No, niente" risposi, cercando di comportarmi allo stesso modo, anche se non era affatto facile apparire come uno a cui scivola tutto addosso e insieme uno a cui importa di tutto. "Nessun sogno."
Chirone annuì mentre si accarezzava la barba sul mento. "Bene. Ieri, io e Dioniso abbiamo riflettuto molto su quello che ci hai detto." Il mio cuore perse un battito. "Conoscevamo entrambi Hazel Levesque. Una semidea molto importante, morta esattamente quaranta anni fa, come ti avevamo già detto."
"Sì, sì, lo so. Può saltare il pezzo in cui mi parla della Cacciatrice che rischia di morire e arrivare direttamente al punto in cui io salvo Bianca?"
Chirone mi ignorò totalmente. "La Cacciatrice del tuo sogno sarà certamente una di quelle partite per l'impresa, ma... quale? Se fosse la signorina Nightshade, sono certo che tu non vorresti sacrificare la tua vita per lei. Ma per quanto riguarda la signorina Di Angelo... non ne sono tanto certo."
"Muoverei anche i cieli pur di salvarla" affermai con una sicurezza non sapevo mi appartenesse.
"Il problema è il fatto che non possiamo far partire nessuno" replicò Chirone.
Rimasi come pietrificato dalle sue parole. "Cosa?" esclamai con la bocca spalancata dallo stupore.
"A meno che non sia scelto dall'Oracolo" continuò Chirone.
Sbuffai. "Allora potrei anche aspettare mille anni. Non credo di stare molto simpatico al caro Oracolo."
"Se già ti odia, chiamarlo 'caro Oracolo' non migliorerà affatto le cose" mi fece notare Chirone. "Anzi, potrebbe far incollerire Apollo e peggiorare tutto."
Scrollai le spalle con nonchalance. "E come dovrei chiamarlo?" chiesi con la voce più arrogante che mi uscì fuori. "Brutto Oracolo? O sexy Oracolo?"
Chirone sbatté uno zoccolo a terra con rabbia. "Non prenderti gioco degli immortali, Stoll. Adesso, torna alle attività. Non voglio più vederti ronzarmi intorno." Si voltò e non mi rivolse un'altra parola.
Così anch'io feci dietrofront e mi diressi verso l'arena per sfogarmi.Il giorno dopo, verso metà mattinata, corsi al fiume del confine. Non avevo ricevuto alcun messaggio da parte di Bianca, e la cosa non mi faceva stare affatto tranquillo. Il sole picchiava forte e i raggi creavano un arcobaleno nell'acqua. Lanciai una dracma d'oro. "Oh, Iride, dea dell'arcobaleno, accetta la mia offerta. Mostrami Bianca Di Angelo."
L'acqua scintillò per qualche istante, fino a quando il viso di Bianca non comparve nell'arcobaleno. "Bianca..." mormorai.
Aveva il viso rigato di lacrime. Dietro di lei c'erano cavi elettrici, bottoni e pezzi di metallo.
"Oh, Connor!" esclamò con un sorriso. Era un sorriso strano. Triste e al contempo sollevato. "Mi trovi un attimo impegnata..."
"Perché? Che succede?"
"Niente di che... aspetta un attimo. Ho un robot da distruggere." Bianca iniziò a premere dei bottoni, producendo rumorosi 'BIP' ogni volta.
"Che stai facendo?" le chiesi senza riuscire a trattenere una risata.
Anche lei rise appena. "Sto fermando una delle creature malfunzionanti di Efesto" rispose. "E... dì a Nico che farò di tutto pur di rivederlo di nuovo. Mi ha fatto piacere vederti, anche se nel mezzo di un combattimento."
"Anche a me ha fatto piacere vederti." Feci una pausa. "Senti, Bianca, volevo solo dirti che se la profezia che parla dei due semidei che non torneranno dovesse riferirsi a te, be', sappi che farò di tutto pur di guadagnare un altro secondo insieme a te." Avvicinai la mano all'arcobaleno, come per toccarle il viso. Delle lacrime avevano cominciato a scorrere sulle guance della Cacciatrice. "Bianca, stai bene?"
Lei annuì e si asciugò il viso. "Sì, s-sto bene" balbettò. "Solo un attimo di debolezza." Mi sorrise di nuovo, poi alzò una mano per avvicinarla il più possibile alla mia, ma ci fu un'esplosione. Vidi la sorpresa sul viso di Bianca, illuminato di una luce rossa.
"Che è successo?" le chiesi quasi in un urlo.
Bianca scosse la testa, spaventata. "Non lo so. Credo che..." Toccò uno dei pezzi metallici dietro di sé e ritrasse la mano immediatamente. "È bollente. Si sta surriscaldando."
"Bianca, non capisco. Dimmi che succede."
La ragazza non mi rispose. "Credo che non sia nulla di buono" disse, infine. Si guardò le mani con la fronte aggrottata. "Mi dispiace tanto, Connor. È stata colpa mia. La profezia si sta avverando, ed è stata colpa mia. Dillo a tutti. Dì a tutti quello che ho fatto."
Cercai di avvicinarmi ancora senza interrompere il collegamento. "Cosa hai fatto? Che dovrei dire? Bianca?" chiesi, confuso. Non riuscivo a capire. La profezia si stava avverando. Ed era tutta colpa di Bianca. Ed io avevo il cervello in panne. Non ragionavo più razionalmente. "Vengo subito lì, Bianca" dissi in un momento di panico.
"No!" urlò. "Sto bene. Stiamo tutti bene." Continuò a guardarsi le mani. "Ustioni..." mormorò pensierosa.
"Parlavi della profezia, Bianca" cercai di riportarla alla realtà.
Lei alzò per un secondo la testa, poi si concentrò nuovamente sulle sue mani. "Siamo in un deserto, Connor. E il mio corpo si sta riempiendo di ustioni." Mi mostrò le braccia. Erano rosse, in alcuni punti mancava la pelle e si vedeva quella viva, coperta a tratti di sangue. Anche il suo viso cominciò a ricoprirsene.
"Bianca..." sussurrai, ma le parole mi morirono in gola.
Lei si toccò le guance. "Sto bruciando" disse con aria distratta. Chiuse lentamente gli occhi. Si appoggiò contro la parete metallica e, da lì, non si mosse più.
Poi l'arcobaleno si dissolse.
Rimasi immobile per qualche istante, gli istanti diventarono minuti, poi ore. Era circa mezzogiorno quando finalmente mi mossi. Mi presi il viso tra le mani, cercando di non pensare, di non pensare a ciò che avevo visto, alla vita che abbandonava gli occhi di Bianca, al suo corpo che si lasciava trasportare via dalla morte.
Ciò che avevo visto nel mio sogno si era avverato.
Bianca era morta. E io non avevo potuto fare nulla per impedirlo. Al contrario.
C'era qualcosa che mi diceva che fosse stata proprio tutta colpa mia.
Che fossi stato io l'assassino della giovane Cacciatrice di Artemide.
Forse non mentono quando dicono che l'amore è orribile, che l'amore porta solo il male. Forse non mentono quando dicono che l'amore uccide.
Avevo ucciso io Bianca Di Angelo.[Uccidetemi. So che questo capitolo fa schifo ma mi dispiaceva non pubblicare qualcosa.♡]
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Amore di sguardi
FanfictionLa vita di Connor Stoll è tranquilla, fatta di scherzi e giochi, finché non viene stravolta completamente. Bianca e Nico arrivano al campo, cambiando del tutto il corso degli avvenimenti. Un amore proibito, una morte terribile si infiltrano bruscame...