dieci

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"Dio mio."
Harry espirò lentamente, lo sguardo fisso sul gattino appollaiato sul ripiano di marmo, la coda che si agitava in modo languido.

"È un gattino!"
Il ragazzo dagli occhi verdi strillò, camminando velocemente verso il bancone per dare un'occhiata da vicino alla creatura.

Una volta che fu di fronte al gattino, il ragazzo alzò lentamente ed esitante il braccio per accarezzare il gattino.

Alzò lo sguardo verso la donna dietro il bancone con uno sguardo implorante, solo per ricevere in cambio una risatina dolce e bonaria. Inarcò un sopracciglio verso la donna, solo per ricevere un saluto sprezzante in cambio con un dolce sorriso.

Prendendolo come un permesso, il ragazzo lasciò che le sue dita scorressero attraverso la morbida pelliccia bianca del gattino, le fossette si formarono nelle sue guance naturalmente arrossate mentre il gattino emetteva un leggero sospiro.

"Oh, mio ​​dio, ha... ha una pelliccia così morbida."
Commentò dolcemente, leccandosi le labbra mentre lasciava che i suoi occhi si posassero sul gatto addormentato, osservando il modo in cui il suo naso si arricciava ogni volta che aggiungeva ulteriore pressione.

"Lei è un Devon Rex."
La donna cinguettò una volta che Harry raddrizzò la schiena.

"Sei qui per l'offerta di lavoro?"
chiese la donna con nonchalance, un sopracciglio perfettamente sagomato sollevato in questione.

Era un'alfa, Harry poteva percepirlo.

"Oh. Oh, no, no. Sto- stavo solo passando di qui e ho pensato di prendermi una tazza di cioccolata calda e dei biscotti."
Il ragazzo spiegò, un piccolo sorriso educato si tese sulle sue labbra.

"Oh. Bene, allora è meglio che inizi il tuo ordine."
Harry sorrise, gli occhi fugaci verso la lucida targhetta con il nome fissata sul davanti della sua camicetta.

Si leggeva un "Jen".
"Vorrei un piatto di riccioli di cioccolato, insieme alla cioccolata calda."

La donna annuì educatamente prima di precipitarsi sul retro, che Harry presumeva fosse la cucina.

Il ragazzo si strinse nelle spalle, voltandosi per lasciare che i suoi occhi scrutassero il caffè dall'aspetto rustico.

Era vuoto, i grandi tavoli di legno accompagnati da sedie di legno scuro, una pianta solitaria posta al centro di ogni tavolo.
Il caffè aveva alte porte-finestre color avorio, le cui finestre davano una vista perfetta dei boschi all'esterno.

Harry espirò piano prima di avvicinarsi a un tavolino da quattro, prendendo posto.

Tirò fuori il telefono dalla tasca dei suoi jeans, facendo un piccolo sorriso quando vide che aveva una serie di messaggi non letti da Louis.

Quindi, ora gli stava inviando messaggi di testo del tipo : "Odio questo incontro." 12:01
'Il cliente è così vanitoso.' 12:10
'Continua a parlare del suo pene' 12:10
'lol stavo scherzando . Dove sei?' 12:45
'Sei impegnato?' 12:45.

"Il suo ordine è pronto, signore."
La testa di Harry si sollevò di scatto, il ragazzo annuiva vigorosamente mentre metteva in tasca il telefono prima di correre verso il bancone.

Non gli piaceva che la gente lo aspettasse. "Grazie."
Sorrise una volta che ebbe tra le mani il piccolo vassoio, girandosi sui talloni per tornare al tavolo.

Imprecò sottovoce quando sentì vibrare il telefono in tasca, che ora camminava veloce in modo da poter raggiungere rapidamente il tavolo e rispondere alla chiamata.

Una volta posizionato il vassoio sul tavolo, il ragazzo ha ripescato il telefono, accettando la chiamata.

"Harry? Dove sei?"
"Sono in un bar, perché?"
Il ragazzo si accigliò alla voce in preda al panico dell'alfa.

lilac - Larry stylinson- italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora