Prologo

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L'aria della notte scura, che proveniva dalle maestose montagne dell'interno, correva veloce, decantando il suo cupo lamento. Soffiava tra le fronde degli alberi, sopra le colline, sui laghetti, increspandone la superficie; piegava al suo cospetto l'erba che iniziava a inaridirsi per la calura estiva. Correva, agitando le bestie che abitavano quei luoghi dove aveva scelto di incombere, incutendo timore nelle anime mortali, incredule per l'arrivo di una bufera tanto fredda all'inizio dell'estate. Doveva essere il presagio di una calamità. Un bambino piangeva, spaventato dalle urla terribili che si perpetravano nell'oscurità; la madre provava a consolarlo, asciugandogli le lacrime: «Tranquillo, piccolo mio, Zarkros sta per andarsene». Ma il vento non si impietosiva davanti a tali immagini: doveva raggiungere il posto dove avrebbe udito con le sue orecchie l'infausta predizione. Nulla lo avrebbe fermato.

Giunse finalmente nel tratto di cielo che sovrastava una collina come tante e, senza smettere di sorvolarla in preda alla sua ira, si mise in ascolto. Due figure oscure si aggiravano sulla cima, incuranti del vento gelido che si abbatteva sopra di loro: erano incappucciate e dalle loro vesti nulla trapelava del loro aspetto, ma si percepiva da lontano la loro aura di antichità. Forse un tempo erano state donne; ora chi poteva dirlo?

«Allora, allora? Cosa vedi?»
«Taci un po'! Non vedi che mi distrai?»
«Be', allora?».
«Oscuro... Molto oscuro per ora. Arriverà qualcuno a breve».
«Che novità... Ne arrivano tutti i giorni»
«Ti sbagli. Questa volta è diverso... Ma non saprei per cosa».
«I tuoi poteri sono sempre stati così inutili! Tanto tra un po' arriveranno e potrò conoscere tutto da me».
«Aspetta! Qualcosa vedo: sono pochi, pochissimi».
«Si conoscono?»
«Mi pare di no».
«Non resisteranno più di un giorno».
«È qui che ti sbagli».
«Qualcuno sarà benevolo con loro, allora».
«Vero, vero, ma qualcuno anche estremamente malevolo».
«E questo rende le cose interessanti. Vedi altro, sorella?»

Il vento osservò bene la scena, come se questo potesse accelerare la rivelazione della sentenza di fondamentale importanza che stava per essere pronunciata.
«Cinque giovani... cinque giovani e... il Figlio del Sole. Così mi suggerisce il mio occhio».
«Sono pochi davvero. Cinque giovani e il Figlio del Sole: e costui che ha di diverso?»
«Costui è il flagello di colui che è vissuto, vive e vivrà; questo è ciò che mi sussurra chi mi ispira. Ed è quello che volevi sentire tu, Zarkros, non è così?»

Le due vecchie scoppiarono in una risata malvagia che si protrasse a lungo e coprì persino la potente voce del vento, adirato più che mai, dopo aver ascoltato le parole di colei che vedeva nel futuro. Una sciagura, quella che aveva sentito; memore anche delle predizioni più antiche, non poteva giudicarla diversamente. Il suo protetto... Non poteva essere. Nulla però era ancora detto: forse il destino poteva ancora mutare.

Mentre continuava a rimuginare, in preda all'agitazione, quella che aveva parlato di meno sentì un turbamento nell'aria e controllò subito cosa fosse successo, con l'occhio interno che scrutava nel passato e nel presente.
«Qualcuno ha attraversato il ponte» sentenziò, guardando verso un punto preciso alle pendici della collina.
«Chi è?»
«Genew».
«Oh, bene, così possiamo annunciare anche a lui il nuovo presagio: anch'egli è implicato in tutto questo, l'ho visto ieri».
«Quanto movimento nell'aria! Non vedo l'ora di scoprire cosa accadrà davvero».

Il mare dell'eternità || L'arrivo dei neoteroiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora