Capitolo 5.

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"Brutta stronza, questa me la paghi!" mi corre dietro Martina.

"Ti sta bene!" esclamo aprendo una notifica di Instagram.

"Ops! Scusa..." vado addosso a qualcuno. Alzo lo sguardo... Non ci credo.

"Scusi Prof" divento rossa.

"Buongiorno!" sorride. Mi sta tenendo per le spalle, lui è a distanza. "Tutto bene?"

"S-Sì, grazie"

Mi lascia, imbarazzato. Anche lui ha il telefono in mano, a momenti gli casca.

"Attenta!" mi ammonisce in modo scherzoso.

"Prof, che mi dice di lei?" ribatto allo stesso modo. Proprio in quel momento, il telefono scivola. Lo prendo al volo. "A Lei" Glie lo porgo sorridente con tono di sfottò.

"Io intanto non sono andato addosso a nessuno..."

"Mai nella vita?" scherzo.

"In questa occasione no" precisa. Sempre il solito... Madonna, impazzisco!

Rido.

"Va bene, scusi..." mi ridimensiono.

"Mi basta che tu tenga a mente il patto" termina continuando a camminare. "Buona giornata!"

Già... Il patto.

"Prof..."

Si volta.

"Ha messo compiti?"

Il suo sguardo muta, come a dire: <<e me lo chiedi pure?>>

"Il cellulare si è salvato mi pare" risponde indicando il dispositivo. "A domani"

L'ho già detto che a breve sarei impazzita?

Vado a vedere. Ci sono due esercizi e basta: pagina 456 n°44 e 69.Devo avere paura? Saranno impossibili?

Nel dubbio, li lascio per ultimi.

No dai... Perché? Lui alla fine è dolce... Ah! E va bene! Mi sbrigo a tornare a casa così inizio da mate. Che palle le promesse...

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Non ce la faccio. Sono sui libri da cinque ore. Ho fatto solo matematica, e nemmeno riesco a fare la prima!

Dopo altre e due ore, comprendo che è impossibile. C'erano due esercizi, i quali non mi riescono nemmeno a pregare... Sono stanca! Perché non posso lasciar perdere?

Guardo l'orologio: è l'una del mattino.

Vado in cucina, prendo un bicchiere d'acqua e ritorno. Chiudo la porta nel modo più silenzioso che riesco a trovare, controllando anche che mia sorella non si svegli che domani ha una verifica, poi torno sul letto e riprendo.

Alle quattro meno venti guardo il cellulare e noto che mi restano due ore e trentacinque di sonno... Adesso non ne voglio più sapere. Chiudo tutto, faccio lo zaino e mi metto a dormire.

Al suono della sveglia mi alzo con mala voglia, poi però metto gli auricolari e ascolto raggeaton, che mi da sempre un po' di carica, quindi mi sveglio del tutto. Rifacendo il letto ballando, finisco contro la scrivania.

"Ahia!" scoppio a ridere. Mia sorella si sveglia.

"Che hai fatto?" si alza immediatamente, mentre dalla stanza dei miei sento mio padre chiamarci.

"Tutto a posto!" esclamo ridendo. "Scusate..."

"Claudia, se hai rotto qualcosa facciamo i conti!" Strilla mia madre.

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